Ricevo questa nota Da Alvaro. E’ mancato un amico di un amico e, da quel che leggo un uomo cui in un modo o nell’altro dobbiamo tutti qualcosa.
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A 101 anni è scomparso ieri Dr. Joaquim P. Küttner (“Joach”), l’uomo e scienziato più straordinario che abbia avuto la fortuna di conoscere da vicino. Nato a Breslau nel 1909, si laureò in fisica nel 1929 a Darmstadt e, pilota e studioso, esplorò sulla carta ed in volo un tipo di ascendenze a quel tempo ignote, le onde stazionarie di sottovento.
Nel 1937 stabilì un record mondiale di quota ufficioso (non era ancora previsto dalla FAI) a 7.000 metri senza ossigeno, seguito da un record mondiale FAI di 11.600 m nel 1951, e un record biposto tedesco di 13.015 m con Bob Symons, ancor oggi imbattuto.
Pilota collaudatore presso la Dornier, la Messerschmitt e la Zeppelin, alla fine della guerra ricostruì la stazione meteo della Zugspitze a 2.900 m. Alla fine del conflitto aiutò a “contrabbandare” Werner von Braun nella zona americana attraversando la zona tedesca occupata dei russi — lui stesso finì prima all’università di Cambridge nel Massachussets, poi in California, e dal 1958 divenne direttore del programma Mercury, che portò il primo americano nello spazio, e poi “Systems integrator” (integrazione della navicella spaziale Apollo con il razzo Saturno V) per il programma lunare americano.
Nel 1965 divenne Scienziato Capo del National Satellite Center a Washington, e nel 1967 Capo Dipartimento presso la NOAA — National Oceanic and Atmospheric Administration a Boulder in Colorado.
Nel 1972 per conto della WMO — World Meteorogical Organization a Ginevra, diresse uno dei primi esperimenti su grande scala per la raccolta dati dell’atmosfera, il GATE — Global Atlantic Tropical Experiment nell’ambito del GARP — Global Atmospheric Research Programme, con 70 nazioni, 39 navi e 13 aerei.
Nel campo del volo a vela ricordiamo tutti il “Sierra Wave Project” — le ricerche sui rotori di sottovento e il Küttner Prize per il primo volo di distanza di oltre 2.000 km, poi ampliato a distanze maggiori.
Intransigente difensore della integrità scientifica, era anche singolarmente capace di guidare e motivare un team di ricercatori. Uno di loro mi raccontò un semplice, ma bellissimo aneddoto, 10 anni dopo averlo vissuto a bordo di una nave durante il GATE:
“Stavamo tutti nei guai; chini da qualche ora su una grande mappa, non riuscivamo a risolvere un problema logistico di posizionamento delle navi e degli aerei sull’Atlantico in tempo per la misura di un evento particolare.
Küttner entro silenziosamente e restò per qualche minuto ad ascoltare vicino alla porta. Poi si avvicinò alla mappa, puntò il dito su un particolare gruppo di barche, chiese solo gentilmente “Perchè?” e se ne andò.
Un minuto dopo capimmo che il problema stava lì, e lo risolvemmo agevolmente — ma come possa averlo capito lui dopo soli due minuti ancor oggi non lo comprendiamo — e come ce lo disse gentilmente, senza ferirci, restò per noi tutti un esempio di stile indimenticabile”
Con Joaquim parlai qualche mese fa per l’ultima volta, aveva 101 anni — per mezz’ora, con voce chiarissima, mi chiese in dettaglio di cosa mi stessi occupando e alla fine mi salutò dicendo “non perdere tempo… ci sono tante cose da fare, tante curiosità da soddisfare, e la vita è tanto corta!”
Alvaro de Orleans-Borbon
Esempio immenso… il vero uomo di scienza è lontano dalla freddezza del denaro, dall’ipocrisia della politica. Oggi quanto ne sono rimasti? si contano sulla punta delle dita di una mano; o forse non ci è data la possibilità di conoscerli! Eleganza, correttezza e rispetto…ah, mi sento quasi un sognatore!
Leggendo i commenti ad un altro articolo pubblicato su CM ho potuto notare la supponenza e la sgradevolezza di alcuni di essi. Alcuni commentatori, infati, con estrema rudezza, invitavano a studiare (è vero, non fa mai male) prima di esprimere un parere, a stare in silenzio invece di dire “sciocchezze” ed altre amenità del genere. Per non parlare di chi ti “rimanda” in seconda liceo perché esprimi idee diverse dalle sue. Leggendo il post di Alvaro de Orleans ancora una volta ho potuto notare la stridente differenza di stile (oltre che di statura) tra i giganti e noi altri poveri mortali. Da incorniciare il passo che descrive con quale eleganza, delicatezza, intelligenza e rispetto il dott. Joaquim P. Küttner ha corretto i suoi collaboratori. Io, non mi vergogno a dirlo, mi sono commosso. Sarebbe bello se anche nelle nostre discussioni riuscissimo a mettere una piccola percentuale dell’eleganza, della delicatezza, dell’intelligenza e del rispetto di cui era capace il dott. Joaquim P. Küttner.
Ciao, Donato.
Credo che il suo, Donato, sia uno dei commenti più belli che abbia mai letto su CM.
Claudio Gravina