Ogni giorno muoiono 3.500 persone sulle strade del mondo, per un totale di oltre 1,3 milioni di morti e 50 milioni di feriti ogni anno. Le ripercussioni sono economiche oltreché sociali: alla tragedia umana vanno infatti sommati i costi dell’incidentalità che sfiorano il 3% del Pil mondiale, per un totale annuo di oltre 500 miliardi di dollari americani. Senza interventi, gli incidenti diventeranno la quinta causa di morte nel mondo entro il 2030 (oggi sono la nona), mietendo piu’ vittime dell’Aids e di varie malattie tumorali: oltre 2,4 milioni morti. Questi sono i dati presentati l’11 maggio 2011 dall’Aci, dal ministero della Salute e dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ogni giorno 350 europei muoiono a causa di un incidente d’auto. In totale, fanno 120 mila in un anno. Quasi nella metà dei casi si tratta di pedoni, motociclisti o ciclisti e in 3 casi su 5 la vittima ha meno di 44 anni.
Per analizzare i dati relativi alle catastrofi naturali possiamo invece risalire all’ultimo studio dell’assicurazione Munich Re, anche se di solito gli studi scientifici non debbono essere fatti solo da assicurazioni private ed in eventuale conflitto d’interessi. Munich Re ha diffuso i dati dell’anno 2010, in cui si sono avvicendate catastrofi naturali particolarmente devastanti, con ben 295 mila morti e 130 miliardi di dollari di danni, molto al di sopra della media degli ultimi 30 anni.
Un terremoto nel mese di gennaio ad Haiti (222.570 morti), un terremoto in Cina nel mese di aprile (2.700 morti), quindi l’ondata di calore e gli incendi boschivi in estate in Russia (56.000 morti). Gli eventi più gravi sono stati il terremoto in Cile nel mese di febbraio, che ha causato 30 miliardi di dollari in danni e 520 morti e le alluvioni da luglio a settembre in Pakistan (9,5 miliardi di dollari di danni e 1.760 morti). Anche l’Europa occidentale è stata colpita a febbraio dalla tempesta Xynthia (65 decessi e 6,1 miliardi di dollari di danni) mentre gli Stati Uniti hanno pagato dazio ai Tornado per un totale di 4,7 miliardi di dollari. Munich Re ha registrato in totale 950 disastri naturali nel 2010, un numero molto più elevato della media degli ultimi 30 anni (615 disastri all’anno) e con molte più vittime rispetto alla media dei disastri a partire dal 1980: 295.000 contro 66.000 morti in media. I danni sono dovuti a terremoti e fenomeni atmosferici, con netta prevalenza per gravità dei primi.
I danni del tragico terremoto giapponese, emergenza nucleare compresa, provvisoriamente sono stimati in circa 300 miliardi di dollari con quasi 27.000 tra vittime e dispersi.
Se leggete invece i risultati dei sondaggi sulle paure delle persone la maggioranza risulta preoccupata dal riscaldamento globale e dal nucleare, meno dai terremoti e nessuno quasi dagli incidenti d’auto.
Per il primo tema da oltre un ventennio ogni anno si fanno decine di congressi a cui partecipano importanti capi di Stato, si mettono tasse e ci sono organizzazioni internazionali che se occupano, per gli incidenti niente di tutto questo. Eppure causa una decina di volte il numero dei morti e molte volte l’entità dei danni. Come mai? Perché delle auto sono tutti preoccupati che emettano il meno possibile del composto naturale dal nome anidride carbonica e molto meno si preoccupano della loro sicurezza? Per quanto riguarda i dati riguardanti i danni è interessante confrontarli con la stima del costo della crisi finanziaria globale fatta dal Fondo Monetario Internazionale che prevede che arriverà a costare oltre 4.000 miliardi di dollari alle sole economie avanzate. I dati possono aiutare ad avere un quadro più oggettivo della situazione rispetto a quanto emotivamente ci colpisce. Forse questo può aiutare a comprendere perché il “va dove ti porta” il cuore non porta molto lontano nelle scelte di una nazione, specie se tutto è fondato solo sull’idea che i cittadini si fanno tramite le scene trasmesse dalla TV. Il rischio è che il “va dove ti porta il cuore” si trasformi in “va dove ti porta l’interesse della grande finanza e politica”
Quanto al territorio italiano, non è vero che sia densamente antropizzato né che sia sismico: altra assurdità, nevvero? In realtà, dobbiamo precisare che alcune aree sono densamente antropizzate, ed alcune aree sono ad elevato rischio sismico (ed alcune aree entrambe le cose). Mentre esistono aree sia scarsamente urbanizzate, sia scarsamente sismiche, nonché atte ad ospitare centrali nucleari (non delle montagne coperte di boschi, insomma). Sono limitate, ma sufficienti per installare alcune centrali – fermo restando che pare che non se ne installerà proprio nessuna, per almeno qualche anno.
P.S. GG, l’articolo su Fukushima è in lavorazione, ma sono un po’ perfezionista, e cerco di fare qualcosa di semplice e divulgativo, senza però rinunciare ad alcuni necessari dettagli tecnici, né a descrivere correttamente gli eventi.
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Ok, come sempre. C’è tutto il tempo.
gg
Plaudo anch’io al commento di Fabrizio!
La risposta a Franco è, invece, un’apparentemente contraddizione: noi possiamo ipotizzare l’area contaminata, le persone ed il bestiame colpiti, la direzione dei venti e via dicendo; ma, se vogliamo fare un paragone con Chernobyl…ciò è tecnicamente impossibile! E non intendo “impossibile come Fukushima”: intendo che i reattori RBMK in funzione a Chernobyl erano costruttivamente diversi da quelli occidentali, nei quali (e lo dimostrano i reattori BWR di Fukushima, vecchi di 40 anni) non ci sarebbe stato un incidente “a reattore acceso” (per le misure di sicurezza automatiche, e per la stabilità dei reattori), non si sarebbe sviluppato un incendio nel nocciolo (quindi niente nube tossica) ed infine ci sarebbero stati più contenimenti intorno. Sarebbe come paragonare la possibile esplosione di un’auto a GPL, con un incidente guidando una macchina diesel: sono entrambe automobili, ma con motori un po’ diversi, soprattutto con un rischio “intrinseco” differente.
Il mondo va avanti. Chissà perché, parlando di nucleare, si agita sempre lo spauracchio di Chernobyl, episodio drammatico, ma molto meno drammatico dello tsunami di Indonesia o del crollo delle dighe di Banqiao e di Shimantan, che però non fanno paura, perché non c’erano in mezzo centrali nucleari. Lo stesso Vajont ha fatto, nel suo piccolo 2 mila vittime, non 65, ma si tratta di energie rinnovabili, e allora tutto va bene.
Ma mentre altre dighe potrebbero crollare…(immaginate per esempio quale immenso dramma sarebbe il crollo della diga di Assuan in una valle del Nilo popolata da 81 milioni di persone !), un episodio come quello di Chernobyl non potrà ripetersi, perché legato ad altre tecnologie, ad altri livelli di sicurezza.
Le centrali di Fukushima hanno resistito a un terremoto di magnitudo 8,9 senza un sol morto…se le vittime del terremoto di Haiti fossero state in centrali nucleari si sarebbero salvate, e invece ne sono morte oltre duecento mila….
Ma si continua testardamente a dire (e magari a pensare) che non dovremmo avere centrali nucleari perché siamo un territorio a rischio sismico. Ma in Giappone i terremoti sono all’ordine del giorno, e non ci sono vittime, né guasti nelle centrali nucleari…perché dunque ce ne dovrebbero essere nelle future centrali nucleari italiane (ahimè, ormai si tratta di un discorso teorico, visto che al referendum ha vinto Barabba)?
Il guasto c’è stato per uno tsunami gigantesco (si parla di onde alte 30 metri). Va bene (anzi, male), ma l’esperienza è maestra di vita, e i progettisti dovranno far tesoro di ogni indicazione, positiva, o anche immensamente tragica. Ogni esperienza porta a nuove conoscenze e a contromisure, se si fa far tesoro dell’esperienza stessa.
Da pierino che probabilmente suggerisce l’ovvio e già pensato, credo che le future progettazioni dovranno concepire una reazione nucleare che si autospenga in mancanza di intervento, e che per funzionare richieda una qualche forma di intervento. Così, se salta l’alimentazione del sistema, il reattore si spegne automaticamente. In fondo non c’è qualcosa in tal senso negli ascensori ? Non si portano comunque al piano ?
Non è qui la sede, né io sono la persona, per dare indicazioni atte a risolvere questi problemi, come i danni da tsunami, quello che voglio dire è che non si deve guardare al futuro con la tecnologia di ieri…anzi, dell’altro ieri; ma bisogna guardare al futuro consci che i problemi si possono e si devono risolvere.
Secondo me.
Caro Franco
sto cercando di capire da alcune settimane perchè la popolazione non si renda conto dei veri rischi che corre ogni giorno.
Sono arrivato alla seguente conclusione:
ad un essere umano non gliene frega niente della probabilità di morte o di incidente associata ad un evento o ad un suo comportamento.
Pensa solo ed esclusivamente al vantaggio o godimento che ne trae.
Se deve fare un viaggio di lavoro o di piacere per andare da Roma a NewYork, trascura tranquillamente il fatto che la dose radioattiva che prende e’ superiore a quella presa vivendo accanto ad una centrale nucleare per 5 anni.
Se e’ un fumatore, trascura tranquillamente il fatto che sta rischiando di morire,
anche se e’ scritto a caratteri cubitali sul pacchetto;
Se ha un tumore, vuole ASSOLUTAMENNTE prendere una dose radioattiva 200 volte superiore ai liquidatori di Chernobyl se questo lo puo’ mantenere in vita;
Se vuole sapere se ha un tumore, si fa inniettare nel sangue un liquido radioattivo per sottoporsi ad un esame PET; ed e’ cosi radiattivo che deve riamanere distante dai bambini per un giorno.
La notizia che FORSE si puo prendere un tumore al cervello
parlando al cellulare, non induce a buttare immediatamente
il mezzo di comunicazione piu’ amato dagli italiani.
Insomma penso che abbiamo fatto un errore enorme :
non dovevamo tranquillizzare i pazienti e la popolazione.
Dovevamo parlare di “liquido radiattivo” e non di “liquido di contrasto”
Dovevamo parlare di “risonanza magnetica nucleare” e non solo di “risonanza”
Dovevamo parlare di irraggiamento continuo con raggi X invece di TAC
In questa maniera avremmo fatto capire alla popolazione i vantaggi
che le radiazioni possono portare ad ognuno di noi.
Le radiazioni ti allungano la vita e non sono così pericolose come le si dipingono.
E la popolazione mondiale avrebbe compreso meglio il basso rischio che la nostra civiltà corre con lo sfruttamento dell’energia nucleare.
Reply
Clap, clap, clap.
gg
Un morto indotto dall’incidente di Fukushimain effetti c’e’ stato.
E’ un povero vecchio centenario morto suicida pur di non evaquare la zona di sicurezza attorno alla centrale.
http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_14/fukushima-ultracentenario-suicida_cc77f800-666b-11e0-a8cd-42b6ca6f7d7e.shtml
Questa cosa era stata predetta nel bel libro che consiglio a tutti :
Physics for Future President in cui si analizzano diversi problemi della nostra società: dal terrorismo alle centrali nucleari,
dai cambiamenti climatici, alle energie alternative, alla conquista dello spazio.
La lettura farebbe bene alla Merkel e Bersani.
http://www.physicsforfuturepresidents.com/
L’autore Richard A. Muller e’ uno dei consiglieri del Presidente Americano e divulgatore scientifico … anche per politici, avvocati e economisti americani… il che non fa male.
Quello che produce più danni tra malattie e morti e’ lo stress da evaquazione piu’ che l’evento del fallout… vale anche per Chernobyl.
A scanso di equivoci, nella ultima settimana ci sono stati due grandi evaquazioni nel mondo per una raggio molto simile a quello di Fukushima
1) Russia per l’esplosione di una fabbrica di fucili
http://www.corriere.it/esteri/11_giugno_03/russia-scoppia-deposito_f7de168e-8db5-11e0-b332-ace1587d6ad6.shtml
2) esplosione di un vulcano in cile .
http://www.corriere.it/esteri/11_giugno_05/cile-vulcano-erutta_0fafaad0-8f45-11e0-a515-0265176cef92.shtml
Più che di Latina e dintroni mi preoccuperei per le persone che abitano sulle pendici del Vesuvio.
Signor Franco, le vorrei rispondere con un controragionamento proiettato sui suoi timori. Mi permetta però di creare uno scenario con un signor Mario, non lei, perché qui stiamo ipotizzando catastrofi e malanni e magari qualcuno è scaramantico.
Dunque, come lei il signor Mario si chiede cosa succederebbe se la centrale di Latina fosse in funzione e causasse un disastro stile Chernobyl. Mi pare interessante quella doppia domanda: il sig. Mario si chiede cosa succederebbe a sé stesso _e_ agli altri abitanti di Roma. Una risposta potrebbe essere confrontare quello che è successo in Giappone: l’incidente è di livello 7, come Chernobyl, ma per quanto ne sappiamo è stato rilasciato meno materiale; Tokyo è a circa tre volte la distanza dall’incidente di quanto non accadrebbe per Roma, ma è molto più popolosa. Bisognerebbe bilanciare queste cose. Comunque, al momento, ai cittadini di Tokyo non è successo un bel niente e sono undici milioni. Certamente, una parte di loro nei prossimi anni andrà soggetta ad un tasso di malattie oncologiche superiore a quanto già non capitino a causa dell’aria inquinata e una parte moriranno. Beninteso, che stiamo parlando di numeri molto piccoli in percentuale: a Chernobyl hanno stimato 250 persone all’anno (tutto da ricalcolare, ovviamente, in funzione delle densità di popolazione; però faccio presente che Chernobyl dista da Kiev più o meno quanto Latina da Roma e Kiev conta circa 2,5 milioni di abitanti: siamo lì). Probabilmente una proporzione maggiore avrà danni alla salute dovuti allo stress perché temono danni oncologici, questo anche in parte colpa dei media e delle autorità che non sanno fare informazione; ma se vogliamo anche questa è colpa, indiretta, dell’incidente).
Detto questo, il signor Mario non sarà soddisfatto della mia risposta, perché comunque penserà: vabbè e se ci fossi io in quel conteggio di 250 morti? Per cui, domani mattina, se ne uscirà da casa sollevato per via del fatto che il nucleare in Italia non si farà. Verrà investito da un’auto sulle strisce e rimarrà ucciso sul colpo; se più fortunato, parzialmente invalido.
Vede, soggettivamente il sig. Mario rischia la vita o gravi danni alla salute molto più per il traffico urbano che non per un incidente nucleare che potrebbe capitare a poca distanza da casa. Questo anche aggiornando le statistiche agli ultimi eventi. Glielo dicono i numeri citati in questo articolo, che sono dimostrabili. Il fatto è che i tanti sig. Mario che periscono in un incidente stradale lo fanno un po’ oggi un po’ domani, un po’ d’estate un po’ d’inverno, un po’ la mattina e un po’ la sera, per cui l’informazione passa sottotraccia e non ci fa impressione. VIceversa, i cinque milioni di Roma o gli undici milioni di cittadini di Tokyo coinvolti nell’incidente lo vivono tutti nello stesso momento. Questo fa notizia. E’ lo stesso motivo per cui un incidente ferroviario o uno aereo fanno più notizia dello stillicidio di incidenti stradali, nonostante il rischio sia molto maggiore in auto che negli altri due mezzi.
Ora, come è stato detto in un altro commento poche ore fa, non tutti sanno fare una valutazione del rischio oggettiva. Non tutti sono ingegneri, o hanno comunque una formazione tale da consentire di trattare la questione in numeri. C’è poi l’irrazionalità, siamo esseri umani, amen. Il mondo è imperfetto.
Almeno però ci si renda conto quello che dice l’ultima riga del post: che su queste irrazionalità, la politica e gli interessi speculano abilmente.
Leggo con sorpresa che il modesto intervento, e forse troppo sintetico, fatto a margine dell’articolo del Dott. F. Spina ha provocato reazioni che vanno dalla pacata ironia alla totale presa per il….Continuo a leggere anche che si continua a battere sul tasto del calcolo delle propabilità in termini di rischio della salute individuale e/o collettiva relativamente alle normali condotte di vita quotidiane. Tutto ciò da me è ben conosciuto; ne sono e ne ero già perfettamente consapevole tanto più che ho già pagato a caro prezzo la mia passione per il cicloturismo stradale ( è tanto che la racconto come si dice…)ma oltre le giustissime considerazioni fatte non riesco ad intravvedere un accenno ad altri fattori che quantomeno dovrebbero far riflettere:
1)L’altissima antropizzazione del territorio Italiano abbinata all’alto rischio sismico
2) A proposito de…”la politica e gli interesi speculano abilmente”… in Italia non Vi pensare?.
3) Volutamente non ho fatto riferimento a fukushima, precedentemente, data la particolare catena di eventi ma a Cernobil per il recupero del territorio alla vita civile in tempi ragionevolmente brevi.
4)Che a Cernobyl gli uccelli abbiano ripreso a nidificare mi fa piacere ma di certo non andrei a coprarci casa per mia figlia e poi dirgli:” vai e stai tranquilla metti al mondo dei figli tanto non ti succede niente.”
5)Non penso di trsferimi costa troppo!
Saluti Franco
Franco, non è mia intenzione parlare ad personam, ma ad argomentum. A volte ironizzo, ma sulle idee delle persone, mai su di loro in quanto tali (a meno che non siano manifestamente degli ipocriti, cosa che non è il suo caso. Lei ha tutto il diritto di avere le opinioni che vuole, siamo in un Paese democratico).
Segretamente aspiro all’innominabile desiderio represso di far cambiare opinione a chi, secondo me, è in errore, e cerco di convincerli che “quelle loro idee” siano sbagliate; non “loro”, quindi. La prego di tener conto che, almeno da parte mia, non c’è assolutamente nulla di personale né contro di Lei né contro altre persone colle quali posso aver dialogato o financo polemizzato.
Sto studiando da angelo 🙂 (tranquillo, lo so già che mi bocceranno) e il mio sogno sarebbe riportare un po’ di verità (e non pretendo che sia quella mia, ma quella che uscirà dal dialogo con chi la pensi diversamente da me), e tener fuori il più possibile dal ragionamento razionale e scientifico tutto ciò che io aborro, e cioè politica, ideologia, e paure irrazionali.
Sulla mia pagina facebook ho più volte messo in rilievo i falsi profeti di millantate sciagure, mettendo in evidenza ogni profezia mancata, come quella del grande catclisma che avrebbe dovuto colpire Roma il 21 giugno 2011, e che non c’è stato, dimostrando così che altre profezie (quella dell’Aquila, per esempio) sono state semplici coincidenze, e non serie “previsioni” scientifiche. Bendandi millantava di poter predire i terremoti, secondo quanto dice giuliani in un video reperibile su youtube, perché essi sarebbero causati dal passaggio dei pianeti, come le maree (una specie di marea di terra, insomma), e quindi ci sarebbero stati effetti catastrofici a causa dell’allineamneto dei pianeti. Mi dovrebbero spiegare in che modo tutto questo si collegherebbe alla localizazione precisa di Roma, e poi vorrei dire che alle maree concorrono in massima parte la Luna, e in una certa quantità il Sole, ma il contributo dei restanti pianeti, allineati o meno, è assolutamente trascurabile.
Mi dispiace che, a quanto mi risulta, siano sotto processo i componenti della Commissione Grandi Rischi per non aver dato ascolto ad una “previsione” che a mio giudizio era assolutamente priva di credibilità scientifica.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/05/25/visualizza_new.html_845239471.html
Ma incutere timori, incolpare l’uomo di essere la causa di catastrofi naturali, e far magari sacrifici (anche umani) è stata cosa assai frequente e ripetuta nella storia dell’umanità.
Sbaglierò, ma ritengo che l’ipotesi dell’AGW, e la paura del nucleare rientrino in queste paure ideologizzate che qualcuno fomenta per altri scopi.
In questo mio pensiero esprimo, preciso, la mia PERSONALE opinione, che son tutti liberi di non condividere.
Mio personale scopo, nel trattare questi temi, è dunque quello di riportare il tutto negli ambiti sensati e scientifici che gli competono, a mio avviso.
Vedo che non ha gradito il FATTO (perché fino a prova contraria si tratta di un FATTO) che gli animali circolino tranquillamente e senza pericoli nucleari per l’area contaminata. Ha forse motivo di contestare questo fatto ? Se lo ha, lo dica. Se no la prego di classificare quel dato come incontestabile “fatto”, su cui ragionare.
Le conseguenze di questo fatto sono tutte da discutere, e magari le vedremo, ma la prima cosa da stabilire è che sia un FATTO.
E stiamo parlando di animali (di – almeno – seconda generazione), non di uomini, né tanto meno di bambini.
Con questo voglia gradire i miei più cordiali saluti (tengo a farglieli per rassicurarLa che non ho assolutamente nulla contro di Lei)
Secondo me.
Caro Dott. Botteri nel ringraziarla dei suoi saluti e della sua cordialità voglio farLe sapere che:
– Ho una profonda ammirazione per Lei e per la fiducia che ripone nella conoscenza scientifica e dei vantaggi che da essa se ne possono trarre quando, questa, viene applicata in forma rigorosa e non di parte. Per questa ragione seguo spesso i suoi interventi, di Guidi ed altri approvandone, in linea generale, le idee esposte. Personalmente non ho, come Lei, una pari convinzione pur essendomi formato in una scuola tecnica.La sfiducia che traspare in me nei confronti del Nucleare non è nell’elemeto in se ma nella sua gestione che inevitabilmente è molto ” Articolata ” e pertanto fortemente esposta a rischi di deviazione dal rigore del pensiero tecnico scientifico che dovrebbe essere l’unico principio guida nella realizzazione delle centrali. A buon intenditor..!
Cordiali Saluti. Franco
Vorrei aggiungere un pensiero poetico. Immaginate che io e un antinuclearista fossimo presi per incantamento, e trasportai nello spazio e nel tempo giù per le voragini dell’universo, fin sulla costa di Fukushima, nel momento quasi del terremoto e dello tsunami. Io mi rifuggerei nella centrale nucleare, mentre l’antinuclearista, credo, e sarebbe coerente, se ne andrebbe altrove a cercar riparo. Arrivato il terremoto, e poi lo tsunami, io sarei certamente salvo, lui…non so. Ricordo che lo tsunami ha spazzato via tutto quello che era all’esterno della centrale nucleare, mentre coloro che erano nella centrale stessa si sono salvati.
E allora, di cosa stiamo parlando a Fukushima ? di 27 mila morti da tsunami, non da terremoto, e non da contaminazioni. E stiamo parlando, a Tokyo, di una radiazione sei volte inferiore a quella di Roma.
Ma la gente sembra aver capito che le centrali (non il terremoto, non lo tsunami) avrebbero ucciso 27 mila persone… vogliamo far chiarezza e rimettere la verità al suo posto ?
Secondo me.
ha mai pensato di trasferirsi?
Lei fa finta di non avere capito, ma è troppo intelligente per non aver inteso davvero.
Purtroppo la cosa non è possibile, ma se lo fosse, io andrei a Fukushima DENTRO la centrale nucleare giusto in tempo per il terremoto e tsunami, a patto che anche Lei vada dove ci fu lo tsunami dell’Indonesia (quello con 260.000 morti) e poi mi spiega chi è più pericoloso.In alternativa potrebbe farsi trovare nel 1975 a Banqiao, quando il tifone Nina causò , tra lì e Shimantan, 171.000 vitttime, che mi sembrano qualcuna di più di quelle 65 di Chernobyl per le quali fate tante storie….o sbaglio ? In matematica dovrebbe esseer bravo.
Naturalmente questo è solo un gioco mentale, ma provi a visualizzare quello che sarebbe potuto succedere, ricordando che a Fukushima NON ci sono state vittime. E poi me lo racconta, che son tutt’orecchi… 🙂
a parte il fatto che i morti di Chernobyl sono molti di più ma a voi quando fa comodo vanno bene anche i dati dell’ex URSS, io ho vissuto il terremoto del ’76 in Friuli e non è stato divertente. Per quel che riguarda i morti di Fukushima, si rassegni, i dati reali non li sapremo mai come non sapremo mai i dati reali sulle vittime dell’amianto. E con questo? In tutto questo vs fervore nuclearista non ho mai sentito spendere una parola a favore del risparmio energetico, intendo cambio radicale dello stile di vita, né si è parlato degli interessi che nell’affaruccio nucleare possono avere i militari. Non penserete mica che gli unici cattivi in questo mondo sono gli iraniani? Chissà come mai sono così interessati al nucleare civile in un paese dove scavi un buco e ti ritrovi una tazza piena di petrolio?
Un’ultima cosa: spesso g.g. scrive che qui dentro non si fa politica.
Non chiamerete mica queste cose ‘dibattito scientifico’?
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No. Si chiama scambio di opinioni, non politiche. Cosa che evidentemente non sei capace di fare perché inserisci un dogma ideologico ogni due righe dei tuoi ragionamenti. Ma, tant’è, lo spazio ai commenti si da per questo.
gg
ho capito! voi non lo fate? strano non me ne ero accorto. avrò il pensiero offuscato da chissà quali ideologie……cmq non ho ottenuto risposte ai miei quesiti, questo è dibattere, secondo voi?
Reply
Quali quesiti? A me sembravano tutte affermazioni.
gg
Sono un lettore abbastanza assiduo dei Vostri articoli inseriti nel blog di C.M.. Ne condivido,in generale,i contenuti e le linee di principio espresse. Le ritengo interessanti anche in termini di orientamento di scelte , come nel caso degli ultimi referundum. Non intervengo mai perchè non sono in grado di dire o aggiungere niente di più di ciò che viene già esurientemete e sapientemente da Voi trattato.Ma l’articolo del dott. Spina mi ha fatto venire la voglia di porre un quesito a proposito del ” NUCLEARE “. Io abito a Roma e a poca distanza c’è la Centrale Nucleare di Latina da tempo dismessa. Supponendo che fosse ancora in funzione, cosa succederebbe in caso di guasto / disastro tipo Chernobil in una giornata con venti sciroccali sostenuti ?( come capita spesso)!.Cosa succederebbe ai circa 2,5 milioni di persone che abitano a Roma sottovento raggiunti da radiazioni in mezz’ora?. Dopo quanto posso tornare a vivere (se vivo!) a casa mia. E’ gradita una risposta anche solo all’indirizzo di p.e.. Grazie anticipatamente, continuerò a seguirvi, Cordiali Saluti Franco.
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Franco, credo sarebbe paragonabile alla riapertura della caldera vulcanica dei Castelli Romani (dove incidentalmente vivo). Che faccio comincio a partire?
gg
Credo che per ampliare le nostre conoscenze (io stesso l’ho letto da poco) sia utile questo articolo che parla della zona di Chernobyl.
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/4923342.stm
Pare che, andati via gli uomini, gli animali, che non sanno leggere, e non hanno tv e giornali a spaventarli, abbiano incoscientemente ripopolato la zona radioattiva, incuranti del pericolo. Dopo la prima generazione, che pare abbia avuto qualche problema, dalla seconda generazione in poi gli animali si sono adattati alla radioattività ed ora se la spassano senza problemi, e più delle radioazioni facciano paura i denti dei lupi. Ci sono addirittura degli uccelli impudenti che sono andati a costruire il loro nido nel sarcofago !
Credo che dovremmo riflettere su questi fatti, e sulle nostre paure.
Secondo me.
Fabio, vorrei aggiungere qualche considerazione a quelle da te fatte in quest’ottimo articolo, in riferimento a Fukushima. L’assicurazione è certamente sensibile all’aspetto monetario del problema, che la riguarda direttamente.
Lo trovo comprensibile, ma credo che a noi interessi soprattutto il conteggio di vittime umane.
Anche sul piano dei danni materiali, quelli che interessano l’assicurazione, i danni economici non sono stati solo quelli “nucleari”, ma tutti quei danni causati dallo tsunami, che ha travolto ogni cosa, credo che dovrebbero essere conteggiati separatamente. Ma non vorrei spendere altre parole su quest’aspetto.
Piuttosto, visto che sono state citate delle vittime, 27 mila, vogliamo dire quante sono imputabili al terremoto, quante allo tsunami e quante alla contaminazione nucleare ? Non vorrei sbagliare, ma anche da quanto ho letto su Japan Today, qualche giorno fa, dove hanno scritto che i tre operai ricoverati in ospedale per le contaminazione stanno “attualmente” bene, anche se hanno un certo “rischio” di contrarre “in futuro” un tumore…(mi dispiace di non avere il link, ma credo che qualcuno potrebbe ritrovare l’articolo), fino a prova contraria mi parrebbe di capire che, almeno finora, non ci sia stata NESSUNA vittima accertata dovuta alle contaminazioni, e tanto meno alle “esplosioni” (dell’idrogeno rilasciato in atmosfera, non esplosioni nucleari, naturalmente, anche se la gente si allarma lo stesso e si immagina chissà che cosa). La stessa cosa vale per le vittime dirette del terremoto, che dovrebbero essere zero. Se qualcuno ha dati diversi, lo dica, perché non pretendo di avere la verità in tasca, ma credo che eventuali correzioni sarebbero veramente minime…vedremo.
In attesa dunque di documentate correzioni, diciamo che tutte le 27 mila vittime siano da imputare al solo tsunami. ecco di cosa stiamo parlando, di zero (o, eventaulemnet, poche) vittime, contro 27 mila.
Secondo me