Lo so che può sembrare paradossale, ma ci sono dei segnali piuttosto inquietanti circa il fatto che questo anticipo d’estate (o prepotente affermazione della primavera, fate voi) finiremo per scontarlo più avanti.
Non è all’inverso della regola del trono che dice che dopo er brutto viè er bono che mi riferisco (scusate m’è scappata), quanto piuttosto a quella che potrebbe essere la diretta conseguenza del blocco anticiclonico che sta interessando l’area Atlantica ed il settore del Mediterraneo di questi giorni. Un blocco che a più riprese ha pompato molta energia verso le alte latitudini polari, contribuendo forse ad un riscaldamento stratosferico spettacolare piuttosto fuori stagione.
Molte volte in passato ci siamo trovati a prevedere prima (con qualche buon successo) e commentare poi (con successo assicurato 🙂 ) gli effetti in troposfera delle dinamiche di riscaldamento stratosferico, ossia della rottura del vortice polare e conseguente “dispersione” dell’aria fredda verso le medie latitudini, ma questo discorso, pur con una lunga serie di distinguo, vale per la stagione invernale. D’inverno infatti la struttura del vortice polare è dominante per le dinamiche della circolazione alle medie latitudini, in primavera il discorso è diverso. Molto meno diretto e soprattutto molto meno noto.
Una delle possibilità è quella che vedrebbe ancora correnti a bassissimo indice zonale, ossia direttamente orientate da nord a sud, con conseguente importante calo termico sul comparto europeo. Certo, la stagione è avanzata, per cui non si potrebbe parlare di condizioni invernali, ma potremmo anche andarci molto vicino. Tra l’altro non è assolutamente possibile capire quale settore del Mediterraneo potrebbe essere interessato dalle correnti fredde sul bordo orientale del promontorio e dalla depressione ad esse associata. Se tutto questo dovesse accadere verso occidente, noi avremmo tempo più mite ma fortemente perturbato. Con tutta l’energia già assorbita in ragione di questo anticipo d’estate, i fenomeni potrebbero essere veramente intensi. Ad oggi le scadenze più lontane dei modelli troposferici disponibili vanno effettivamente in questa direzione, ma su quelle scadenze ormai abbiamo imparato da tempo a non scommettere, pena delle performance previsionistiche da dimenticare.
La seconda possibilità è che questo riscaldamento dia un colpo di grazia al vortice polare, portando la circolazione troposferica verso condizioni tipiche della stagione calda. la teleconnessione con le dinamiche troposferiche a questo punto potrebbe essere completamente diversa, ovvero governata da tutt’altro genere di forcing.
Come sempre staremo a vedere, ma la faccenda si fa interessante.
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