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440, 14%, 28%

Numeri. Il primo è il numero delle centrali nucleari operative sul Pianeta. Il secondo è la percentuale di energia che il mondo ne ricava rispetto al proprio fabbisogno. Il secondo è quanta invece ne ricava l’Europa.

Numeri imprescindibili se si vuole affrontare il problema della recente tragedia avvenuta in Giappone con un minimo di lucidità.

Al riguardo, non senza una buona dose di soddisfazione perché queste cose le abbiamo dette anche noi negli ultimi giorni, vi segnalo questo articolo uscito su Lavoce.info a firma di Pippo Ranci.

Buona lettura.

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Published inIn breve

17 Comments

    • Lorenzo

      …mah…sinceramente non capisco questi ultimi 2 interventi: il primo link è il riassunto di terna in cui ci sono i dati che avevi già esposto e di cui ho già dato la mia interpretazione.
      Il secondo link poi, che descrive le garanzie di enipower sui suoi moduli è ancora più criptico, non capisco cosa tu voglia lasciar intendere 🙂
      e dammi pure del tu 😉

    • Giampiero Borrielli

      @ Lorenzo: Il primo post riguardava la sua affermazione: “ammesso che i tuoi dati siano veri”…Come può constatare, i numeri non li sta dando il sottoscritto, ma terna spa. Forse sono veri, forse no…sta di fatto che sono quelli ufficiali.
      Riguardo il secondo post, si riporta quanto segue:
      “2.3 Omissis…. Le misure della potenza di targa originaria ed ogni eventuale misura successiva verranno effettuate secondo gli standard vigenti (1) alla data della produzione del modulo stesso….”
      (1) “La misura dei parametri elettrici viene eseguita alle condizioni standard: Irradiazione 1000 W/mq – A M 1,5 – Temperatura 25 °C”
      Si evince che fuori da tali standard la produzione è decisamente aleatoria e tendente al basso…e questo forse spiega molte cose.

  1. Lorenzo

    @ Maurizio
    “attestato su rendimenti bassi e costi elevati”…:-) per vedere gli straordinari progressi della tecnologia fotovoltaica è sufficiente vedere la diminuzione del costo del kWh alla produzione: http://www.1366tech.com/cost-curve/
    ..una diminuzione del 96% dai suoi albori ad oggi.
    Il resto sono parole al vento (che invece andrebbe sfruttato con qualche ottima pala eolica 😉
    Il fv produce elettricità quando c’è bisogno, ovvero durante il giorno, di notte invece la gente solitamente dorme 🙂 la variabilità stagionale che poi è legata alla sua meteodipendenza non è una variabile sconosciuta, ma facilmente preventivabile nella pianificazione energetica.

    @ Borrielli

    ammesso che i tuoi dati siano veri, i dati dell’efficienza 2010 sono in gran parte dovuti agli impianti installati nel 2009, non nel 2010. Infatti le installazioni si concentrano nell’ultima parte dell’anno nella corsa a godere di incentivi più sostanziosi, lasciando agli impianti 2010 pochissimi mesi di produzione e proprio i più scarsi radiativamente (ottobre-novembre e soprattutto dicembre)…
    dal momento che questa tendenza si è andata sviluppando sempre più robustamente nei 3 anni del conto energia, è normale osservare una leggera diminuzione dell’efficienza complessiva al MW.
    Un altro fattore potrebbe essere la variazione di distribuzione geografica di potenza, forse, ed è solo un’ipotesi (che però volendo si può verificare) nel 2009 è stata installata più potenza al nord che al sud rispetto al 2008.
    Non credo che sia interesse di nessuno mettere pannelli dove capita, si cerca sempre di massimizzare la resa.

  2. Lorenzo

    @ Giudici

    Il dato relativo alla Spagna l’ho trovato in rete esattamente come hai fatto tu, non mi sono preso la briga di controllare dove, nè lo farò adesso, dato che se anche fosse macroscopicamente sbagliato, diciamo pure il 30% invece del 35, o anche il 25% non cambia i termini del mio discorso, ovvero mostrare come le rinnovabili possono fornire in un grande e moderno paese come la spagna lo stesso ammontare che attualmente il nucleare fornisce all’europa. Il pil è il primo dato da sapere per capire in maniera molto approssimativa il consumo energetico di una nazione e quello della spagna non è molto diverso dal nostro. Avremo un pò più di industria pesante, ma io sapevo che più che altro noi siamo il regno delle piccole e medie imprese, l’acciaieria d’europa è la germania.

    Riguardo ai costi, le scelte sciagurate di politica hanno portato ad esempio alla bolla fv in spagna dove si è passati dagli oltre 3000 MW installati nel 2009 ai 32 del 2009. Appunto, scelte sciagurate di politica. In germania, paese molto più sfavorito dal punto di vista ambientale il fotovoltaico cresce stabilmente da anni senza alcuna speculazione poichè si sono mossi in maniera intelligente.
    E’ naturale che ove ci sia un settore il cui sviluppo viene favorito per motivi strategici, i soliti furbi ci speculano, sta all’intelligenza dei legislatori impedire che ciò accada.
    Ma questo non ha niente a che vedere naturalmente l’incredibile sviluppo tecnologico del fv che l’ha portato in pochi anni a raggiungere quasi la cosiddetta grid parity in alcune zone ambientalmente favorite quali ad esempio il nostro meridione. Un altro decennio e sarà capace di competere nei prezzi anche con il costo a kwh alla produzione. Difatti proprio la Germania ha programmato la fine degli incentivi per il 2017. Almeno 5-10 anni prima che qualsiasi centrale nucleare produca il primo kWh.

    La potenza. Il kite stem (3 MW) è solo uno dei bracci che poi configureranno il kite carousel, il quale avrà una potenza dell’ordine del GW, appunto quanto quello di una centrale nucleare.
    L’economicità poi è l’ultima cosa di cui temere, poichè se davvero dovesse funzionare, allora il costo del kWh sarà tranquillamente inferiore a quello delle centrali a carbone (3 cent/kWh, probabilmente meno). Tanto per capirsi il costo stimato del kite carousel è di 80 milioni, circa 80 volte inferiore di quello di una centrale nucleare 🙂 Il problema è appunto verificare che funzioni ed ingegnerizzarlo 😉

    Sorrido a faccine perchè questa discussione è puramente accademica, come dice Castelli, in Italia non si riesce a fare neanche un foro in una montagna, figuriamoci se ci faremo una centrale nucleare…adesso poi… 🙂

    Osservatorio giornalistico Mediawatch:
    Ecco i risultati del sondaggio:

    E’ a favore del nucleare in Italia? No: 68% – Sì: 32%

    Gli ultimi fatti in Giappone le hanno fatto cambiare idea sulla sicurezza del nucleare? No: 83% – Sì: 17%

    Secondo lei è possibile risolvere le necessità energetiche italiane senza l’utilizzo del nucleare? No: 34% – Sì: 66%

    Lei sarebbe favorevole a investire i soldi che il governo metterà a disposizione per il nucleare a favore di fonti rinnovabili? No: 11% – Sì: 89%

    E’ d’accordo sul decreto Romani, che toglie i contribuiti alle energie alternative anche retroattivamente? No: 83% – Sì: 17%

    Anche in Germania hanno capito:

    http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Nucleare-Merkel-usciamo-meglio-sara/23-03-2011/1-A_000189517.shtml

    Il popolo bue si sta muovendo istintivamente lontano dal pericolo, l’istinto è cosa buona, rassegnatevi, con buona pace vostra e delle lobby energetiche e bancarie, il nucleare non si farà 😉

    Reply
    Lorenzo, sulla Germania ti invito a leggere l’articolo che uscirà venerdì, poi ne riparliamo. Ho sinceramente apprezzato il vostro scambio di opinioni, fino alla caduta di stile del “rassegnatevi”. Forse non ti è chiaro un particolare: qui nessuno fa il tifo per niente, tanto meno per lobby di vario genere, compresa quella ambientale, che quanto ad affari ha imparato in fretta le regole del gioco. Quello che credo debba stare a cuore a tutti è che le scelte, quali esse siano, arrivino per ponderazione e non per pancia, e che poi siano mantenute, realizzando quanto necessario per implementarle. In questo senso l’87 dovrebbe averci insegnato parecchio. Speriamo.
    gg

    • Fabrizio Giudici

      Condivido la risposta di Guidi. Avrei risposto qualcosa sulla Germania, ma non ha senso ora, visto che venerdì è in arrivo un articolo. Aggiungo solo che io sono effettivamente rassegnato: che, a prescindere dalla questione, non si prenderà una scelta ponderata. La faccina da usare, quindi, è quell’altra 🙁

    • Lorenzo

      Sì, ammetto che il “rassegnatevi” è una caduta di stile.
      Ma tant’è, quando l’argomento è così scottante e la partecipazione alla discussione così sentita, si può, senza volerlo, uscire dalle righe.
      Naturalmente non penso che nessuno di voi abbia a cuore o difenda gli interessi di nessuna lobby, la questione lobbistica faceva parte del più ampio discorso del nucleare. La lobby ambientale, che poi tanto ambientale non è, non la vedo più di buon occhio delle altre, mi pare anzi molto più insidiosa e non a caso sono un fiero oppositore della CO2fobia.
      Però credo proprio che ognuno di noi un pò di tifo lo faccia, “tifo” perchè si giunga alla soluzione che ritiene più opportuna e per quanto mi riguarda non mi vergogno di dire che faccio il tifo antinuclearista fin da tempi non sospetti, ovvero prima di Fukushima e argomentando la mia posizione senza mai citare la sicurezza (che pure, evidentemente, è un problema da porsi).

      D’accordo con Giudici, la scelta non sarà ponderata su basi razionali, il legislatore deciderà solo su basi elettorali, come al solito, ed il popolo su basi istintive, al solito. La combinazione dei due fattori avrà un esito che solo incidentalmente nella fattispecie è la soluzione a mio avviso più sensata.

      Ci risentiamo sulla Germania! 😉

    • Maurizio

      Per la germania procrastinare il nucleare non è un dramma, in fondo hanno pur sempre il carbone con cui possono “finanziare sottobanco” le rinnovabili e la green economy, magari in parte vendendolo alla cina ;-). Un’altra cosa che non condivido è “l’incredibile sviluppo tecnologico del fv” che a me pare attestato a rendimenti bassi e costi elevati oltre ad essere perennemente penalizzato dalla natura diurna, stagionale e meteodipendente della luce solare.

    • Giampiero Borrielli

      La potenza efficiente fotovoltaica è, in Italia, aumentata del 154,7%, passando dai 1142 MW del 2009 ai 2910 MW del 2010…Un salto spettacolare, che inorgoglisce tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro bel paese e del mondo. Peccato che nessuno metta nella dovuta evidenza il piccolo particolare che sta diminuento l’efficienza nella produzione del singolo MW di potenza installata, passata da ben 592 ore/anno del 2009 a 550 ore/anno del 2010 ( sempre che i banali calcoli della serva siano giusti). O se volete, a fronte di un poderoso balzo in avanti della potenza installata ( in MW) pari al 154,7%, la produzione ( in GWh) è aumentata solo del 136,5%…Resta da capire il perchè di tale calo produttivo, forse troppe nuvole nel 2010, o più semplicemente si stanno mettendo pannelli la dove capita.

  3. Filippo Turturici

    Esatto, come dice il col. Guidi: l’unica concorrenza è fossili/nucleare, con l’idroelettrico ormai saturo (in Italia ad esempio ne ricaviamo già il 15% dell’energia elettrica) e le altre “rinnovabili” impossibilitate a fornire la potenza “di base” della rete elettrica – pur sempre utili come fonti integrative del sistema.
    Dovremmo passare in massa al carbone? E’ molto più inquinante, persino come radiazioni sfuggite nell’ambiente circostante! O forse dovremmo dedicarci sempre più a petrolio e gas, fonti già “sotto stress” per l’intensivo uso che se ne fa, non solo nel campo elettrico, ma anche in quello dei trasporti, del riscaldamento, della chimica?

    • Lorenzo

      Come ho scritto poco sopra rispondendo a Guidi sono fermamente convinto che sia il nucleare che le fonti fossili siano modalità di produzione energetica in via di abbandono e che il futuro sia esclusivamente rinnovabile.
      Tuttavia, se proprio non ce la fate a staccarvi dal vecchio, sì, è chiaro che ricorrere alle fonti fossili è preferibile, sotto ogni punto di vista, al nucleare.
      Più che al carbone io penso alle centrali a gas naturale a ciclo combinato, la fonte fossile più pulita.
      Curioso poi che si parli di stress di tali fonti abbondantemente presenti nel sottosuolo terrestre e non si pensi invece al fatto che un elemento in tracce, quale è l’uranio, ha riserve accertate la cui durata è largamente inferiore a quella degli idrocarburi, considerati i consumi che se ne fa attualmente….una distorsione di natura ideologica? si vede solo ciò che si vuol vedere perchè si è optato a priori per qualcosa? 🙂

      Reply
      Lorenzo, si vede quel che c’e’ da vedere. Quello che si vorrebbe ci fosse e’ un’altra cosa. Bella magari, ma non c’e’.
      gg

    • Fabrizio Giudici

      Lorenzo, un po’ di domande. Prima di tutto, sarebbe bello citare le fonti, perché i numeri sono necessari, ma spesso ne girano strani. Quindi mi piacerebbe sapere dove posso verificare che il 35% dell’energia della Spagna è rinnovabile. Perché questa cifra la vedo su Wikipedia come la previsione per il 2010, anno che si è concluso da poco, quindi credo che non ci sia ancora una conferma a posteriori. Siccome in Spagna ci sono stati un po’ di imbrogli, di cui si è parlato anche qui (centrali fotovoltaiche che producevano anche di notte, perché qualche furbone collegava generatori diesel), vorrei prima vedere un dato consolidato.

      In secondo luogo la Spagna non è un paese paragonabile all’Italia. Non c’entra nè il PIL né la popolazione (che comunque è ben al di sotto della nostra). C’entra di più il fatto che non è un paese che ha industria pesante come la nostra. A me fa specie continuare a leggere di questo o quel campo eolico che sostiene tot famiglie, ma non ho mai letto di questo o quel campo eolico, o centrale solare, che è in grado di sostenere uno stabilimento come Mirafiori. Ci trovi qualche riferimento? Grazie.

      In terzo luogo c’è la questione dei costi: la lascio per ultima, ma è in realtà una delle cose più importanti. Ci sono studi spagnoli (p.es. http://www.juandemariana.org/pdf/090327-employment-public-aid-renewable.pdf) che sostengono la totale non sostenibilità dell’energia rinnovabile in Spagna, almeno con gli standard correnti. Fattostà che sul solare la situazione non è affatto rosea come dici tu: leggi p.es. qui: http://qualenergia.it/articoli/20101123-la-spagna-azzoppa-il-proprio-conto-energia (e vedi che GreenPeace critica, quindi è vero).

      Il fatto è che quello che tu non ti sei sognato di citare è che Zapatero, da quando è al potere, ha adottato una stramba politica energetica sui costi dell’energia: li ha tenuti politicamente bassi, per dare più competitività alle proprie aziende, molto più bassi dei costi di produzione. Forse perché si è fatto convincere da qualcuno che in qualche anno le rinnovabili sarebbero diventate competitive? In un modo o nell’altro, si è indebitato. Di parecchio, tant’è che al 1 gennaio di quest’anno ha dovuto aumentare il costo in bolletta quasi del 10% secco, e spero ti renderai conto che non è poco. Specialmente per un paese che ha i conti pubblici disastrati. Fonte: Repubblica, non la lobby dei nuclearisti:

      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/29/zapatero-fa-sorridere-enel-madrid-rimborsera.html

      Ora, capirai bene che anche qualora uno mi faccia vedere che con i kite sostiene uno stabilimento come Mirafiori (ma per ora nessuno me l’ha fatto vedere), mi deve anche dimostrare che è in grado di farlo in modo economico. Sostenere che la Spagna è un esempio virtuoso da questo punto di vista è un po’ come citare il Giappone per la sicurezza totale delle centrali nucleari.

      Per questo motivo ogni volta che leggo interventi come il tuo, con i sorrisetti 🙂 che fanno capire come tutto sia così dannatamente semplice e risolvibile con le rinnovabili, mentre non è affatto così, mi si rafforza l’idea del nucleare. Anche perché mi ricorda di certi finanzieri che fino a qualche anno fa spiegavano al mondo come tutti diventavano più ricchi con il mercato dei derivati, citando anche proiezioni ineccepibili. Poi, quando si è passati alla verifica a posteriori, è andato tutto a remengo, in pochi si sono comunque arricchiti lasciando tutti gli altri nella cacca.

      Ovviamente, quanto ho citato potrebbe essere falso. Facci sapere.

    • Lorenzo

      Esatto.
      Tra le cose che non ci sono possiamo annoverare i reattori nucleare di terza generazione “advanced”, quelli che il governo intendeva installare in Italia. Al momento ci sono solo cantieri aperti (2) da svariati anni che stanno accumulando ritardi a non finire e sono divenuti pozzi senza fondo in cui buttare quattrini fino ad un termine che ancora non è dato di sapere 😉
      Tra le cose invece di che ci sono, ma poco, c’è l’uranio 🙂
      Tra le cose di cui ce n’è molto abbiamo gas naturale e carbone 😉

  4. Ah, già, certo, bisogna distinguere, con tutte le auto atomiche che girano si rischia di far confusione. 🙂
    E quale sarebbe l’alternativa? L’eolico? Non credo. Idroelettrico? E’ saturo o quasi. Ho trovato! Le fonti fossili. Lo dicevo io che non si altera proprio niente…
    gg

    • Lorenzo

      eh eh, con tutto le idee balzane che girano, non mi stupirei se qualcuno prima o poi tiri fuori un’auto atomica o anche una piccola piletta nucleare che riscaldi casa 🙂

      Quello che intendevo dire è che se si decidesse a livello europeo di abbandonare il nucleare, si potrebbe tranquillamente sostituire quel 28% elettrico. Infatti non è che, se anche venisse presa una decisione simile, dall’oggi al domani tutte le centrali nucleari verrebbero spente. Partendo dalle più vecchie il processo richiederebbe 1-2 decenni, più che sufficienti per sostituire gradualmente quella quota elettrica.
      Per dare termini di paragone basti sapere che nell’anno 2010 la Spagna (oltre 40 milioni di abitanti, pil/procapite uguale al nostro) ha prodotto il 35% circa di elettricità da fonti rinnovabili; la danimarca, già da diversi anni produce il 20% dell’elettricità solo dall’eolico.
      Però sostituire come, ci si chiede giustamente…fotovoltaico, eolico, smart grid…sì, sì, lo so, il fv ancora non è competitivo, ma lo diverrà prima che qualsiasi centrale nucleare progettata adesso diventi operativa…l’eolico è già ai limiti della competitività…come? ah sì, occupa troppo spazio e da noi non c’è molto vento…però spesso da noi ci sono buone idee:

      non è un rendering eh! 😉 il kite stem è pronto a decollare, chiunque può andare a vederlo recandosi a Sommariva Perno…che dite?…certo, certo, è un prototipo, funzionamento tutto da verificare…investirci è un rischio?…ma non s’era detto che il rischio zero non esiste? 😉 per il momento vi posso tranquillizzare, quel progetto ad oggi non ha ricevuto un euro dallo stato italiano (qualcosina solo dall’europa)…le buone idee non mancano, così come le alternative, basta saperle riconoscere 😉

  5. Lorenzo

    Correzione fondamentale: le percentuali citate non si riferiscono, come viene riportato, all’energia, bensì all’energia elettrica.
    Una differenza non da poco…e visto che si tratta di numeri imprescindibili….:-)

    L’articolo di Ranci è piuttosto approssimativo e confusionario. Il paragone sulla sicurezza relativo all’11 settembre mi pare alquanto fuori luogo.
    Non si capisce perchè poi per ovviare all’abbandono nucleare si debba per forza ricorrere al fotovoltaico (in toto, tra l’altro) e portare così ad un aumento della pressione fiscale di un punto percentuale. A parte che non spiega su quali basi effettua questo calcolo, omette di dire che si potrebbe tranquillamente sostituire il nucleare con altre fonti diverse dal fv senza aggravare proprio niente.
    Non si capisce neanche perchè una riduzione dei consumi e una transizione alle rinnovabili debba richiedere qualche decennio.

    Ma soprattutto non si capisce cosa ci possa entrare questo con l’Italia, poichè una cosa è dover decidere di abbandonare gradualmente il nucleare, una cosa è dover decidere se entrarci oppure no.

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