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Nulla che una nuova tassa non possa sistemare

Mi rendo conto che di questi tempi un titolo così può far girar le scatole, ma quando è giusto è giusto. Fino a una decina di anni fa chi aveva un’auto diesel pagava il superbollo, cioè riceveva in cambio di moneta un lasciapassare per inquinare. Poi si è scoperto che in realtà non c’è molta differenza con la benzina, anzi. Così via il superbollo, in una fantastica equiparazione di tutti i cittadini di fronte alla legge dell’ambiente.

Nessuno ha avuto indietro la pecunia, ma nessuno ci sperava.

Nel frattempo prendeva piede la nostra coscienza sociale sulle sorti oscure di questo Pianeta, dicono, per effetto del riscaldamento globale di origine antropica. Rimedi? No, tassazioni di vario genere. Quote di emissione, auto Euro 1, 2, 3, 4, 5 e poi pure con il FAP, tutte comprate nuove tra tasse e balzelli di vario genere perché quelle vecchie non erano più buone.

Poi il global warming si è preso le ferie. Dapprima un po’ di scoramento, poi il tentativo di dire che tanto è una cosa passeggera e poi piano piano, qualcuno che dice che forse, in fondo, guardando bene, non è che avevamo capito proprio tutto. Pare che questo prolungato minimo solare e quelli ancora più prolungati che potrebbero seguire nel prossimo cinquantennio, potranno essere all’origine di accresciute chances di inverni freddi o addirittura gelidi in Inghilterra. Non è per nostalgia dei tempi del commowealth, però se si gela l’Albione si gela pure l’Europa, quindi l’Italia e, presumibilmente, anche un’altra discreta fetta delle terre emerse di questo emisfero. Ultimi due inverni per credere.

Che nessuno speri di riavere la pecunia sin qui turlupinata (e ancora da turlupinare) per “mitigare” il riscaldamento globale. Qualcuno troverà il sistema di dire che è colpa nostra e che quindi dobbiamo rimediare. Come? Pagando naturalmente.

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