Per le elezioni ci sono i grandi elettori, per il circo del clima ci sono i grandi comunicatori. Negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Frotte di inquinantissimi aerei che puntano su Manhattan in un macabro 11 settembre climatico, frequentatori abituali di tappeti rossi che si strappano i capelli (già finiti) dopo terremoti devastanti perché secondo loro la terra si sta ribellando, cineasti climattivisti che girano un video in cui si fanno esplodere le teste (letteralmente) di chi dissente, giovanissimi rapper che minacciano sanguinose rappresaglie contro le generazioni che li precedono, animali che si suicidano etc etc…
Una vera industria delle Str****te. E la esse maiuscola non è un refuso. C’è n’è una nuova dall’Australia, una vera perla. Dicono di essere “climate scientist”, c’è da creder loro perché nel video che state per vedere scorrono anche le loro credenziali. E’ un rap, vi anticipo una parte del testo (non credo serva la traduzione):
Climate Denier: “The Greenhouse effect is just a theory.. sucker.” Climate scientists: “Yeah, so is gravity… Float away M***er F***er.”
Viene da qui, se proprio volete togliervi la soddisfazione.
Del resto era chiaro che con il global warming che si è preso le ferie da tre lustri avremmo assistito ad una ondata di comunicazione efficace. Addirittura si sono messi in moto gli accademici.
Per esempio, dal blog di Judith Curry, arriva l’abstract di una pubblicazione di Alison Anderson, ex Ministro delle risorse ambientali e del patrimonio ambientale del governo australiano:
Sources, media, and modes of climate change communication: the role of celebrities – Anderson (2011).
“This article reviews existing research on the portrayal of climate change within the print media, paying particular attention to the increasing role that celebrities have come to play within popular culture. While this is certainly not a new development, celebrities are increasingly appearing as key voices within the climate change debate, providing a powerful news hook and potential mobilizing agent. Early coverage of climate change was dominated by scientific sources, but as the debate became more institutionalized and politicized a wider variety of competing sources entered the news arena. Yet media prominence is not necessarily a reliable indicator of influence. How issues are framed is of crucial importance and celebrity interventions can be a double-edged sword.”
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Fonti, media e modalità della comunicazione del cambiamento climatico: il ruolo delle celebrità – Anderson 2011.
“Questo articolo esamina le ricerche esistenti sulla rappresentazione dei cambiamenticlimatici nell’ambito della carta stampata, con particolare attenzione al ruolo crescente che le celebrità sono arrivate ad avere nella cultura popolare. Anche se questa non è certo una novità, le celebrità tendono sempre più ad apparire come voci chiave all’interno del dibattito sul cambiamento climatico, fornendo una potente attrattiva per le news e un potenziale fattore di mobilitazione. Inizialmente, la copertura mediatica dei cambiamenticlimatici è stata dominata da fonti scientifiche, ma quando il dibattito è divenuto più istituzionalizzato e politicizzato, una più ampia varietà di fonti concorrenti è entrata nell’arena delle notizie. Eppure il risalto dei media non è necessariamente un indicatore affidabile di influenza. E’ di fondamentale importanza come i problemi sono incorniciati e gli interventi delle celebrità possono essere una lama a doppio taglio “.
Il commento della Curry:
Hard to believe that academics are writing papers on this kind of a topic and actually getting published. My two cents on the celebrity contribution to AGW arguments: their failure to walk the walk (esp Al Gore and James Cameron) in terms of their personal carbon footprint makes them pretty unconvincing.
E’ difficile immaginare degli accademici che scrivono paper di questo tipo e vengono anche pubblicati. I miei due centesimi sul contributo delle celebrità alla causa dell’AGW: la loro incapacità di percorrere il percorso [assenza di coerenza] (come Al Gore e James Cameron) con riferimento alla loro impronta ambientale personale li rende decisamente poco convincenti.
Il mio commento. Chissà cosa pensa la Alison di questo rap. E chissà se le cose andrebbero meglio se Al Gore si mettesse a fare il rapper. Certo che deve esserci rimasto ben poco da comunicare in termini scientifici se pensano che la gente sia così gonza da poter essere raggiunta con questo genere di messaggi.
Guido scrivi:”se pensano che la gente sia così gonza da poter essere raggiunta con questo genere di messaggi”
Purtoppo la comunicazione è stata capillare e martellante, oggi ho parlato con una persona che stimo, che ritengo intelligente e colta (legge sicuramente più di me) che mi ha detto:
“sai che le renne stanno morendo a migliaia per chè si stanno sciogliendo i ghiacci”
Quindi non mi poneva una domanda la sua era un affermazione.
Gli ho risposto: “ma no le renne più il permafrost si scioglie più hanno cibo a disposizione”
“No no dicevano che le renne senza il ghiaccio non avevano cibo”
Secondo me c’è sotto una delle solite balle, del tipo che qualcuno ha immaginato che senza terra ghiacciata non ci sarebbero i licheni alimento base delle renne. Un pò come quelli che dicono che senza ghiaccio gli orsi polari non avrebbero più cibo.
Beh ma sul permafrost scongelato ci cresce l’erba che alla renna piace pure di più.
sono tentato di investigare… vedremo
Sulle renne ho un blog sotto sale da un po’ di tempo, magari lo rispolvero. Delle opinioni diffuse e superficiali alcuni si preoccupano, io no perche’ chi le possiede, le cambia altrettanto facilmente.
metterei in evidenza una frase, che è la conferma di quanto vado dicendo da anni:
“ma quando il dibattito è divenuto più istituzionalizzato e politicizzato”
ok, anche loro lo dicono chiaramente.