Da corriere.it leggiamo che finalmente Google si è decisa a rendere note le informazioni relative al consumo energetico delle sue attività. Apriti cielo! Il commento più scontato e diretto è: ma quanto mi costi!
E invece no, la recente apertura alla trasparenza è probabilmente parte di una strategia iniziata da parecchio tempo e di cui vi avevamo dato conto in questo post.
La parola d’ordine è sostenibilità, costi quel che costi. E così anche l’azienda monster del mondo della rete si adegua. Consumiamo tanto, è vero, ma facciamo anche tanto per questo derelitto Pianeta, si affrettano a chiarire gli spokesman dell’azienda, visibilmente preoccupati della ricaduta che questa notizia potrebbe avere in termini di ritorno d’immagine.
A me sembra una commedia nei toni del verde, e a voi?
Quando ho letto la notizia ho subito pensato a due cose: 1) Google possiede grandi disponibilità di denaro e 2) il carbon trading. Mi sono immaginato quindi frotte di gente pronte a bussare alla porta di Google per offire le propre quote di CO2 (ovviamente, questo fenomeno dev’essere già in atto da tempo, perché gli esperti del settore conoscono i propri polli).
Combinazione, oggi mi è caduto l’occhio su questo articolo:
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-09-12/maiali-ricava-anche-energia-160714.shtml
Il progetto entusiasmante ricava energia per 35 famiglie (diciamo 120 persone?) da un’allevamento di 9000 maiali in un anno. Chiedo lumi a chi è in grado di fare qualche conto: mi piacerebbe sapere, prefissato un obiettivo (tipo: il 5% del fabbisogno di energia dalla cacca di porco), quanti chili di salumi al giorno bisognerebbe mangiare per ottenerlo, perché comunque i maiali esistono per essere mangiati. 70/80 maiali all’anno a persona mi paiono un po’ tanti, ma non sapendo quant’è la vita media di un esemplare e quanto produce in salumi non sono in grado di ottenere una media di consumo di carne.
Però, come dice l’articolo, è un’idea interessante per Google e la faccenda del carbon trading. Ovviamente, il mio sospetto è che l’idea imprenditoriale dietro al progetto sia vendere quote di CO2 piuttosto che produrre energia rinnovabile. Anche perché l’articolo non dice quanto costa quella “porca” energia.
Se ti va di fare qualche conto ti fornisco un po’ di materiale … numerico. (Dati tratti da esperienza diretta ultratrentennale)
Vita media del maiale 12/15 mesi (dipende dal tipo di allevamento: i numeri più piccoli per l’allevamento industriale, quelli più alti per l’allevamento familiare).
Ipotizzando, al momento della macellazione, un peso medio di circa 160/180 kg, la produzione “salumicola” può essere la seguente:
– salsicce 16 kg;
– prosciutti 25 kg;
– altri salumi (capocollo, pancette, ecc.) 15 kg
(valori dopo l’essicagione e stagionatura).
A te le belle cose.
P.S. Se continuiamo di questo passo, però, ci candidano per l’Ig Nobel oltre che proporci per il premio a qualcuno piace caldo!
Ciao, Donato.
Questa è bella e, confesso, mi mancava. 19g di CO2 per ogni e-mail, però! Mi sa che se continuo di questo passo diventerò uno dei più grossi produttori di CO2 del … web! Credo che debbo ridurre drasticamente i miei interventi su CM altrimenti, oltre che scettico, diventerò uno dei principali responsabili del disfacimento climatico. Andare in Camerun a piantare alberi, casomai sorvegliato dai “caschi verdi”, è una prospettiva che non mi affascina.
Ciao, Donato.
Finché non me lo dimostrano con prove serie, la faccenda dei 19 grammi per e-mail resta una grossa bufala, a mio parere. Quindi, tranquillo, scrivi quando vuoi, perché i tuoi interventi sono sempre interessanti e niente affatto banali.
Risulta per altro evidente che diminuendo il numero delle email la produzione di CO2 per ciascuna aumenta a dismisura.
Questo perchè la potenza consumata dai server è in certa misura indipendente dal traffico. Al limite, riducendo il traffico ad una singola email ed imputando il consumo energetico alla medesima arriveremmo anche a 19 tonnellate di CO2… Ex falso quodlibet.
Anche loro a piantare alberi in Camerun, come il notissimo cantante nostrano?
A me sembra che la gente è stata coinvolta in un falso problema (secondo me) e sulla base della notizia (politico-ideologica-)scientifica, si sente in dovere di sparare le… ehm, come dire ?…. “estrosità” più balzane, nella convinzione di contribuire alla soluzione di un problema (che non esiste).
Mi ricordo quando mi fu affidata una ricerca sull’ergonomia, e tutto si voleva legato al consumo (diabolico) di ossigeno, accusato di essere la causa dello stress.
Ma io ragionai.
Andato ad una particella di calcio, con degli amici, pagando di tasca nostra per correre come matti dietro ad una palla che non voleva starsi ferma, con altri amici che pigliavano a calci un po’ lei e un po’ le nostre gambe, pur di buttare quella forma rotonda in una rete (novelli pescatori di pesci palla)… alla fine ne avevamo consumato tanto, ma proprio tanto di ossigeno ! Stressati ? Direi proprio di no.
Voler legare il consumo d’ossigeno allo stress, mi parve proprio una…estrosità.
E che dire dell’attività più bella del mondo ? Se ne consuma di ossigeno, o no ?
Insomma, mi resi conto da solo (senza aspettare dei biechi negazionisti, pagati dalla lobby dell’ossigeno), che quella ricerca non aveva senso…come NON hanno senso tutte queste ricerche (pagate da chi ?) su chi produce più ossigeno, che stanno proliferando… se ne producono di più gli uomini o le donne (e che ce ne facciamo del risultato ? che poi, se lo chiedevano a me, glielo dicevo subito, facendogli risparmiare i soldi della ricerca), se gli atleti ne producano troppo (aboliamo lo sport ?), se il matrimonio ne produca troppo (non ci sposiamo più?) o se il divorzio ne produca troppo (e allora, se ci siamo comunque sposati almeno non divorziamo…) e via dicendo in un crescendo di fantasie senza limiti.
E mi domando seriamente, ma seriamente davvero, dove questa gente prenda certi dati, come quei 19 grammi di CO2 che sarebbero prodotti da ogni singola e-mail… dato che mi suona così assurdo che sospetto fortemente che sia frutto di pura fantasia.
Se questo dato viene fuori da una “stima”, ebbene, io la “stima” a quei ricercatori gliela leverei senza perdere un solo istante.
Insomma, ho l’impressione che stiamo allegramente correndo dietro alle streghe, preparando processi e roghi, senza renderci conto che le streghe non esistono.
Secondo me.