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Furto della terra, tranquilli, lo fanno per noi.

Qualche giorno fa abbiamo discusso di biocarburanti e della corsa delle multinazionali dell’energia ad accaparrarsi grandi porzioni di terreno nei paesi sottosviluppati per convertirne la coltivazione al mais da serbatoio.

Non è mia intenzione tornare adesso sull’argomento, che pure dovrebbe far riflettere sull’opportunità di porre in essere strategie energetiche che di verde hanno solo il colore dei dollari che fruttano. Quella di cui vorrei darvi conto è invece una pratica ancora più verde, ancora più inutile e ancora più redditizia.

Almeno il biocarburante, il cui impatto in termini di emissioni è comunque sottostimato, ha il pregio di far funzionare le auto, cioè di avere una sua intrinseca utilità. L’aria, invece, è utile solo se respirata, siano vegetali o esseri viventi quelli che compiono il procedimento. Questo particolare ne dovrebbe garantire il libero utilizzo, mentre la pratica di cui parliamo di fatto lo proibisce, attraverso la tassazione indiretta innescata dallo scambio di quote di emissione che si materializza nel carbon trading e nell’ambito dei meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto.

Perché questi meccanismi funzionino, è stato necessario creare lo spazio per l’attività di un nuovo genere di operatori economici e finanziari. Uno di questi è la New Forest Company, ‘azienda sostenibile e socialmente responsabile con base in Inghilterra‘, tra i cui investitori figurano la World Bank e HSBC. Questa compagnia nel 2005 ha stipulato con il governo dell’Uganda una concessione cinquantennale per coltivare pini ed Eucalipti in tre diversi distretti del Paese, dopo aver ottenuto dalle Nazioni Unite il permesso di operare nell’ambito dei meccanismi del protocollo. Piantare alberi che assorbono CO2 e commerciare con i certificati di credito delle emissioni riconosciuti in base a questa attività, questo il core business della NFC.

Ovviamente nulla contro la nobile attività di piantare e far crescere teneri virgulti (chissà se a qualcuno di voi è già capitato di leggere la quota di carbon-offset presente sul biglietto aereo di alcune compagnie che operano in nord Europa), o contro le mille cose buone che la NFC dice di fare, però qualche dubbio è legittimo, almeno secondo quanto riportato dal NYT. Pare infatti che gli abitanti della zona interessata dall’investimento siano stati minacciati e scacciati in quanto colpevoli di vivere da diverse generazioni nell’area destinata ai virgulti di cui sopra. Il tutto, secondo quanto riportato dal governo e dall’azienda, per proteggere l’ambiente e aiutare a combattere il riscaldamento globale.

Secondo l’NGO Oxfam, in Uganda sarebbero 22.500 le persone che hanno perso il diritto di vivere sulla loro terra per permettere la realizzazione di questi investimenti. Abbiamo finalmente capito cosa intendono gli espertoni di disastri climatici prossimi venturi quando parlano di profughi climatici. Evidentemente, interrogati alla frontiera circa le ragioni del loro emigrare, i poveracci devono aver risposto che non era più tempo di vivere nel proprio Paese. La parola ‘tempo’ se l’avessero pronunciata in italiano sarebbe stata illuminante, ma, dal momento che molto più probabilmente avranno parlato in swahili o inglese (rispettivamente wakati e weather), non si capisce da dove possa essere nato il malinteso.

In quale aspetto del principio di precauzione così caro a chi sostiene l’urgenza di agire si colloca questa singolare valutazione del rapporto costi-benefici della lotta al global warming? Un uomo un albero?

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Published inAttualitàNews

3 Comments

  1. […] CM ne abbiamo parlato già ad ottobre. La voce comincia a circolare, chissà che il desiderio non possa essere esaudito. […]

  2. donato

    Adesso sarò un po’ blasfemo per cui se il commento sarà moderato ben mi sta! Dalle mie parti si dice che “i soldi ‘mpizzicheno ‘mmani ai santi” (i soldi si appiccicano anche alle mani dei santi). Ancora una volta dobbiamo dar ragione ai nostri avi: conoscevano benissimo l’animo umano! Per i soldi siamo disposti a tutto, veramente a tutto. Se la notizia è fondata siamo arrivati molto vicino al fondo: scacciare via le popolazioni locali per impiantare delle foreste è il colmo per un’associazione che, tra i suoi scopi, annovera la salvaguardia della natura a vantaggio delle future generazioni! In modo molto, ma molto, più prosaico possiamo dire che più degli interessi delle future generazioni si cerca di salvaguardare i propri (interessi, ovviamente).
    Ciao, Donato.

    • Guido Botteri

      Avendo studiato la vita di alcuni santi, mi son fatto l’idea che i soldi restino attaccati non tanto a loro, quanto alle persone che gli stanno intorno, e soprattutto dopo la loro morte, quando altri, non altrettanto santi, ne continuano l’opera.
      Vedi quel gran santo, famoso in tutto il mondo, che fu padre Pio, e quante persone fan soldi nel suo nome.
      E’ questa la sorte, però, di ogni personaggio famoso.
      Se uno ammira Cavani, e vuole comprarne la maglia, cosa fa ? Va ad una bancarella e la trova.
      Quello che gliela vende, lo fa forse perché è anche lui tifoso di Cavani ?
      Quello ti vende la maglia di Ibrahimovic, di Totti, di Milito o di chi vuoi tu, basta che paghi.
      Quindi c’è chi è “santo” e chi fa affari nel nome del “santo”.
      Detto questo, credo che sia chiaro che dove c’è un filone che fa soldi, che sia un santo, un attore, un calciatore, o un principio etico, o il salvataggio del mondo o della tua anima…quel che sia, purché si facciano soldi….là ci sarà qualcuno che specula, e tanto più quanto maggiore è il denaro in gioco, e nell’ambientalismo ormai scorrono fiumi amazzonici di denaro (nel senso di “di grande portata”).
      Il catastrofismo fa aprire le borse e tirar fuori i quattrini.
      Se un medico ti dicesse che stai bene, quanti soldi gli dai ? E quanto gliene dai se ti dice che stai male, e ti cura, o addirittura ti opera ? Esistono, dice la cronaca, casi di medici disonesti che hanno detto ai loro pazienti che avevano una certa (inesistente) malattia, e per curarli da questa falsa malattia gli hanno spillato molti soldi veri, a volte rovinandoli davvero sia economicamente che fisicamente.
      Credo, penso, spero e mi auguro che la stragrande maggioranza dei medici sia onesta, preparata e scrupolosa, ma questi casi si son letti in cronaca.
      Insomma, il denaro è un potente corruttore.
      A questo punto sorge spontanea una domanda: dove si fanno più quattrini ?

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