Che in un Pianeta più caldo debba esserci meno ghiaccio mi pare indiscutibile. Che questo stia accadendo pur con dinamiche piuttosto controverse anche. Così è anche ovvio che la maggior parte degli sforzi di ricerca siano concentrati sulle calotte polari, dove le dinamiche della redistribuzione del calore sul Pianeta vogliono che salga la temperatura più che su ogni altra zona.
E così, appunto a causa di dinamiche inspiegabili, la ricerca e il monitoraggio continuano a rilevare che la calotta polare artica continua a soffrire una importante perdita di massa, mentre quella antartica scoppia di salute e di ghiaccio, fatta eccezione per la Penisola Antartica, dove invece il ghiaccio sta diminuendo.
Occorre dunque fare molta ricerca in-situ, magari aggiungendoci qualche secondo fine che potrebbe tornare utile, tipo acquisire informazioni per lo sfruttamento delle materie prime sepolte sotto il ghiaccio o nella profondità dei mari settentrionali.
Sono queste le ragioni (la seconda soprattutto) per cui esistono le basi antartiche. Prima fra tutte la celeberrima Vostok, da cui provengono i carotaggi che hanno raccontato la storia dell’atmosfera del Pianeta; non meno famosa Mc Murdo, la base americana che praticamente funge da hub per tutti gli altri insediamenti nell’area del Mare di Ross.
Ora, per gestire una base polare serve una quantità enorme di combustibile fossile. E questa è l’unica cosa che proprio non può essere trasportata in aereo, deve arrivare laggiù necessariamente per mare. Quando il mare è ghiacciato, ovvero praticamente quasi sempre salvo un paio di mesi in estate quando comunque resistono fior di iceberg, per giungere sulla costa c’è bisogno dell’aiuto di un rompighiaccio. Negli ultimi anni la base Mc Murdo è stata servita da una unità svedese, la nave Oden, splendido vascello che unisce alla sua forza dirompente anche la qualità di essere attrezzata per la ricerca scientifica. Purtroppo però quest’anno la marina svedese ha mandato al Segretario di Stato americano la lettera che segue:
Gli ultimi due inverni sono stati decisamente rigidi per il Mare del Nord, per cui gli amici svedesi pensano che l’unità di loro proprietà potrebbe essere utile nei pressi di casa. Niente più rompighiaccio significa seri problemi di approvvigionamento per parecchie basi antartiche. Sicché dobbiamo registrare l’ironica situazione in cui la ricerca sul riscaldamento globale sia messa a rischio dal fatto che nell’emisfero nord fa troppo freddo, ovvero, come leggiamo nella lettera, dal fatto che ci sia troppo ghiaccio.
Ma non finisce qui. Gli Stati Uniti hanno appena noleggiato un altro rompighiaccio da una compagnia russa, perché delle uniche due unità disponibili la prima è impegnata e la seconda è troppo leggera. La nave che aprirà la strada alle cisterne quindi, non essendo attrezzata per la ricerca, stazionerà nell’area bruciando grandi quantità di combustibile fossile perché si possa portare ancora più grandi quantità di combustibile fossile per riscaldare con combustibile fossile la ricerca sul riscaldamento globale. Tutto questo, pare, perché fa troppo freddo.
NB: da WUWT a firma di Willis Eschenbach.
Ma che se ne fanno di un rompighiaccio alla McMurdo, quando la temperatura, in data odierna, è di appena:
http://www.antarcticconnection.com/antarctic/stations/mcmurdo.shtml
-28 C
scommetto che in Antartide stanno tutti in canottiera a godersi il caldo sole di questa epoca così riscaldata dalle attività umane…
-28C…dico…-28 C… manco hanno bisogno del frigorifero, beati loro… !
Immaginati poi Guido quando ci sara’ l’ondata calda, con anomalie di +15 gradi urlate al mondo e tutti la’ a sudare a -13C…
[…] fenomeno, di cui da notizia Climate Monitor, è, per ironia della sorte, dimostrato dal fatto che la Svezia, che da anni fornisce un […]