Leggere questo delirante post di Richard Glover sul National Post in Australia può essere consolante e disarmante allo stesso tempo.
La consolazione consiste nel fatto che viviamo in un mondo veramente libero e ricco opportunità, tante da concedere diritto d’asilo anche a tutti quelli a cui questo mondo non piace e ne vorrebbero uno in cui le loro cervellotiche elucubrazioni da intellettuali di quarta serie siano considerate alla stregua delle tavole di Mosè. Nel passato recente e lontano di figuri del genere ce ne sono stati parecchi, e tanti ce ne sono ancora. Qualcuno, chi per breve tempo, chi decisamente più a lungo, è anche riuscito a coronare il suo sogno, con grave nocumento per quanti ci sono rimasti sotto. Ne sappiamo qualcosa anche noi. Oggi queste aspirazioni non si esplicano più nel desiderio di dominare il proprio prossimo, quanto in quell’insopportabile atteggiamento di superiorità e di consapevolezza tipico di color che tutto sanno ma, per non sporcarsi le mani, niente fanno.
Ma, dicevamo, è anche disarmante. Sì perché non si può credere che qualcuno -attenzione, è un commentatore, neanche uno del mestiere- arrivi a ipotizzare che internet sarà la fine della civiltà moderna perché consente ai negazionisti climatici (termine appositamente coniato per disconoscere a chi dissente il diritto di farsi sentire) di esistere, ovvero di avere il loro spazio di informazione. E lo fa usando internet il genio.
A suo dire, dopo lo scampato pericolo dell’olocausto nucleare e dell’elezione di Bush, ora c’è poco da fare. La libertà di espressione, la velocità con cui circolano le informazioni e la possibilità di dire la propria a dispetto della tenace azione lobbistica dei sapientoni dell’AGW porteranno il mondo alla rovina.
Quelle di gente come Roy Spencer, Richard Lindzen, Roger Pielke, Steve McIntyre e quanti come loro hanno potuto far conoscere al mondo il loro dissenso e le loro opinioni sarebbero chiacchiere da bar, o, per dirla come lui, da barbecue. Onde evitare la fine del mondo, andrebbero quindi fatti tacere.
Non accadrà, a finire sarà il loro di mondo, quello che garantisce tributi a sapientoni del genere.
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