Leggete qui, Carlo Stagnaro su Il Foglio:
Se sei uno scettico del clima non puoi riunirti pubblicamenteIn Belgio una lettera del comitato dell’Onu che studia il clima blocca una conferenza sui cambiamenti climatici
Siamo al fascismo del clima? In Belgio, è bastata una lettera minacciosa e diffamatoria dell’Intergovernmental Panel on Climate Change – il comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – per impedire il normale svolgimento di una conferenza sul riscaldamento globale, sospettata di essere un sedizioso raduno di eretici. Non è distopia ma cronaca, come raccontano due dei protagonisti della vicenda, il matematico Claes Johnson dell’Università di Stoccolma e Henri Masson della Société Européenne des Ingénieurs et Industriels (Seei).L’antefatto: da diversi mesi un gruppo di lavoro spontaneo della Société Européenne des Ingénieurs et Industriels, un’organizzazione tecnico scientifica di Bruxelles, si riunisce per discutere della scienza del clima presso i locali della Fondation Universitaire della capitale belga. Il gruppo ha maturato un approccio scettico verso l’allarmismo sul riscaldamento globale. Il punto rilevante, qui, non è se abbiano ragione i dubbiosi o i catastrofisti: il punto è che ciascuno ha diritto di valutare argomenti e prove a favore delle diverse tesi, e maturare un’opinione informata sul tema. Approfittando della presenza a Bruxelles di Johnson e di Fred Singer, fisico all’Università della Virginia, il gruppo aveva organizzato un evento pubblico, inizialmente previsto per l’1 settembre. Come sempre organizzato sotto l’egida della Seei, come sempre ospitato dalla Fondation Universitaire.
Meno di 24 ore dopo che la mail con l’invito era stata fatta circolare, il 22 agosto scorso, la Seei riceve una mail dal vicepresidente dell’Ipcc, Jean-Pascal van Ypersele, climatologo belga e autore di un rapporto commissionato da Greenpeace (il che, naturalmente, è indice di cristallina trasparenza e puro interesse scientifico del tutto disconnesso da un’agenda politica purchessia). Van Ypersele scrive di Singer che “la sua integrità morale lascia molto a desiderare” e aggiunge che “eminenti colleghi mi hanno scritto che il signor Johnson non è migliore”. In un raro esempio di integrità morale, Van Ypersele ritiene dunque che sia “scandaloso” che tali individui siano associati alla Seei e pretende di “sapere rapidamente quali misure la Seei abbia intenzione di prendere per distanziarsi da questo evento”.
Il resto è comica allo stato puro. La Seei e la Fondation Universitaire chiedono a Masson, l’organizzatore, di cancellare l’evento, ciascuna giustificandosi con l’argomento che non intendeva mancare di rispetto all’altra. Il presidente della Seei, Michel Van Hecke, scrive a “mon cher Henri” Masson che, a causa delle “varie reazioni totalmente negative” impongono di “salvaguardare le relazioni”, cioè sacrificare la libera discussione. Il commento di Claes: “l’unica ragione per bruciare i libri, o per sopprimere una discussione, è che presentano tesi corrette, ma spiacevoli”. La reazione di Singer: “il nostro collega dell’Ipcc mette in discussione la mia onestà. Bé, proprio ora l’Ipcc mi usa come revisore scientifico, pubblico regolarmente su riviste sottoposte a revisione paritaria (peer review), e sono un socio eletto di molte società scientifiche. Quindi dev’esserci qualcuno che è in disaccordo con van Yp”.
Epilogo: l’evento si svogerà comunque, stessa data (1 settembre), stessa ora (le 18,00), stesso programma (Singer e Claes) ma in un luogo diverso (Place Royale, 44, 1640 Rhodes Saint Genèse) e in forma strettamente “privata” con accesso solo su invito, anch’esso strettamente “privato”. Il problema non è più il clima. E’ la libertà di parola e di ricerca, e l’ostinata lotta contro di essa da pate di una lobby ideologica pagata dai contribuenti.
Però, interessante. Del resto non vedo dove sia il problema. Cosa vogliano intendere i sapientoni del clima quando usano il termine “negazionista” è cosa nota. Appena qualche giorno fa poi l’ottimo Al Guru ha avuto modo di paragonare gli scettici ai razzisti, argomentando che la battaglia da compere nei loro confronti è come quella combattuta (e purtroppo non ancora vinta) contro chi pone in essere discriminazioni razziali.
Evidentemente ligio al dovere, l’altrettanto ottimo vice-presidente dell’IPCC ha mosso la prima pedina, discriminando chi la pensa diversamente da lui e utilizzando il peso di una organizzazione potente come l’IPCC che nessuna università, fondazione o lobby vorrebbe mai avere contro, per impedire un libero confronto di opinioni. Che spettacolo!
NB: grazie a Andrea per la segnalazione.
giusto qui non si fa politica…..
Se non hanno l’aiutino (autoritario) non starebbero in piedi un minuto.
Stessa cosa per la green economy a cui un periodo di vacche magre e di dura competizione con la cina tagla rapidamente le gambe.
Dal Corriere:
– Chiude Solyndra simbolo green economy
Obama diede all’azienda mezzo miliardo di dollari, ma è finita in bancarotta. È polemica a Washington –
http://www.corriere.it/ambiente/11_settembre_01/solyndra-obama-economy_897e17f0-d4c5-11e0-b70d-4333dfe15096.shtml
Si legge una piccata replica:
– Ma la Casa Bianca risponde alle polemiche. E ha fatto sapere che continuerà a sostenere questo mercato: «Anche se siamo addolorati per come è andata a finire questa azienda – si legge in una nota- continuiamo ad avere fiducia nel settore dell’energia pulita. –
Capito? Energia pulita, non energia sporca… Mah!?
Semplicemente scandaloso.
Voltaire sembra abbia detto: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire». Non si chiedeva tanto ai fondamentalisti dell’AGW, sarebbe solo stato più corretto chiedere di far parlare anche un proprio relatore oppure attendere di conoscere i contenuti della relazione per replicare. Invece il loro obiettivo sembra solo denigrare la persona (non ciò che dice) e/o ridurla al silenzio. Prima dicevano che gli scettici non esistevano, poi che erano pochi, dopo che erano pagati ed infine sembra non si voglia far conoscere ciò che dicono. Sembrano solo segnali di debolezza di chi non vuole confrontarsi ma solo imporre, “per il nostro bene”, le loro convizioni, ideologie e scelte.