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Neanche a farlo apposta

Ormai su quello che succede nei blog abbiamo un po’ di esperienza. Tu dici rosso e la discussione va sul nero. Vuoi parlare di una cosa e l’umore dei lettori ne sviluppa un’altra. E’ così, è inevitabile, è il bello di avere del tempo da dedicare a queste cose.

Così qualche giorno fa abbiamo scritto della correlazione tra illuminazione notturna, cioè disponibilità energetica e benessere. Però la conversazione è finita sull’inquinamento luminoso.

Così oggi vi segnalo un video della campagna pubblicitaria dell’Enel per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Oltre ad essere bello tecnicamente (diversamente non potrebbe essere perché le immagini sono tutte del nostro stupendo paese), contiene un messaggio che dovrebbe diventare un mantra, dovremmo ripetercelo ogni mattina, e poi ogni sera per capire se vi abbiamo tenuto fede o no.

Ogni volta che parliamo di noi parliamo delle nostre debolezze e dei nostri difetti, piccoli o grandi che siano. Per una volta, parliamo di quella parte del Paese che sembra nascosta ma che esiste. Forte, creativa, intraprendente. Per una volta, non parliamo di debolezza, parliamo di energia.


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Published inIn breve

6 Comments

  1. Angelo

    Caro Guido,
    ….
    CVD (Come Volevasi Dimostrare).
    ….

  2. Bruno Stucchi

    Ichnusa, si potrebbe anche incentivare (in Sardegna) il consumo di cetrioli “bio” importati dalla Spagna (è anche vicina, quasi a km 0).

  3. Vergogna!

    Energia=luci accese
    Luci accese=consumo
    Consumo=distruzione del pianeta

    quindi

    Energia=distruzione del pianeta

    Orsù…siate sostenibili! Seguite l’esempio!

    • Ichnusa

      Spett. Morabito.
      La sua ironia è del tutto fuori luogo.
      Si può tranquillamente impostare una politica energetica senza per questo rinunciare all’attuale livello di vita, preservando quindi l’ambiente ed il paesaggio ed evitando di costruire nuove centrali elettriche inquinanti. Qui in Sardegna abbiamo da poco mandato un messaggio forte e chiaro a tutto il mondo, votando contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili, e adesso stiamo implementando un modello di sviluppo eco-compatibile con il territorio e la storia millenaria della nostra terra. Stiamo chiudendo tutte le fabbriche energivore ( ma anche le altre, che comunque sono impattanti a livello di inquinamento), stiamo chiudendo anche le centrali elettriche ( o meglio, le stiamo costringendo, con la forza popolare, ad andarsene)…Noi puntiamo al futuro, rappresentato dall’idrogeno, che produrremo con il solare termodinamico, puntiamo al turismo e all’attivita collegate ( agricoltura, pastorizia, artigianato…), e l’energia la trarremo dal Sole e dal vento !!!!
      Abbiamo, è vero, un problema, rappresentato dal numero spropositato di Sardi residenti, ma una seria politica di incentivazione all’emigrazione li dovrebbe ridurre all’accettabile cifra di 150.000 unita, che recenti scoperte scientifiche identificano come popolazione massima sopportabile dal nostro modello di sviluppo eco-compatibile.
      Distinti Saluti.

    • Ichnusa

      Spett. Morabito…
      Vero, il sottoscritto ci ironizza sopra, ma la realtà è davvero quella descritta. Un noto politico Sardo scrive testuale, sulla rinuncia della Germania al nucleare:
      “Quella che giunge dalla Germania è una buona notizia. Il nucleare deve essere definitivamente consegnato alla storia. La Sardegna ha dichiarato il proprio no a un eventuale ritorno al passato con un referendum consultivo che ha visto una prevalenza schiacciante dei voti contrari all’opzione nucleare (97,13%) e ha già intrapreso con decisione un’altro cammino: quello dell’economia verde e delle rinnovabili. La nostra politica persegue uno sviluppo e una ripresa che non siano percepibili solo dai dati economici puri e semplici, ma che portino benefici concreti in termini di qualità della vita per i cittadini e siano autentica crescita sociale, culturale e morale. Per questo promuoviamo un modello che, rompendo gli schemi che in passato hanno imbrigliato l’economia della nostra Isola, crei nuova impresa e nuovi posti di lavoro senza che questo significhi pagare un tributo in termini di salute, sicurezza, rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Il nostro e’ un orientamento ribadito anche a livello comunitario durante la recente firma a Bruxelles del Patto delle Isole dell’Unione Europea e che oggi diventa più forte grazie alla presa di posizione decisa del governo tedesco. Su questa prospettiva la Regione è già concretamente al lavoro con un progetto di ampio respiro, denominato Sardegna CO2.zero, finalizzato alla promozione delle energie rinnovabili, della green economy e alla riduzione dell’anidride carbonica. Rispetto a questo grande processo di cambiamento i Sardi devono essere interpreti e protagonisti di una politica che renderà la nostra isola un modello da seguire a livello nazionale e internazionale.”
      Che cosa intende per promozione delle energie rinnovabili lo esplica in altra sede:
      “…per presentare il progetto miniera, centrale, cattura e stoccaggio della CO2, che sarà realizzato nel Sulcis.
      Il progetto prevede la realizzazione di una nuova centrale elettrica a carbone di taglia compresa tra 350 Mwe e 450 Mwe, integrata, dal punto di vista operativo, con la miniera a carbone di Nuraxi Figus.
      La centrale termoelettrica potrà essere basata sull’applicazione della tecnologia di gassificazione o su una tecnologia equivalente dal punto a quella di gassificazione (come ad esempio un impianto di combustione supercritico). Il Progetto prevede inoltre l’implementazione di un impianto di cattura e stoccaggio del carbone (CCS) al fine di ridurre le emissioni di CO2 dell’impianto.
      L’idea è parte integrante del più ampio progetto “CO2.zero” e della politica della Regione finalizzata alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, in piena coerenza con gli obiettivi europei.
      Sono previste soluzioni tecnologiche innovative riguardanti l’integrazione impiantistica tra la centrale termoelettrica e i sistemi CCS (separazione-trasporto-confinameno), la sperimentazione e lo sviluppo di sistemi di confinamento geologico della CO2 nel bacino carbonifero del Sulcis con l’applicazione di tecniche ECBM (Enhaced Coal Bed Methane) e acquiferi sottostanti al giacimento. Il sito minerario carbonifero del Sulcis diventerebbe un vero e proprio laboratorio dimostrativo per lo sviluppo delle tecnologie di confinamento.
      È un progetto che ribalta totalmente la prospettiva di sviluppo del settore minerario del Sulcis. L’aspetto centrale, infatti, passa dal momento della estrazione del carbone, al momento della produzione di energia, dello stoccaggio della CO2 e se sarà possibile della estrazione e riuso del metano che potrà essere estratto proprio grazie allo stoccaggio della CO2.
      Va inoltre evidenziato che a supporto del progetto, data la sua forte valenza sperimentale, assume un ruolo centrale la ricerca e i processi di innovazione tecnologica legati alla cattura e allo stoccaggio della CO2 (CSS) che in questo campo sono strategici a livello mondiale ed europeo. Sono questi i progetti di una Sardegna che sta cambiando pagina e che può realmente ambire a diventare una regione modello green economy.”
      Distinti Saluti e buon Lavoro.

  4. Angelo

    Bravo Guido! Grazie per avercelo ricordato.
    Noi italiani abbiamo infinite risorse e straordinarie capacità. Abbiamo dovuto “far di necessità virtù!” nei secoli, abbiamo imparato meravigliosamente l’arte di arrangiarsi. Già! nessuno ci ha mai aiutato tanto meno oggi.

    Ogni italiano si alza la mattina e indipendentemente da quello che viene scritto sui giornali, strafregandosene di quello che dicono le TV, senza alcun riguardo delle grandi “battaglie” che tuonano sulla sua testa da una parte e dall’altra, lui, l’italiano, cerca di portarsi a casa il suo stipendo, la sua dignità e se possibile anche qualcosa in più per poter vivere dignitosamente e permettersi la “bella vita” di cui è maestro nel mondo.

    Certo siamo bravi a sparlarci addosso, a stendere le mutande sporche del vicino e per chi ci guarda da lontano sembra che il nostro paese sia un “postribolo” immenso! Solo chi ci guarda da lontano però pensa così perché chi ci conosce cambia totalmente idea e sa che noi italiani “non siamo quello che sembriamo, ma molto meglio”.

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