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Dopo il bagno di realismo di George Monbiot di cui abbiamo parlato ieri, oggi ho trovato un altro concetto interessante. Viene da un blog naturalmente, attraverso la segnalazione di Judith Curry.

Ecco qua:

Do not confuse science with scientists, expertise with experts, or intellect with intellectuals. Society is not anti-intellectual or anti-science, it is anti-intellectuals, opposed to the people who claim those credentials, and for excellent reasons. Even those who on any given issue make appeals to the authority of selected scientists or experts will discount or reject equivalent authority when it does not confirm cherished biases.

Non si confonda la scienza con gli scienziati, l’esperienza con gli esperti, o l’intelletto con gli intellettuali. La società non è contro l’intelletto o la scienza, è contro gli intellettuali, in opposizione a quanti reclamano quelle credenziali, e lo è per eccellenti ragioni. Anche quelli che su ogni specifico argomento fanno appello all’autorità di scienziati ed esperti selezionati abbandoneranno o rigetteranno autorità dello stesso livello quando non dovessero confermare i pregiudizi preferiti.

Riconoscete qualcuno in questo simpatico ritratto?

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Published inIn breve

2 Comments

  1. Guido Botteri

    Ma chi decide chi sia uno “scienziato serio” ?
    C’è un problema di credito (magari millantato, o usurpato) a cui bisogna verificare se corrisponda un’effettiva serietà.
    Per esempio, se uno scienziato accreditato di massima serietà, senza far nomi, penso a qualcuno più volte arrestato in manifestazioni ambientaliste… fa delle previsioni, che a distanza di anni non si sono avverate, come si fa a decidere se sia stato serio o no ?
    Basta che abbia sbagliato ?
    A giudicare da come viene difeso, sembrerebbe che, per certe persone, il fatto palese di aver sbagliato (pur riconosciuto da chi lo difende) sia solo un optional, che non intaccherebbe né la sua serietà, né la sua futura credibilità.
    Infatti ci sono interi articoli a lui dedicati in cui non si nega che abbia sbagliato, ma ci si concentra sul fatto del “perché” abbia sbagliato.
    Se ha usato una sensitività eccessiva, si tratta di un “errore” o di una forzatura, voluta per ragioni ideologiche ?
    Disse Cesare che sua noglie era innocente delle accuse che le erano state mosse, ma che la moglie di Cesare non deve essere nemmeno sospettata, e divorziò, pur proclamandone ufficialmente l’innocenza, e ottenne due piccioni, liberarsi della moglie e non essere travolto dallo scandalo. Ma c’è una logica in quel che fece Cesare, che non è da sottovalutare, e se dovessimo affidarci all’onestà della (sicuramente innocente, almeno ufficialmente) moglie di Cesare, e questa fiducia avesse risvolti importanti, forse faremmo bene a divorziare anche noi…da chi ha palesemente sbagliato, per qualsiasi ragione abbia sbagliato (visti gli interessi e le implicazioni in gioco).
    Secondo me.

  2. Enno’…il nostro mancato interlocutore dira’ semplicemente che nessuno scienziato o esperto serio fa affermazioni palesemente inesatte, per cui quelli che le fanno non sono scienziati o esperti seri e quindi quando Lui ne rigetta l’autorita’ non sta rigettando l’autorita’ di scienziati o esperti seri.

    Un sillogismo che fara’ furore, in Cilicia. Come dire…”non sono razzista, sono loro che sono Napoletani!“.

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