Proprio così siore e siori, il solleone batte ovunque, anche dove normalmente luglio vuol dire pieno inverno.
Non può essere diversamente, a meno che l’insolazione presa da chi riporta la notizia non sia così grave da aver fatto travisare completamente il senso dell’accaduto.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si riunisce per una sessione straordinaria e all’ordine del giorno c’e’ la pace ambiental-climatica. L’obbiettivo, secondo quanto riportato molto brevemente da corriere.ite un po’ più approfonditamente da greenreport.itsarebbe quello di estendere il mantello della sicurezza internazionale alle situazioni di conflitto che abbiano cause ambientali direttamente connesse con gli sconquassi climatici. Gli alfieri della pace climatica dovrebbero essere dei contingenti di ‘caschi verdi’ appunto sotto il controllo ONU.
Ma, leggiamo, pur trovando sensata la proposta che pare venga dai paesi insulari ‘già vittime dei cambiamenti climatici (sic!), la Germania, per il tramite del suo ambasciatore fa sapere che:
“E’ troppo presto per pensare seriamente ad un’azione del Consiglio in materia di cambiamento climatico. Un buon primo passo sarebbe quello di riconoscere la realtà del climate change e le sue implicazioni inerenti alla pace e alla sicurezza internazionale”.
Riconoscere. Già, magari per legge, visto che con la scienza non ci si riesce.
Speriamo torni presto il fresco.
Se i caschi Verdi funzioneranno come hanno dato prova di funzionare i caschi Blu dell’ONU, beh potremo star tranquilli che non combineranno niente, salvo talvolta fuggire o farsi prendere prigionieri, in compenso la loro organizzazione costerà un pacco di soldi.