Non capita spesso nel dibattito scientifico in materia di clima. In genere quel che appare nei comunicati stampa e’ sempre peggio del previsto. Il mare salira’ di più, il ghiaccio si scioglierà più rapidamente, gli eventi estremi saranno più intensi etc etc.
Tutto questo dovrebbe accadere per effetto di una tendenza della temperatura media del Pianeta ad aumentare. Un rateo di crescita definito in modo piuttosto arbitrario ‘unprecedented’ e per questo pericoloso.
Domanda: cosa succederebbe se si scoprisse che il trend della temperatura media del Pianeta e’ meno accentuato di quanto si pensava? Beh, innanzi tutto sarebbe molto meno ‘unprecedented’ e poi forse tutti i disastri previsti e sin qui molto poco visti sarebbero un po’ meno certi. Solo un po’, per carità, non ho voglia di farmi dare del negazionista proprio in una oltremodo calda giornata estiva.
Ebbene pare che questo sia il caso. Su Realclimate e’ apparso un post molto interessante in cui si da’ conto della revisitazione del dataset delle temperature medie superficiali del mare. Un aggiornamento che tra maggiore disponibilità di dati grezzi e migliori procedure statistiche abbatte in modo sostanziale il trend delle temperature. Naturalmente si parla solo di mare, pero’, assumendo che i dati sull’oceano pesino per circa il 70% sul dataset delle temperature globali, si arriva all’ipotesi che il trend con cui le temperature sono salite dal 1948 al 2006 (il periodo considerato ‘unprecedented’ dall’IPCC) potrebbe ridursi del 17% o forse più.
Questo sotto e’ il nuovo grafico delle temperature oceaniche.
Questo invece e’ il confronto tra il vecchio e il nuovo dataset.
E questa infine e’ la stima dell’impatto di questa variazione sul trend delle temperature medie superficiali globali.
Va detto che la variazione del dataset delle SST si ferma al 2006, perché i dati provenienti dalle unita’ navali militari sono protetti per ragioni di sicurezza. Nel breve volgere di qualche anno saranno comunque aggiornati e ancora prima sara’ calcolato l’impatto reale e non stimato di questa variazione sul trend delle temperature medie globali.
Ora questa revisitazione credo abbia un forte significato scientifico, specialmente con riferimento a quella ‘settled science’ venduta con evidentemente troppa fretta da alcuni, tra questi certamente IPCC et similia. Il blogger che ne parla su Realclimate, Gavin Shmidt, che incidentalmente e’ anche tra gli autori più quotati del panel ONU, preferisce pero’ sottolineare che quanti alcuni anni fa avevano immaginato un trend più basso e quindi una scienza meno ‘settled’, avevano sovrastimato l’errore. Di questo evidentemente si bea, dimenticando di sottolineare o forse evitando scientemente di farlo, che i primi ad essersi sbagliati erano loro.
Ora pare che i dati delle temperature osservate siano più simili a quelle simulate dai modelli. Non so perché ma ci avrei scommesso!
Noto con piacere che il famigerato “panettone”, come veniva definito da qualche autore lo strano andamento delle anomalie delle temperature della superficie marina nel periodo a cavallo degli anni ’40 dello scorso secolo, è quasi del tutto sparito. Il problema del “panettone”, però, secondo me, resta irrisolto. Mi spiego meglio. Con riferimento all’ultimo diagramma presentato nell’articolo, si nota un continuo innalzamento delle temperature a partire dal 1910 e fino al 1940. A partire dal 1940 (curva rossa) si aveva una brusca diminuzione delle temperature che continuava fino al 1950. Successivamente il trend si invertiva e le temperature ricominciavano a salire: lentamente fino al 1970/80, molto più velocemente a partire dal 1980. Nessuno era mai riuscito a spiegare in modo definitivo l’andamento delle temperature dopo il 1940. Una delle spiegazioni del fenomeno consisteva nella diversa tecnica di misura delle temperature nel periodo bellico e post bellico. Si vede che, alla fine, si è individuato l’errore sistematico commesso e le temperature sono state corrette (curva nera). Secondo me, però, rimane da spiegare perché le temperature, a partire dal 1940 e fino al 1970/80, hanno invertito il trend “rialzista” avuto dal 1910 al 1940. Cosa è successo in quel trentennio? E’ forse diminuita la concentrazione di CO2 in atmosfera e, quindi, è venuto meno il forcing antropico? Se non erro la concentrazione di CO2 in atmosfera è cresciuta in modo ininterrotto a partire dall’inizio della rivoluzione industriale. Questo significa che a partire dal 1940 deve essersi verificato qualcosa che ha determinato un lungo periodo di stasi delle temperature. Il problema è stabilire che cos’é questo qualcosa. Scoprendo questo qualcosa, secondo me, riusciremo a capire meglio anche gli sviluppi futuri del clima.
Ciao, Donato.
p.s. Dire che, in ogni caso, la correzione non ha modificato l’andamento delle temperature (previsto e misurato) nei decenni successivi è molto semplicistico in quanto non risponde all’interrogativo posto.