Una semplice segnalazione che però penso dovrebbe far riflettere. Si tratta di un post piuttosto complesso pubblicato sul blog di Judith Curry ma a firma di tal Nicholas Lewis di professione matematico e statistico, in cui si criticano profondamente le scelte fatte dall’IPCC nella compilazione del capitolo dell’AR4 del 2007 che riguarda la stima della sensibilità climatica.
Più o meno tutti sanno che negli ultimi due anni sono piovute parecchie critiche all’operato del panel in occasione del report del 2007. Un certo numero di errori piuttosto evidenti, un uso poco chiaro di letteratura “grigia”, un indirizzo ideologico non adatto ad una pubblicazione che vorrebbe raccogliere lo stato dell’arte della conoscenza scientifica nel settore del clima. La risposta a queste critiche è sempre stata che alcuni errori poco rilevanti non possono scalfire l’importanza e la rilevanza di un report molto corposo quale l’AR4 è in effetti.
Bene, che succede se si scopre che la stima della sensibilità climatica, cioè la stima della risposta del sistema in termini di riscaldamento ad un raddoppio della concentrazione di CO2 rispetto all’era preindustriale è arrivata reinterpretando in modo distorto, ingannevole e, soprattutto ingiustificato dal punto di vista procedurale, quanto messo a disposizione dalla pubblicazione cui nel report stesso si fa riferimento?
Succede che le Scientifical basis, quelle di cui si occupa il WG1 dell’IPCC da “basis” diventano trampoli, che portano sì più in alto, ma che facilmente possono far cadere. Sarà così?
Per comprendere a fondo il problema, cosa che a me non è riuscita, occorre avere una preparazione statistica tutt’altro che superficiale, per cui chiederei volentieri a qualcuno dei nostri lettori che volesse cimentarsi con l’argomento di farci sapere qualcosa.
Trovate tutto qui: The IPCC’s alteration of Forster & Gregory’s model-independent climate sensitivity results – Climate etc., Nicholas Lewis.
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