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Scienziati (e policy) al vento

Sarà l’entusiasmo per le fonti rinnovabili e la speranza che queste ci possano portare oltre l’era dei combustibili fossili, sarà che la fonte rinnovabile più antica è quella eolica (del resto in nord Europa i mulini erano a vento), ma chi fa scienza ad alto livello non dovrebbe essere sensibile ai cambiamenti del soffio di Eolo.

L’alto livello è l’IPCC, il panel ONU che analizza, raccoglie (più spesso scarta se non gradita) e divulga in forma di report la ricerca scientifica in materia di cambiamenti climatici. Lo scienziato è Terry Barker, che dei report del panel è stato lead author. Il vento è quello della crisi, ovvero quel turbine che ha spazzato via il sostegno politico al movimento dell’AGW. L’argomento, infine, è quello della decarbonizzazione, cioè dell’abbattimento delle emissioni di CO2.

E’ noto a tutti che l’Europa sia letteralmente fuggita in avanti in tema di contenimento delle emissioni, anche se questo è molto vero per le norme introdotte negli ultimi anni ma lo è molto meno per l’implementazione delle stesse. La parte della lepre nel vecchio continente la fa il Regno Unito, nazione che si è regalata un piano di riduzione delle emissioni decisamente ambizioso, il Climate Change Act.

Tanto ambizioso che Roger Pielke jr, studioso di impatto delle policy ambientali sull’economia, lo definì irrealizzabile e fallito ancora prima di cominciare. Terry Barker, stringendo saldamente la sua porzione del nobel per la pace concesso all’IPCC, lo bacchettò duramente argomentando che Pielke guardava più al passato che al futuro e trascurava il beneficio in termini di riduzione del rapporto carbonio-energia che poteva venire dall’uso delle nuove tecnologie.

Normale scambio dialettico? No, pragmatismo da un lato e ideologia dall’altro. Perché questo giudizio tranchant? Perché Barker, intervistato dal Guardian circa un report pubblicato recentemente dall’università di Cambridge in cui si fa il punto di situazione sul processo di decarbonizzazione, ha dichiarato:

Con le attuali policy, includendo quelle ereditate, appoggiate e da mettere in pratica a breve da parte della coalizione [di governo], l’UK mancherà i target di riduzione dei primi due periodi di riduzione (2008-2012 e 2013-2017), con un margine ancora superiore per il terzo (2018-2022) e specialmente per il quarto (2023-2027).

Alè, nuovo giro nuova corsa. Da notare che Barker ha perso, almeno in questo articolo del Guardian, la sua qualifica di uomo che parla con il blasone dell’IPCC, per passare al ruolo di consulente di una compagnia privata che fa capo all’università che ha presentato il report.

Bene, perché guardare oltre manica? Semplice, perché la fuga in avanti dell’Albione è dettata dalla necessità e urgenza di sostenere il mercato del carbon trading, le cui fondamenta finanziarie fanno capo alla city, non già dalla volontà (utopica) di avviare un reale processo di transizione. Dato che quel mercato è morto ed ha comunque portato molto più danno che guadagno, che corrano pure nel vento da soli, poi ci fanno sapere.

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Published inIn breve

5 Comments

  1. Intanto in Italia…segnalo su Radio24 la trasmissione “Mr Kilowatt“, che si presenta cosi’:

    E’ fin troppo facile prevedere che, tra i temi cruciali del XXI secolo, un ruolo di primo piano toccherà a quello della sostenibilità energetica. Per oltre 200 anni, dall’inizio della rivoluzione industriale ad oggi, tanto le tecnologie che i modelli di sviluppo sono stati elaborati su un presupposto che oggi mostra più di una incrinatura: la disponibilità di materie prime e combustibili fossili a basso costo. La trasformazione che ci attende, perciò, è estesa e profonda; ed è ormai cominciata. Nuove soluzioni tecnologiche emergono quasi quotidianamente e altrettanti sono gli eventi dedicati all’energia, divenuti ormai uno strumento di marketing. […]

    Sponsor della trasmissione? eDF ENR. Chi? Quelli del fotovoltaico, naturalmente. Insomma, come se la Domenica Sportiva fosse sponsorizzata dall’Inter o dalla Juventus.

    Succedono sempre cose strane, quando si parla di clima ed energia.

    • gbettanini

      Purtroppo il conduttore di mr.chilowatt non sembra avere una solida competenza sui temi energetici e quindi non ha spirito critico su questi temi.
      Qualche mese fa la stessa persona dava parecchio risalto alla storiaccia della fusione fredda di focardi-rossi.
      Purtroppo in questo paese pare saremo condannati a farci dare insegnamenti in tema di energia da chi di energia ne sa poco o nulla.

    • donato

      I conduttori televisivi e radiofonici, fatte le doverose eccezioni, competenze in campo energetico (ed anche in moltissimi altri campi) ne hanno sempre di meno. E’ penoso ascoltare e vedere scene in cui giovanotti e giovanotte di bella presenza, spuntati chissà da dove, massacrano la lingua italiana, le varie branche dello scibile ed il buon senso. Comunque il mondo, ormai, va così e c’è poco da fare.
      Tornando al tema, non mi meraviglio più di tanto. La politica energetica italiana è sempre stata dettata da persone scarsamente competenti. I pochi che hanno provato a differenziare in modo razionale gli approvvigionamenti energetici italiani hanno sempre fatto una brutta fine. E. Mattei, agli inizi degli anni sessanta, morì in circostanze misteriose, ma legate al fatto che aveva osato rompere l’oligopolio petrolifero e del gas. Quasi contemporaneamente F. Ippolito (e soprattutto le sue idee in campo nucleare) fu distrutto da un attacco a tenaglia di media, politici e magistrati. In altre parole: chi tocca l’energia muore. E’ ovvio che, alla fine, sul campo, tolte le teste pensanti, restano le seconde e terze file, gli intrallazzatori ed i faccendieri. Non sono proprio questi che, Gabanelli docet, stanno facendo le fortune dell’eolico e del fotovoltaico in Italia?
      Anche questi corrono nel vento e nel sole, non solo gli albionici.
      Speriamo che in questo caso ci faccia sapere qualcosa la magistratura (ne dubito, però, visto che sono affaccendati in altre questioni). Nel frattempo, per fornir loro il propellente necessario a farli volare nel vento e nel sole, noi continuiamo ad essere salassati attraverso le bollette elettriche . Con grande soddisfazione della city londinese.
      Ciao, Donato.

    • carmelo

      scusate l’OT,
      perché è una storiaccia quella della fusione fredda di Rossi e Focardi?

      @ Donato
      non conosco la storia diF. Ippolito; dove posso trovare notizie?

      saluti a tutti
      carmelo

    • gbettanini

      Ciò che viene proposto dagli ‘inventori’ dell’apparecchiatura citata è la produzione di una grande quantità energia termica che avviene (o meglio avverrebbe) con modalità sconosciute alla fisica fin qui nota.
      Per essere più precisi si legge che dovrebbero avvenire reazioni di fusione tra nuclei di idrogeno e nuclei di nichel a bassa temperatura, ovvero con energia di attivazione pari ad una frazione di elettronvolt.
      La nuova fisica si produce di norma scrivendo un lavoro scientifico dove si spiega dettagliatamente il funzionamento della propria scoperta (magari brevettandola prima) in modo che la comunità scientifica (incredula ed invidiosa) possa arrendersi di fronte all’evidenza delle prove sperimentali, premiando gli innovatori con un bel premio Nobel (ed in questo caso anche fama, gloria, denaro e potere).
      La nuova fisica NON si fa invece facendo assistere delle persone, per quanto competenti, ad un esperimento del quale non conoscono i principi di base ed in cui non possono analizzare la strumentazione utilizzata. Questo è più un attegiamento da imbonitori.
      Spetta agli ‘scopritori’ l’onere della prova (scientificamente accettabile) che l’apparecchiatura funzioni. Per ora questa prova, ne’ qualcosa di vagamente simile, esiste. Comunque già il fatto che si affermi che viene prodotta una notevole potenza termica senza che vengano emessi raggi gamma (che non possono certo essere schermati dal poco metallo dell’apparato) permette di escludere che avvengano le reazioni di fusione fin qui note alla fisica.

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