Chiarisco subito ogni eventuale equivoco: con questo post non vi racconterò di una inversione di tendenza rispetto al calo d’interesse per gli argomenti climatici commentato appena ieri, il declino della consapevolezza climatica è confermato.
Oggi si parla di pazzi veri, sebbene sia consapevole del fatto che usare questo termine colloquiale per definire chi è affetto da disturbi mentali potrà apparire poco politically correct. Però penso proprio che sia giunta l’ora di posare il fioretto e passare alla clava. Del resto, in qualità di scettico climatico, credo di essere stato inserito già da tempo nelle liste di quanti dovrebbero essere sottoposti a terapie di sanificazione mentale, come proponeva una università inglese qualche tempo fa. I pazzi fanno i pazzi no?
In atetsa che la Croce Verde parcheggi davanti a casa mia vi propongo questo spettacolare lancio d’agenzia:
Salute: cambiamento clima aumenta malattie mentali – Ricercatori australiani, prove chiare effetti
(ANSA) – SYDNEY, 30 AGO – Fra le conseguenze deleterie del cambiamento climatico vanno considerati i tassi crescenti di malattie mentali. Secondo una ricerca australiana, condotta dall’autorevole Climate Institute, la perdita di coesione sociale in seguito a severi eventi legati al cambiamento climatico, come cicloni e siccita’, puo’ essere legata a ansia, depressione, stress post-traumatico e abuso di droghe.
Il rapporto intitolato ‘Un clima di sofferenza: il reale costo dell’inazione sul cambiamento climatico’, definisce gli ultimi 15 anni ”un’anteprima della vita sotto un riscaldamento globale incontrollato”. Lo studio collega la siccita’ durata un decennio e i recenti cicloni, incendi e alluvioni, con l’indebolimento delle strutture sociali causato dalla perdita di lavoro e dalla conseguente instabilita’, ricordando che nelle comunita’ rurali del Paese il tasso dei suicidi e’ aumentato dell’8%.
”Vi sono prove realmente chiare degli effetti di severi eventi meteorologici e disastri naturali sulla salute mentale. Ora abbiamo mezzi piu’ accurati per valutare le conseguenze di questi eventi sulla salute mentale”, ha detto uno degli autori dello studio, il prof. Ian Hickie dell’Istituto di ricerca sul cervello e la mente. ”Quello che finora e’ stato gravemente sottovalutato e’ l’effetto sulla coesione sociale, che e’ molto difficile da ricostruire e ha effetti critici sulla salute mentale degli individui”, ha aggiunto. (ANSA)
Sicché se non ci sbrighiamo a correre ai ripari rischiamo veramente di brutto, e ho paura che in Australia la faccenda sia già molto preoccupante, se quanto riportano questi ricercatori dovesse essere vero.
Ma, un momento, il governo australiano infatti ha da poco imposto ai propri cittadini il pagamento di una Carbon Tax, ovvero di una tassazione direttamente riferita alle emissioni di CO2. Ma non sarà che i nostri amici di downunder sono stati colti dall’ansia e dalle manie depressive cercando inoltre rifugio nelle sostanze stupefacenti per questa ragione?
I benefici del riscaldamento globale sulla salute umana sono stati bene illustrati da Umberto Tirelli in occasione del convegno organizzato dall’associazione Galileo 2001 nell’ottobre 2009 e riportati nel volume “Clima, Energia, Società” edito da 21.mo secolo.
Il catastrofismo mal digerisce certi dati ben illustrati anche da NIPCC.
infatti la mortalità mensile è maggiore nei mesi freddi che nei mesi caldi, sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale. Purtroppo sono sotto attacco virale e non posso fare ricerche per documentare questi dati, ma credo che non vi sarà difficile fare una verifica.
ps
sono costretto a scrivere con wordpad perché se scrivo in facebook, o in CM la mia tastiera impazzisce e fa le cose più strane. Ho anche cambiato tastiera, e si comporta allo stesso modo. Invece non ho problemi con wordpad, dove la tastiera funziona senza nessun problema.
Il problema della follia cambioclimatista e catastroecologista è stato già affrontato su Grist e spiega molte, molte, MOLTE personalità con cui abbiamo avuto a che fare in questi anni.
Credo che ormai, specie in Italia, siamo al cortocircuito, alla schizofrenia in cui chi vuole fermare il cambiamento climatico vuole anche fermare il nucleare nonostante i moniti di molte agenzie internazionali, e qui cito:
L’Autorità sta studiando tutte le misure possibili, ma il forte impulso dato alle fonti rinnovabili non potrà bastare: come ha dichiarato Joachim Knebel, responsabile scientifico del Karlsruhe Institute of Technology, «è facile dire “andiamo sulle rinnovabili”. Un giorno sicuramente potremo fare tranquillamente a meno del nucleare, ma questa decisione è troppo improvvisa».
La conseguenza inevitabile è, almeno per un certo periodo, un aumento del ricorso alle fonti fossili, soprattutto gas e carbone: proprio il contrario dell’atteggiamento che ha avuto finora la Germania, capofila dell’ambientalismo europeo.
È su questo aspetto che si è concentrato un editoriale del New York Times del 29 agosto, secondo cui la stessa Agenzia internazionale per l’energia, finora sempre pronta a lodare le politiche ecologiste tedesche, ha espresso preoccupazione: il presidente della divisione gas e carbone Laszlo Varro, citato dal New York Times, ha affermato che l’uscita della Germania dal nucleare «è una brutta notizia dal punto di vista delle politiche per il clima». Secondo Varro «siamo vicini a perdere la battaglia, e la rinuncia al nucleare aggiunge una difficoltà che non era necessaria».
http://www.nuclearnews.it/news-2755/per-la-germania-sar-dura/
Ma l’effetto dell’AGW sulla mente fa divenire malati di mente anche chi studia il fenomeno? Ne avranno tenuto conto?
Ho cercato il documento originale, su http://www.climateinstitute.org.au/our-publications/reports/874-aclimateofsuffering , ma chissà se farò in tempo a leggerlo prima di subire gli effetti dell’AGW. Quindi i periodi caldi del passato detti “ottimi” erano pieni di “matti”? Credo che in Italia anche l’aumento delle tasse è dovuto all’AGW e l’aumento del precariato, la correlazione è alta.
Reply
Ottima osservazione Fabio. Potrebbe essere un classico caso di feedback positivo, ovvero una catena di impazzimento inarrestabile definibile Runaway Madness Effect. A questo punto però occorre capire perché, nonostante abbia in effetti fatto tanto caldo anche in passato, il meccanismo non si sia mai innescato, posto che sono certo che nessuno oserà negare che questo in cui viviamo è certamente il periodo della storia umana con il più elevato numero di pazzi in circolazione.
gg
Ma robe da matti!
Fino a che possiamo, teniamoci ben stretto CM! Qui tutti hanno libertà di parola e nessuno minaccia di far saltare per aria chi la pensa diversamente. Almeno fino a quando il cambiamento climatico non altererà la salute mentale di qualcuno di noi.
Ciao, Donato.
Scusate ma non riesco a trovare un altro modo per segnalarvi questo articolo: http://www.ilfoglio.it/soloqui/10173
Giova ricordare anche questo…