Ahimè, il caldo e la siccità del mese di agosto finiranno per regalarci una vendemmia dai quantitativi piuttosto bassi. ISMEA e l’Unione Italiana Vini stimano addirittura che la resa di quest’anno sarà inferiore del 10% a quella dell’anno scorso, annata ottima specie in termini di quantità, che ha persino regalato al nostro Paese il primato mondiale per la produzione vinicola.
Colpa delle bizze del tempo, certamente, ma pare che abbia avuto un ruolo decisivo anche la pratica della “vendemmia verde”, cioè della eliminazione o completa distruzione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, per il cui mancato guadagno in termini di resa sono stati stanziati ben 30 mln di Euro ripartiti su base regionale.
Sono sicuro che tra i lettori di CM ci sarà qualche intenditore (di viticultura non di vino, fermi la’), che sarà in grado di spiegarci a cosa dovrebbe servire questa pratica.
Dal documento linkato sembra che dietro ci siano la UE e il Programma Nazionale di Sostegno per il settore viti-vinicolo. Possiamo immaginare che la misura sia stata pensata per i problemi di eccesso di produzione e conseguente riduzione dei prezzi dell’anno scorso? Forse sì, dal momento che proprio di questi tempi, cioè dodici mesi fa, abbiamo assistito ad accesi dibattiti, per non dire violente polemiche tra produttori, consumatori, esperti del settore e opinionisti più o meno autorevoli. La ratio sarebbe, correggetemi se sbaglio, producete meno guadagnate di più, quindi sotto con le forbici.
Quel che viene da chiedersi è come diavolo facevano a sapere che quest’anno avremmo avuto condizioni atmosferiche simili a quelle dell’anno scorso ovvero che avremmo avuto una produzione altrettanto abbondante. La risposta è semplice, nessuno lo sapeva. Però, per non sbagliare, meglio ricorrere ai sussidi anticipati, pratica salvifica che interviene a prescindere dalle situazioni.
Il risultato è che quest’anno l’uva è scarsa ma avrebbe potuto esserlo molto meno, e non per colpa del tempo che fa, quanto piuttosto di policy a dir poco incomprensibili.
Saranno felici (e sussidiati) tutti quelli che l’anno scorso gridavano allo scandalo per il cosiddetto rischio ‘Barolo a buon mercato’, cioè per l’oggetto delle polemiche di cui sopra. Lo saranno molto meno quelli che il vino lo pagheranno di più, cioè tutti gli altri.
Credo che quest’anno tanto la quantità, quanto la qualità del vino saranno piutosto scarsi. I rappresentanti dei viticoltori hanno già annunciato che quest’anno avremo vini di eccezionale qualità. Si parla di vendemmia storica. Negli ultimi 10/15 anni, però, stando a quanto hanno dichiarato gli esperti, ogni anno la vendemmia è stata storica per cui, credo, che abbiamo battuto più record negli ultimi 10 anni che in tutta la storia passata. Non vi nascondo che, ormai, non credo più a questi annunci trionfalistici e (opinione mia personale) anche poco veritieri. Dalle mie parti la vendemmia 2010 fu pessima a causa della scadente qualità del prodotto (la pioggia eccessiva non ha determinato la maturazione completa dei grappoli e le malattie crittogame hanno fatto il resto). Quella del 2009 non andò meglio e, infine, quella di quest’anno si preannuncia di modestissima qualità in quanto i grappoli sono stati semi distrutti dal caldo eccessivo e dalla carenza d’acqua. Questi dati derivano da osservazioni dirette che il sottoscritto ha potuto effettuare in molti vigneti dei colli del Sannio (pur non essendo agronomo o viticoltore sono abbastanza avvezzo a praticare vigne, vigneti e… cantine). In merito alla vendemmia verde posso garantire che in qualche caso è assolutamente necessaria in quanto se si lasciassero sulla pianta tutti i grappoli, quasi nessuno giungerebbe a maturazione. Ovviamente sono solo alcune piante che hanno bisogno di un simile trattamento che, rientrando nella normale buona tecnica di coltivazione, non dovrebbe essere incentivato più di tanto, ma che volete, pecunia non olet.
Ciao, Donato.