Non ci abbiamo capito un accidente. Trenta anni fa il Sahel è stato vittima di una devastante siccità. Oggi tocca al Corno d’Africa. Se avete voglia di leggere il più efficace condensato di fesserie pseudo-ambiental-climatiche che mi sia capitato di vedere date uno sguardo a cosa dice Wikipedia in italiano sull’argomento. Se invece ne volete sapere qualcosa in più leggete la versione in lingua inglese.
Se invece volete sapere cosa sta succedendo ora nel Sahel, potete leggere questo breve articolo della GWPF.
Se invece come dice Bishop Hill siete curiosi di sapere cosa diceva nel 2007 l’IPCC nel 4AR, ci possiamo provare, sempre grazie ad uno dei lettori di BH.
Negli ultimi 25 anni, il Sahel ha registrato il più consistente e duraturo calo delle precipitazioni mai registrato in tutto il mondo nel periodo delle misurazioni strumentali (Hulme e Kelly, 1997). La regressione lineare dei dati di precipitazione da 24 stazioni nel Sahel africano occidentale nel periodo 1901-1990 produce un trend negativo, pari a una flessione di 1,9 deviazioni standard nel periodo 1950-1985 (Nicholson e Palao, 1993). Dal 1971, la media di tutte le stazioni è scesa sotto la media degli ultimi 89 anni ha mostrato una persistente tendenza al ribasso dal 1951.
Poiché l’evapotraspirazione costituisce l’unico input locale al ciclo idrologico in aree prive di acque superficiali, la riduzione della copertura vegetale può portare alla riduzione delle precipitazioni, avviando un ciclo di feedback positivo. IPCC 4AR 2007
Con ciclo di feedback positivo si intende questo: dove piove di più pioverà di più, dove è secco sarà più secco, dove è caldo sarà più caldo etc etc. In poche parole sarà sempre peggio.
Bene, registriamo che le piogge sembrano essere tornate e così pare anche per la vegetazione. Il feedback positivo è scongiurato, la jattura dell’IPCC pure.
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