Sta per esplodere una polemica niente male, o forse no la faccenda passerà inosservata, perché riguarda il mondo dei buoni e perché dalle nostre parti circa il conflitto di interessi abbiamo degli anticorpi speciali. Vorrà dire che ce la cucineremo da soli. Google, la più grande azienda del mondo della rete ha deciso di scendere in campo nel dibattito sul clima. Come? Non finanziando progetti di ricerca (magari questo lo faceva già come del resto il suo concorrente principale Microsoft che progetta fantasiose navi aspira CO2), ma gettandosi anima e corpo nella comunicazione scientifica (qui i dettagli del programma).
Dopo attento screening, sono stati selezionati 21 “esperti” di comunicazione scientifica e di provata fede AGW, perché si facciano venire delle idee su come far capire al mondo che i cambiamenti climatici sono un problema. Avete capito bene, anche i guru della comunicazione globale sono così a digiuno in materia di clima e dinamiche dello stesso, da essere convinti che in fondo sia un problema di comunicazione se ancora non ci siamo presi tutti per mano per far fronte alla minaccia globale del climarrosto. Forse è questa la chiave di lettura: proiezioni climatiche e realtà non coincidono perché la temperatura media superficiale globale non è stata avvisata. Anche questo può essere un problema di comunicazione.
Aspettiamoci dunque una bella offensiva mediatica, perché la rete o almeno una discreta parte di essa, sta per entrare in azione. C’era da aspettarselo, stiamo parlando dei maestri del business dei tempi moderni e quello del clima che cambia per cause antropiche è un business enorme. C’era da aspettarselo, perché Al Gore l’uomo più specializzato al mondo su come far soldi attorno alla CO2, è senior advisor del gigante di internet.
Eppure non va bene, il fatto che rientri nelle possibilità non rende affatto più digeribile la faccenda. Riusciranno infatti i padroni delle gerarchie di ricerca della rete a mantenere la loro imparzialità? Come saperlo? Non ci interessa, perché questa non e’ una domanda che vorremmo essere costretti a porci. Non e’ un segreto infatti che il dibattito sul clima abbia assunto una fortissima, anzi, preponderante connotazione politica. Si può accettare che i padroni di tutti i nostri segreti, cosa cerchiamo sulla rete, quali pseudonimi utilizziamo, quali idee abbiamo, cosa mangiamo, cosa leggiamo etc etc, entrino così a gamba tesa nel dibattito politico?
No, non lo è, e a pensarci bene non conviene neanche a loro. Se non e’ detto infatti che google possa perdere la sua imparzialità, fin qui governata “solo” dalla volontà di far soldi, è pero’ probabile che così facendo possano perdere le sembianze di imparzialità e quindi la fiducia di molti clienti. Dal punto di vista strategico potrebbe non essere stata una grande scelta. Se c’è un posto dove lo scetticismo sull’ipotesi AGW è forte, anzi, fortissimo, è proprio il mondo di internet. Con i media tradizionali tutti proni al “terrore-del-clima-che-cambia” vuoi per faciloneria, vuoi per generalismo, vuoi per convenienza vera e propria, la rete invece è diventata territorio di caccia per gli scettici, e la caccia è stata spesso anche molto buona. Un caso su tutti il climategate, lo scandalo degli imbarazzanti scambi epistolari degli scienziati della Climatic Research Unit inglese, che se non fosse stato per la rete non avrebbe mai potuto vedere la luce, né diventare di dominio pubblico. Se è quello il genere di comunicazione scientifica che con questa operazione verità si vorrebbe potenziare stiamo freschi.
D’altra parte non so quanto i sapientoni del comunicare potranno far bene, l’inizio non si può certo dire che sia sfavillante. Così ha infatti esordito Paul Higgins, co-direttore del programma di policy dell’American Meteorological Society, nonché, ovviamente tra gli eletti di Google:
[…] The vast majority of people don’t know and understand the details of climate science […]
[…] La stragrande maggioranza della gente non conosce e non capisce i dettagli della scienza del clima […]
I poche parole, voi non potete capire, ci pensiamo noi a mettere tutto in bella copia per farvi digerire la pillola.
Sinceramente, al di là degli ovvi risvolti di natura economica, faccio veramente fatica a comprendere questa scelta. Un’azienda il cui core business è quello delle informazioni, non dovrebbe mai accettare di sostenerne solo una parte, alla lunga questo potrebbe non essere pagante. Sento puzza di grande fratello, speriamo bene. Nel frattempo, ricordiamo alla comunità di CM che esistono anche Bing, Altavista, Yahoo etc etc.
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NB: prima che i sapientoni della comunicazione nostrana si affrettino a dire che su CM copiamo le idee altrui, vi segnalo che una buona parte di quanto avete letto viene da una lettera aperta di Willis Eschenbach a Google pubblicata su WUWT.
@ Gianfranco
Guradi che Oca Sapiens cioè Sylivie Coyaud abitualmente chiama noi redattori di CM soldatini, sottoposti, caporali ecc ecc se non peggio
e il Bardi ha affermato che bardo non lo offende ma che avrebbe usato lui stesso questo nick name, viceversa gli insulti di Bardi sono ormai noti per non parlare delle accuse dieìrette ( a me ad es) di esser pagato per fare disinformazione ne trova un pò qua
http://forum.meteogiornale.it/discussioni-generali-mtg-forum/62804-profili-serristi-il-bardi.html
e qua http://meteolive.leonardo.it/meteoforum/viewtopic.php?t=35890
così si fa un idea della netiquette le faccio un riassuntino
Bardi: ” Costa, sei completamente disconnesso dalla realtà. Non sei connesso nemmeno al tuo stesso cervello……
Questo è un blog per smascherare gli imbroglioni e i finti tonti. Queste persone non sono degne di rispetto, non perché non la pensano come me, ma perché cercano di imbrogliarci tutti quanti……
E, alla fine dei conti, mi importa anche della figlia di Costa che credo non si meriti un padre così.”
E ancora sul blog Oca Sapiens
“Costa, un oca (Sylvie Coyaud) ti rivende cento volte, tu che sei una capra
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Claudio, lo sappiamo e lo sa anche Gianfranco. Su CM questi qua non vengono perché non giocano mai fuori casa. Non ce li portare tu. Oltretutto di quello che fanno a casa loro non me ne frega un accidente. Evita di andarci anche tu.
gg
Una domanda appena un po’ impertinente: Google e Microsoft hanno il diritto di spendere i loro denari come meglio credono, con l’accordo degli azionisti? O questo è consentito solo a Lord Monckton, ai fratelli Koch e simili?
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Non ho detto che non ne abbiano diritto. Ho detto che potrebbe essere una mossa sbagliata e che da utente comunque non mi piace. Credo che anche questo sia un diritto.
gg
Spero non Dispiaccia se pubblichiamo su NIA l’articolo scritto da Guido Guidi, ma mi è sembrato molto interessante e ben scritto, per cui non volevo rimettere le mani su questo argomento
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No problem.
gg
Qualcuno sa se per caso siano stati assoldati anche i soldatini di seconda linea, come l’oca e il bardo?
Per “il bardo” con la b minuscola tenderei ad escludere che lei si riferisca a Shakespeare. Si riferisce forse al Professor Ugo Bardi? Un frequentatore abituale di questo blog mi ha fatto notare che secondo le regole della “netiquette” non sta bene far notare a un altro i suoi errori. Sembra che riferirsi con ostentato disprezzo a un rispettabile docente sia invece accettabile. Ben strana cosa questa vostra “netiquette”.
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Veramente non ci vedo nè ostentazione nè disprezzo nè riferimenti diretti. Sinceramente non saprei a chi si riferisse MG. La persona che hai citato mi è sconosciuta, se MG confermerà, puoi star certo che modererò il commento.
gg
Non per insistere ma “assoldati”, “soldatini di seconda linea” e “il bardo” a me sembrano termini intenzionalmente spregiativi. Ma sembra proprio che le regole di civile comportamento a cui sono abituato io siano diverse. Niente di male, basta sapere con chi si ha a che fare.
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Sono sicuro che lo sai 🙂
gg
Gianfranco, non si preoccupi, siamo tutti gentiluomini.
CG
Caro Gianfranco, mi domando se veramente Lei non abbia fatto caso ai continui attacchi di sostenitori dell’ipotesi AGW a chi non la pensa come loro. Troverà una ripetizione, nei testi, nei commenti, e, ahimè, anche nei titoli di parole altamente offensive, quali per esempio “negazionisti”, oltre ad accuse di essere, noi, pagati dai petrolieri, quando poi a vedere le politiche di quei signori del petrolio si scopre poi che i Rockfeller finanziano lautamente Greenpeace (è fatto noto e non contestato, mi risparmi di cercarLe il link) e via dicendo.
La parola “negazionisti” poi è quanto di meno scientifico possa pronunciare o scrivere essere umano, perché presuppone che qualcuno “detenga” la verità, e chi osa non attenersi strettamente ad essa (non solo chi non la condivide, ma anche chi la condivide meno caldamente) sia da etichettare come “eretico” (il nome Judith Curry, una sostenitrice dell’AGW, Le dice niente ?).
“Eresia” non è termine scientifico, come non lo è il “negazionismo”, ma entrambi evocano climi da Inquisizioni, e dogmi religiosi, NON scientifici.
Lei, che è persona intelligente, spero vorrà prendere atto, e se non ne fosse al corrente, si documenti in qualche sito AGW-ista, del continuo insulto, della continua denigrazione che viene operata ai danni di chi ha anche solo dei dubbi.
Comunque, visto che mi ha chiamato indirettamente in mezzo, spero che voglia prendere la mia osservazione per quello che voleva essere, solo un invito a evitare correzioni grammaticali, perché queste sono considerate maleducazione dalla netiquette, in internet. Lei non lo sapeva, non c’è nulla di male. Io tra l’altro Le contestai un errore che invece errore non era, ma solo un mio fraintendimento, causato dal fatto che proprio in quei giorni stavo seguendo un corso di grammatica italiana su podcast, sistema che non ti permette di verificare quello che hai sentito, perché cancella automaticamente quello che hai ascoltato. Per questo mi fu impossibile verificare se avessi capito bene o male, e presi un abbaglio, di cui mi scusai, ma, se non avesse letto le mie scuse, gliele rinnovo. Comunque la cosa importante non era che Lei avesse sbagliato, né era questo che volevo evidenziare, quanto il fatto che scrivendo in fretta “chiunque” può sbagliare, anche perché spesso in corso di battitura a volta si modifica il modo di esprimere il proprio pensiero e a volte vengono fuori cose strane. Insomma, per tagliar corto, non è il caso di star a correggere gli errori altrui, non siamo in un’aula. Anche perché spesso, a chi corregge, non sta a cuore che l’altro scriva bene, come dovrebbe star a cuore ad un professore in aula, ma denigrare l’avversario, per non rispondere sulla sostanza della cosa. Scusi il lungo OT, ma spero che questo abbia chiarito (mi auguro) i termini della questione. La saluto cordialmente.