Basta spostarla ogni volta un po’ più in alto. Le temperature non crescono più malgrado dovessimo essere già arrosto? Niente panico, le nuove previsioni mostrano chiaramente e inequivocabilmente che dopo questa misteriosa parentesi, presumibilmente indotta sempre dalle attività umane, esse torneranno a crescere. Global warming wil resume, come dicono quelli bravi.
Le rinnovabili faticano a trasformarsi in qualcosa di visibile nei grafici del consumo energetico malgrado gli sforzi enormi e le ancora più enormi risorse ad esse destinate, nonostante le previsioni di Amory Lovins per conto degli Amici della Terra (Friends of the Earth) di “appena 35 anni fa? Niente panico, ci pensa Greenpeace a rinnovare la speranza.
Et voilà. Dal blog di Steve McIntyre, le immagini e l’idea. Cambiano gli anni e le proiezioni temporali, restano salde le utopie. Nel linguaggio scientifico i due grafici si direbbero decisamente simili. A sinistra la proiezione di un articolo di Lovins per gli Affari Esteri redatto nel 1976. A destra i numeri espressi nell’ultimo special report dell’IPCC sulle fonti rinnovabili e relativi allo scenario indicato da Greenpeace. Piuttosto interessante notare lo shift in avanti di una trentina d’anni almeno perché le rinnovabili si facciano finalmente vedere. Curiosamente però il definitivo declino dei derivati del carbone dovrebbe cominciare più o meno ora e terminare con l’annientamento tra una quindicina d’anni, sia per l’utopia di allora che per quella di oggi.
Non succederà? Dal punto di vista di chi campa suggerendo questo genere di “percorsi morbidi” poco importa, ci sarà sempre un report da riempire.
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