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Clima che cambia? Ad ognuno il suo click

E’ domenica, che male c’è se andiamo appena un po’ fuori tema? Del resto questa faccenda del clima che cambia, del Pianeta che si scalda, del disfacimento climatico etc. etc. mi sa che finirà per venirci a noia. Specie se mentre ci si accapiglia tra le opposte fazioni di scettici e credenti tutto questo non succede.

Sicché come rimediare?

Semplice, ci pensa Google. Già, mi è capitato tra le mani un post di Pino Bruno, giornalista esperto di comunicazione digitale e di tutto quanto circola dentro, fuori e attorno al web. Una lettura interessante in cui si affronta il tema della “personalizzazione” della risposta del motore di ricerca più utilizzato di tutti – Google appunto- in base alle caratteristiche personali del richiedente. Dati che il sistema impara nel tempo e/o desume partendo da un discreto numero di parametri base.

Questo il post: Internet non è più uguale per tuttiPino Bruno

Mi ha colpito soprattutto questo passaggio:

Ora che Google è personalizzato, la ricerca di “cellule staminali” probabilmente dà risultati diametralmente opposti agli scienziati che sono favorevoli alla ricerca sulle staminali e a quelli che sono contrari. Scrivendo “prove del cambiamento climatico” un ambientalista e il dirigente di una compagnia petrolifera troveranno risposte contrastanti.

Possibile? Forse sì considerato quanto siano diventati sofisticati i gli algoritmi dei motori di ricerca. Non so quanto questo sia un bene però, perché si corre il rischio di trovare sì informazioni sempre più rispondenti alle proprie esigenze, ma anche sempre più orientate verso le proprie esigenze, col risultato di consolidare e isolare le opinioni piuttosto che contribuire alla loro circolazione.

Dato che siamo già stanchi di andare fuori tema, sarà forse il caso di ricordare che qualche mese fa vi avevamo dato conto della “discesa in campo” di Google nel dibattito sui cambiamenti climatici. L’azienda ha infatti selezionato un team di 21 esperti di comunicazione scientifica perché trovino il sistema di far capire al mondo che il cambiamento climatico è un problema. Capito? Non è il clima che si rifiuta di cambiare seguendo il pattern definito dall’ipotesi AGW a generare scetticismo, è la comunicazione a non essere abbastanza efficace.

La somma tra quanto analizzato da Pino Bruno e questa amena notiziola di qualche mese fa genera un po’ di sconcerto. Speriamo bene…

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Un commento

  1. Maurizio Rovati

    Nel frattempo… Meglio disabilitare i cookies. 😉

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