Dunque, questa storia prende origine da un servizio uscito su Fox News. Con il solito stile diretto e sensazionalistico dei media generalisti, la TV di Murdoch ha attaccato pesantemente il Sea Leve Research Group dell’università del Colorado, reo, a loro dire, di aver volutamente alterato i dati relativi all’innalzamento del livello del mare per fare propaganda catastrofista.
Le cose in effetti non stanno proprio così, ma, come sempre, la ragione non sta da una parte sola. Nel condurre le loro analisi e provvedere al rilascio di un nuovo dataset sul livello dei mari, gli scienziati dell’UCAR hanno deciso di aggiungere ogni anno 0.3mm alla stima del livello del mare, per tener conto del Glacial Isostatic Adjustment. Le Terre emerse, ancora in fase di “recupero” dall’ultima era glaciale, si stanno infatti sollevando, facendo aumentare la capacità dei bacini oceanici. All’aumento del loro volume per effetto dell’accresciuto contenuto di calore, non corrisponde quindi un pari innalzamento del livello dei mari, perché, contemporaneamente, il “bordo” del recipiente si sta sollevando.
Se così non fosse, dicono, la questione livelli dei mari sarebbe ancora più preoccupante di quanto non sia già. Tre decimi di millimetro l’anno fanno tre centimetri in cento anni, cioè una modesta percentuale di quanto si pensa invece possa crescere il livello del mare come conseguenza del riscaldamento globale.
Ora, se si vuole studiare la capacità volumetrica degli oceani è un fatto, l’aggiunta è forse necessaria. Si potrà discutere su come, da quando iniziare, che senso possa avere a livello globale etc. etc., ma sicuramente i ricercatori si saranno posti questi quesiti e avranno delle valide risposte. Ma se si vuol parlare di livello dei mari a che diavolo serve mettere 0.3mm in più su ogni anno? Vorrei capire. Si stanno correggendo delle osservazioni con cui si stima l’innalzamento del livello globale dei mari perché questo innalzamento è inferiore in ragione di una dinamica assolutamente naturale quale quella delle variazioni isostatiche? Che senso ha dire, se la Natura non stesse facendo come sempre i fatti suoi e si fosse -come dire- fermata, il mare salirebbe ancora di più?
Mi par di ricordare che l’innalzamento del livello dei mari sia considerato un problema per il rischio di sommersione delle aree a rischio sulla costa. Ma se questa si alza di un certo modesto valore, vuol dire che diminuirà, seppur di un altrettanto modesto valore, la probabilità che la costa sia sommersa.
Il concetto, ma probabilmente sbaglio, andava esposto esattamente con il segno opposto. Un piccolo problema, così nessuno ci avrebbe fatto caso, sia per criticare che per applaudire.
A me sembra di girare in una stanza circolare al buio: camminiamo e camminiamo ma, in realtà, restiamo sempre allo stesso punto. Mi spiego meglio. In tema di temperature, se non erro, si parla di innalzamenti dell’ordine dei centesimi di grado per anno. In tema di livello degli oceani si parla di decimi di millimetro per anno. In tutti i casi abbiamo a che fare con valori al di sotto delle soglie di sensibilità degli strumenti di misura. Questo modo di procedere, a mio modestissimo avviso, giustifica tanto la posizione pro AGW che quella degli scettici. I primi possono sostenere che, essendo impossibilitati ad eseguire misurazioni precise, debbono affidarsi a trend e scenari; i secondi che la mancanza di dati precisi non consente di verificare trend e scenari. Quello a cui stiamo partecipando è un dialogo tra sordi che potrà essere decifrato fra qualche centinaio d’anni (forse un millennio). Peccato che nessuno di noi potrà mai sapere come andrà a finire! A meno che, come ebbe a dire qualche mese fa Tore Cocco, non venga individuato qualche esperimento cruciale che possa definitivamente mettere a tacere le varie polemiche. Una cosa del genere sta accadendo in cosmologia. Per giustificare la piattezza dell’universo gli astrofisici hanno dovuto elaborare la teoria inflazionaria che mette tutto a posto. Poi qualcuno si è reso conto che questa teoria non funziona nel modo previsto e allora gli scienziati hanno pensato a qualche esperimento risolutivo: si sono messi a cercare le onde gravitazionali. Se le troveranno la teoria inflazionaria va bene, altrimenti la butteranno via. Stesso discorso per il Modello Standard riguardante la struttura intima della materia (vedi CERN et similia). Possibile che solo in climatologia le cose debbano andare diversamente?
Ciao, Donato.
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Beh, scommettiamo che con qualche miliardo di dollari o euro cambiano modus operandi anche tutti gi altri ambiti scientifici?
gg
@ gg
Caro Guido sei un po’ troppo sarcastico! Scommettiamo che ti pioveranno addosso un sacco di critiche e di improperi per oltraggio alla sacralità della Scienza e delle sue vestali?
Ciao, Donato
Chissa’ quanti fra coloro che si preoccupano dell’AGW si preoccuperanno anche di usare la cifra senza gli 0.3mm/anno, oppure specificheranno che si tratti di un valore “al netto della variazione di volume dei bacini oceanici”?
La mia stima in proposito: nessuno.
“Che senso ha dire, se la Natura non stesse facendo come sempre i fatti suoi e si fosse -come dire- fermata, il mare salirebbe ancora di più?”
Mi sembra che questo sia spiegato chiaramente nel link postato sul GIA. Il problema sta nell’uso che si vuole fare delle stime del livello del mare: se lo scopo è capire quanto le coste vengono sommerse è chiaro che aggiungere questi 0.3mm/anno non ha senso, anzi, se mai andrebbero sottratti. Tuttavia se si vuole quantificare quanto sta variando il volume d’acqua negli oceani questa correzione è utile in quanto consente di avere la stima al netto della variazione di volume dei bacini oceanici.
Nel sito dell’UCAR scrivono chiaramente le domande per cui è utile tenere conto del GIA:
1. How is the volume of the ocean changing?
2. How much of this is due to thermal expansion?
3. How much of this is due to addition of water that was previously stored as ice on land?
In ogni caso mi sembra che Fox News stia usando un cannone per colpire una mosca: questi 0.3mm/anno sono addirittura al di sotto della precisione degli strumenti di misura (cha hanno un’incertezza di 0.4mm) e si tratta di una media a scala globale, mentre a scala regionale o locale le zone si possono alzare o abbassare anche molto più rapidamente. Di conseguenza questi 0.3mm/anno possono avere qualche validità solo sulle stime alla scala dei millenni o decine di millenni, come appunto è la variazione del livello del mare dall’ultimo massimo glaciale (circa 20000 anni fa) ad oggi.
La questione del cambiamento del livello del mare è a dir poco complessa, ma c’è un modo per testarla, ovvero il cambiamento di lunghezza del giorno dovuto alla variazione della velocità angolare della terra causata da una redistribuzione delle masse e quindi al trasporto del momento angolare.
In questo lavoro del 1995:
http://www.ncu.edu.tw/~ncu5680/deans/class/eng/1995-Chao_GRL1995_anthropogenic%20impact%20on%20global%20geodynamics%20due%20to%20reservoir%20water%20impoundment.pdf
si suppone che non ci sia contributo di scioglimento dei ghiacciai, e si calcola invece l’effetto dell’immagazinamento delle riserve idriche sui continenti con i bacini artificiali, ebbene le variazioni previste sulla dinamica terrestre di questi bacini sono in ottimo accordo con i dati, e si noti che le riserve continentali del modello implicavano una decrescita del livello del mare equivalente (trasporto di massa dagli oceani alle riserve idriche).
In questo lavoro piu recente:
http://www.ncu.edu.tw/~ncu5680/deans/class/eng/2002-Cox&Chao_Science2002_detection%20of%20a%20large-scale%20mass%20redistribution%20in%20the%20terrestrial%20system%20since%201998.pdf
Si riscontra un netto cambiamento della stuazione a partire dal 97-98 la situazione cambia radicalmente, ma i calcoli mostrano che per spiegare la geodinamica che deve presuppore un trasferimento di massa dalle alte e basse latitudini, non sono sufficienti i flussi d’acqua stimati dallo scioglimento dei ghiacciai e il relativo aumento del livello marino, insomma ben altre manovre ha in serbo la terra, le dinamiche sono troppo complesse e in larga parte sconosciute, a parte ipotesi ancora poco possiamo fare.