Mi è arrivato il questionario nazionale del Centro ricerca produzioni animali il CRPA, che riguarda le possibili evoluzioni degli allevamenti da bovina da latte nei prossimi 20 anni.
Vi giro le domande riguardanti le bio-energie e i cambiamenti climatici con i miei commenti e vi aggiornerò in seguito sull’esito finale del questionario.
11.La produzione e la disponibilità di foraggio prodotto sul territorio dell’Italia centro-settentrionale (Emilia Romagna esclusa) subirà nei prossimi 20 anni una riduzione [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
Calerà perchè diminuirà sempre di più la SAU cioè la superficie agricola utile.
12.Qualora riteniate che la produzione di foraggio sul territorio dell’Italia centro-settentrionale (Emilia Romagna esclusa) diminuisca nei prossimi 20 anni, tale riduzione sarà pari a:
0-5%
5-10%
10-20%
20-30%
superiore al 30%
Sopra il 20% a causa della crescente competizione territoriale delle bioenergie e dell’edilizia. Potrebbe essere anche oltre il 30% se gli incentivi sulle bioenergie resteranno così alti come adesso.
20.Le tecnologie energetiche da fonti rinnovabili (in primo luogo, biomassa) avranno un impatto sulla competitività degli allevamenti che operano nel comprensorio del Grana Padano: [*]
molto negativo
negativo
nessun impatto
positivo
molto positivo
Molto negativo se continua l’attuale politica energetica sul biogas che permette l’integrazione con materie prime nobili (insilati) perchè crea inevitabilmente:
– competizione territoriale e alimentare
– un aumento dei prezzi delle terre in affitto e in concessione per gli spandimenti,
– e un aumento dei prezzi di foraggi, insilati, e cereali.
21.L’adozione di tecnologie energetiche da fonti rinnovabili (in primo luogo, biomassa) interesserà una percentuale di allevamenti che operano nel comprensorio del Grana Padano pari a:
0-15%
15-30%
30-45%
45-60%
superiore al 60%
Sopra il 30% perchè è davvero molto conveniente per gli allevatori, come già detto conviene di molto produrre insilati (se in autoproduzione) per produrre biogas che per produrre latte. Come già detto pptrebbe essere anche oltre il 60% se le leggi in particolare sugli spandimenti dei digestati lo permetteranno.
35.I costi per la protezione dell’ambiente (ad esempio gestione reflui, CO2, nitrati, metano di origine animale) saranno trasferiti in misura sempre maggiore nei prossimi 20 anni agli allevatori [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
Una triste e drammatica evidenza per quanto riguarda i nitrati un incubo del futuro per le emissioni zoogeniche inquinanti (NH4, H2S, e polveri sottili nelle fasi di alimentazione) climalteranti (CH4 e N2O) e maleodoranti. I problemi sulle emissioni zoogeniche sono attualmente enormemente sottovalutati.
36.I sistemi di controllo del rispetto delle regole ambientali nei processi di produzione nei prossimi 20 anni saranno:
meno stringenti degli ultimi anni
in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni
più stringenti degli ultimi anni
significativamente più stringenti degli ultimi anni
Ci sarranno norme sempre più severe per adeguarsi alle direttive comunitarie.
38.Il ruolo di presidio e tutela del territorio da parte delle imprese agricole (e dell’imprenditore agricolo) troverà adeguato riconoscimento economico da parte degli organi di governo [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
Non penso proprio che i ministri dell’agricoltura, spesso incompetenti in agricoltura, si occupino seriamente di produzioni zootecniche nei prossimi 20 anni, visto che non l’hanno mai fatto in 60 anni…
42.Il consumatore di latte e di prodotti caseari in Italia e nei Paesi avanzati si orienterà sempre più verso prodotti biologici [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
Non penso, ma se fosse sarebbe negativo perchè il biologico costa di più e crea competizione territoriale e alimentare.
44.Nei prossimi 20 anni il cambiamento climatico ed il surriscaldamento determineranno nei territori del comprensorio del Grana Padano una significativa riduzione della quantità di foraggi [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
45.Nei prossimi 20 anni il cambiamento climatico ed il surriscaldamento determineranno nei territori del comprensorio del Grana Padano una significativa riduzione della qualità dei foraggi. [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
46.Nei prossimi 20 anni il cambiamento climatico ed il surriscaldamento determineranno nei territori del comprensorio del Grana Padano una significativa riduzione di terreni e risorse idriche per l’allevamento dei capi bovini. [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
La piovosità in pianura padana è calata lievemente negli ultimi 20 anni, ed è più concentrata, ma penso che la produzione di foraggi non cambi con il riscaldamento globale dei prossimi 20 anni, e di fatto non è successo finora. Secondo il prof Stefano Tibaldi “piove leggermente di meno, ci sono meno giorni in cui piove, ma quando piove, lo fa più intensamente”.
Di certo servirebbe una politica razionale nella gestione dell’acqua.
Bisogna però ricordare che nell’ultimo decennio le rese all’ettaro sono diminuite, ma non per la carenza di acqua, perchè la redditività all’ettaro è più alta con le rese medie e non con le rese alte. Questo perchè per ottenere le rese più alte bisogna lavorare, concimare, diserbare ed irrigare di più e non è la strategia più conveniente.
47.Nei prossimi 20 anni il cambiamento climatico ed il surriscaldamento
determineranno nei territori del comprensorio del Grana Padano una significativa riduzione della quantità e della qualità di latte prodotto mediamente dal singolo capo. [*]
Non sono affatto d’accordo con questa affermazione
Sono d’accordo solo in parte (più no che sì)
Sono abbastanza d’accordo (più si che no)
Sono completamente d’accordo
La quantità di latte procapite potrebbe calare con l’aumento della temperatura, sempre che aumenti effettivamente in modo significativo il che non risulta negli ultimi 15 anni. C’è però da registare che nelle stalle israeliane dove fa molto più caldo che da noi hanno comuqnue alte produzioni procapite.
Sulla dimunizione della qualità del latte penso che i cambiamenti climatici non abbiano nessuna influenza.
Vi risparmio le risposte sugli OGM, sulla meccanizzazione, sull’informatizzazione, e sull’utilizzo di manodopera straniera perchè sarebbero fuori tema rispetto al blog ma sappiate che sono favorevole.
Sono sicuro che gli allevatori e i tecnici veterinari risponderanno in modo diverso da me, perchè dai media arriva solo il messaggio del catastrofismo climatico.
..vedremo.
Peccato abbiano escluso proprio l’Emilia Romagna, teatro in questi giorni di una delle piu’ tragiche conseguenze dei cambiamenti climatici.