Com’era logico attendersi, il comunicato stampa diramato al meeting della American Astronomical Society’s Solar Physics Division, di cui abbiamo parlato un paio di giorni fa, ha trovato una vasta eco nel mondo dell’informazione. La rete innanzi tutto, con blogger e siti ufficiali di TV e giornali a proporre ora questa ora quella opinione dell’esperto di turno.
E’ entrata nell’arena anche MSNBC, con un pezzo dal titolo emblematico: “Le previsioni solari puntano al grande freddo.” Roba da far tremare i polsi al circo del climarrosto. Nel corpo del pezzo trova abbondante spazio comunque la solita strizzata d’occhio al clima che cambia, con un commento affidato nientepopòdimeno che a Gavin Schmidt, climatologo al GISS della NASA nonché fondatore del blog Real Climate (in pratica il bastione del movimento AGW).
Con la sua innata ars oratoria Schmidt si dichiara prima entusiasta delle scoperte – se tali dimostreranno di essere – di cui si parla nel comunicato, e poi liquida il tutto con la tipica sicumera di chi del clima e del suo futuro ha capito tutto da un pezzo, da perfetto abitante della torre d’avorio del movimento suddetto.
“What you might see over a 20- to 30-year period is a slight slowdown in the pace of warming. In terms of how we should think about climate change prediction in the future, reducing emissions and so on, it really wouldn’t make much of a difference”
“Quel che potremmo vedere nel giro di 20-30 anni è un leggero rallentamento del processo di riscaldamento. Con riferimento a come dovremmo pensare alle previsioni dei cambiamenti climatici futuri, la riduzione delle emissioni e così via, veramente non farebbe molta differenza.”
Una facile previsione. Il rallentamento, anzi, lo stop, c’è già stato. Nel pezzo, senza le virgolette, leggiamo anche che lui pensa che il forcing antropico sul clima sarà comunque dieci volte più grande di quello solare. Ma c’è una ragione per questa sua convinzione, per capirla dobbiamo tornare qualche riga più su:
“the effects of solar activity on climate over the past 30 years have been at the margin of what we can detect. They are detectable in the high atmosphere, but when you get down to the surface, there is so much other stuff going on that it’s been really hard to get a clean signal.”
“gli effetti dell’attività solare sul clima engli ultimi 30 anni sono stati ai margini di quello che possiamo individuare. Sono individuabili nell’alta atmosfera, ma quando si scende verso la superficie, ci sono così tante altre cose che è veramente difficile intercettare un segnale pulito.”
Interessante. Scopriamo così da uno dei più agguerriti supporter dell’AGW che l’impatto dell’attività solare sul clima non è stato sin qui messo da parte dal mainstream scientifico perché lo si riteneva costante, come ci hanno sempre raccontato, quanto piuttosto perché non lo si riesce a distinguere dal resto. In sostanza, qualcosa che si sa che c’è, ma che non siamo in grado di misurare. Meglio dunque, molto meglio, attribuire tutto quello che succede ad altro – leggi CO2 et similia – generando il problema e fornendone al contempo la soluzione.
Ma l’autore del pezzo non è soddisfatto, e così chiede conto a Schmidt della Piccola Età Glaciale, un periodo in cui alcuni villaggi alpini furono abbandonati perché inghiottiti dai ghiacciai:
“That period also coincided with an upswing in volcanic emissions, which are known more definitely to contribute to global cooling. Parsing out how much of that was solar, how much of that was volcanic and how much of that was just noise … that’s tricky.”
“Quel periodo coincise anche con una impennata delle emissioni vulcaniche, di cui è noto il contributo al raffreddamento del globo. Separare quanto ci fu di solare, quanto di vulcanico e quanto fu invece solo rumore [nel segnale]…quello è difficile.”
Altra importante lezione: la PEG c’è stata e hanno certamente contribuito il Sole e i Vulcani, seppur con quote di contributo indefinibili. Questo ci rasserena, perché ci era sembrato che le ricostruzioni di temperatura a foggia di bastone da hockey redatte dai suoi colleghi di istituto e di blog escludessero cose tipo la PEG o il Periodo Caldo Medioevale. Circa l’attività vulcanica poi, chissà che qualcuno prima o poi non se ne esca che le oscillazioni dell’attività magnetica del Sole – perché di questo stiamo parlando, non di radiazione incidente – influisce in qualche modo anche con quello che avviene sottoterra. Magari così scopriremmo che tra l’impatto sulla nucleazione ad opera dei raggi cosmici e l’immissione di grandi quantità di aerosol naturale in atmosfera, la CO2 in eccesso nel sistema conta esattamente quel poco che già si sa, senza bisogno di immaginare dinamiche di amplificazione di cui per adesso non c’è neanche l’ombra che dovrebbero condurre il Pianeta alla frittata.
A proposito di circolazione…anche i ghiacci artici non collaborano al catastrofismo da CO2.
dal Journal of coastal research del 2007:
“The solar inertial motion hypothesis predicts that the period
from about 2010 to 2040 will be one of relatively severe cold
throughout the world. The hypothesis predicts that the emergent
Sunspot Cycle No 24 will be quieter than Sunspot Cycle No 23
and just like Sunspot Cycle No 14, the weakest cycle in the last
100 years, which began in February, 1902 and ended in August,
1913.”
Ancora:”CLIVERD et al (2006) used a previously-validated model of
solar variability that includes all known periodicities of solar
activity. These include periods of 22, 53, 88, 106, 213 and 420
years that modulate the better known 11-year sunspot cycle. This
is the only published model to include all solar periodicities. This
model, which generally reproduces the periodicities in the sunspot
data recorded since 1750, predicts that Sunspot Cycle No 24 will
be quieter than Sunspot Cycle No 14. It also predicts that Sunspot
Cycle Nos 25 and 26 will be even more subdued. Furthermore,
the model predicts that solar activity will return to more normal
levels from Sunspot Cycle No 27 onwards;”
e poi:”TOBIAS et al (2004) caution against
predictions of future sunspot cycle activity, arguing that solar
activity is non-periodic, not multi-periodic. TOBIAS et al (2004)
conclude: ‘The future of such a chaotic system is intrinsically
unpredictable.’”
e infine:”According to sim hypothesis, Sunspot Cycles No 25 and 26 will
be smaller and weaker than Sunspot Cycle No 24, which will be
smaller and weaker that Sunspot Cycle No 23, and the earth will
enter a little ice age. According to this analysis, as the sun enters
Sunspot Cycle No 26, the earth’s climate is expected to be much
the same as it was during the Dalton Minimum cold period from
the 1790s to the 1820s. Subsequent orbits are expected to become
more regular. Solar output will increase once the sun leaves the
chaotic phase of its orbit around the barycentre.”
…che tutti abbiano letto CM ?? 🙂
Il buon dio ci concede una moratoria sul climarrosto spegnendo il sole per un po’ e Guidi ci fa su dell’ironia, che tempi contessa ;-).
PENITENZIAGITE!!!
Titola il corrierone
“Sole molto calmo, ci aspetta l’era glaciale?” (nooooooo)
“«Questa fase massima – ipotizza Hill – potrebbe anche essere l’ultima che vedremo per alcuni decenni e ciò porterebbe *ovviamente* delle ripercussioni sul clima terrestre». Tuttavia *è stato calcolato* che, anche se l’astro continuasse così debolmente fino al 2100, ciò abbasserebbe il trend dell’aumento della temperatura della Terra soltanto di 0,3 gradi centigradi. L’effetto serra …”
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/11_giugno_16/sole-calmo-era-glaciale_503f73d6-982e-11e0-843c-2676a120f5f5.shtml