Nei giorni scorsi pochi in Italia hanno ripreso la seguente notizia:
(ANSA) – ROMA, 24 GEN 2011- Per risparmiare e contribuire a combattere il riscaldamento globale, un comune della Gran Bretagna ha proposto di scaldare una piscina utilizzando il calore generato da un vicino crematorio. Il consiglio municipale di Redditch (Worcestershire) sostiene, si legge sul Guardian, che risparmierebbe cosi’ 14.500 sterline l’anno. Simon Thomas, di un’agenzia funeraria, e’ perplesso: ‘Non so quanto la gente apprezzerebbe l’idea di nuotare in una piscina scaldata grazie alla morte di una persona cara’. (qui)
Forno crematorio con…recupero d’energia
La necessità di azioni efficaci, non solo a livello internazionale ma anche nazionale e locale per combattere il cambiamento climatico è ormai una priorità riconosciuta. Il caso di Redditch, una piccola città inglese a circa 20 km a sud di Birmingham, ha fatto notizia avendo il consiglio comunale deciso di combattere i cambiamenti climatici con misure innovative di efficienza energetica, una delle quali, riguarda il sistema di riscaldamento dell’acqua della nuova piscina comunale progettata per essere utilizzata sia per gare di nuoto ed attività sportive, sia per attività ricreative e di tempo libero. L’acqua della piscina sarà riscaldata dal calore fornito dall’inceneritore del forno crematorio esistente nel vicino cimitero. L’idea che i resti mortali dell’esistenza dei propri cari vengano trasformati in sorgente di calore per riscaldare una piscina, non è piaciuta a molti. La contea di Warwickshire, entro i cui confini amministrativi è ubicata Redditch, che ha promosso e sponsorizzato il progetto come il primo e più innovativo progetto integrato di efficienza energetica e di protezione ambientale di questo genere esistente in tutta la Gran Bretagna, deve fare ora i conti con le proteste di gruppi religiosi, agenzie funebri, associazioni di vario tipo e perfino con il personale dei cimiteri. Sono stati quindi programmati alcuni incontri con tutti i soggetti interessati per trovare una soluzione di compromesso condivisa nel rispetto, da una parte delle esigenze di uso efficiente dell’energia e, dall’altra, delle esigenze affettive e di memoria dei propri cari defunti. (qui e qui)
La discussione riporta al quesito:
“All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne/ confortate di pianto è forse il sonno / della morte men duro?”
Questa domanda poneva Ugo Foscolo all’inzio del carme “Dei Sepolcri”. Prendendo spunto dall’editto napoleonico sui cimiteri di Saint-Cloud del 1804, fu composta nel 1806 e pubblicata nel 1807. Il materialismo del Foscolo lo portava a negare l’esistenza di Dio, è infatti proprio con questa concezione che si apre il carme, proclamando ‘il nulla eterno’ e l’inutilità delle tombe. Ma anche da questa triste visione, emergeva l’inno alla vita, alla bellezza della natura, alla gioie dell’amicizia e dell’amore e soprattutto alla dolcezza delle “illusioni”. Infatti, questa illusione, che tale appare alla luce della ragione, diviene anche l’incentivo che spinge l’uomo a opporre alla perenne metamorfosi delle cose e di se stessi, dai valori che durino infatti nel tempo e diano un significato alla vita. Infatti ad un certo punto prosegue:
[…]Sol chi non lascia eredità d’affetti / poca gioia ha dell’urna; e se pur mira / dopo l’esequie, errar vede il suo spirto / fra ‘l compianto de’ templi acherontei, / o ricovrarsi sotto le grandi ale / del perdono d’lddio: ma la sua polve / lascia alle ortiche di deserta gleba / ove né donna innamorata preghi, / né passeggier solingo oda il sospiro / che dal tumulo a noi manda Natura.
[…]Dal dí che nozze e tribunali ed are / diero alle umane belve esser pietose / di se stesse e d’altrui, toglieano i vivi / all’etere maligno ed alle fere / i miserandi avanzi che Natura / con veci eterne a sensi altri destina.[…]
In effetti nel mondo occidentale le grandi civiltà si sono sempre interessate all’aldilà. Come dimenticare le necropoli etrusche, le piramidi egizie, le catacombe cristiane, etc. Però ora siamo moderni, crediamo che la persona non è altro che materia che casualmente assume uno stato detto vita durante il quale l’unico scopo dell’uomo è tentare di soddisfare tutti i propri bisogni e desideri. Finita la vita, scesi dal Carrozzone che va avanti da sè (ricordando le parole di una canzone di Renato Zero), tolto il disturbo, il corpo desacralizzato è inutile materiale che diviene spreco quando non riciclato o riutilizzato. Può anche divenire inquinante ed ingombrante, quindi prima scompare e meglio è (anche perché non ricorderà agli altri l’inevitabile decorso della vita di tutti, tanto che già ora le persone spesso sono più preoccupate per la sofferenza che per la morte). Per questo alcuni proponevano di fare dei cadaveri scatolette per cani, altri di trasformarlo in combustibile per riscaldare piscine, molte altre idee nel tempo dovremo aspettarci in un mondo che non vede altro che la materia, il ritorno economico e la sostenibilità.
Certo che considerare il corpo umano come nient’altro che materia, con un proprio valore economico ed energetico (un tanto al chilo), sul destino del quale tutto può essere deciso in nome della sostenibilità e autodeterminazione, apre una difficoltà nel comprendere il significato del reato di vilipendio di cadavere. Come giudicare l’intervista al cannibale di Rotenburg, in cui disse che “La carne umana è buona e sa di maiale”, quando dagli esami risulta che l’imputato è in pieno possesso delle sue facoltà mentali e che, visto che la vittima era consenziente, per la difesa al massimo di può parlare di aiuto all’eutanasia. (qui e qui)
Insomma dietro a scelte passate solo come eco-compatibili o contro i cambiamenti climatici, si cela una diversa visione antropologica dell’uomo e del senso che diamo alla vita, alle persone ed alle cose che ci circondano. Di notizie di questo tipo ne vedremo sempre più spesso, ognuno è chiamato a discernere e scegliere quale futuro desidera. Fondamentale però è che ciascuno lo faccia consapevolmente sapendo cosa è in gioco. Per il momento io rimango all’antica, alla tomba con vicino la piscina preferisco quella progettata da Totò nel film “Signori si nasce“.
@ Paolo e Maurizio,
non ho risposto subito ai vostri commenti per evitare un nostro ping-pong di opinioni divenisse l’argomento prevalente, però credo dopo alcune settimana sia corretto da parte mia precisare alcune cose ho scritto anche per gli altri che leggeranno il post in futuro:
1) il riferimento a morte e peccato non era di tipo religioso ma solo per dire che il primo è qualcosa di oggettivo-fisico (per quello ne parlo su CM) mentre il secondo è soggettivo-metafisico (quindi eventualmente per altri tipi di discussioni);
2) il mio scopo non è un’apologia dell’inumazione a favore dell’Islam, Ortodossi, ed eventualmente contro a quanto permesso da Cattolici, Atei, Buddisti, etc. ma, prendendo spunto dalle discussioni con altre persone, il fine era solo tentare di mettere in luce che spesso c’è chi solo per principio è contro i termovalorizzatori ed a favore cremazione, chi ritiene che la cremazione è ecologica mentre,riflettendoci, l’inumazione è il processo naturale ed a basso consumo energetico. Osservazioni confermate anche dopo il terremoto giapponese, infatti:
“12:10 – Giappone: non si riesce a cremare, partono inumazioni Roma, 17 mar. 2011 (TMNews) – A Miyagi, la prefettura del Giappone nordorientale più violentemente colpita dal devastante terremoto/tsunami di venerdì scorso, il governo locale ha deciso di rinunciare alle cremazioni e di passare alle inumazioni per nelle località in cui vengono numeri consistenti di corpi di vittime della catastrofe. Lo scrive oggi il sito internet del quotidiano Yomiuri shinbun. La prefettura ha preparato un manuale per le inumazioni delle salme, pratica che finora era vietata. Queste procedure sono state distribuite agli enti locali. Nei giorni scorsi il capo della polizia locale Naoto Takeuchi aveva spiegato che a Miyagi il numero delle vittime avrebbe superato “senza dubbio” 10mila. A causa del terremoto è diventato difficile trovare il combustibile, mentre i continui black out rendono difficile l’accensione dei punti di cremazione”.
Nessuna intenzione di chiederVi posizioni su come la pensate sull’aldilà o sui vari tipi di religione. Buona domenica
A mio modesto avviso, solo apparentemente si tratta di virtuoso risparmio energetico.
Tanto meno di contenimento delle emissioni di CO2.
Folle usare prezioso e inquinante combustbile “fossile” per cremare una salma.
Io scorgo invece una forma estrema di ambientalismo intriso di di Malthusianesimo che impone la dissacrazione della vita umana relegandola al mero materialismo.
Molto mi ricorda un art.: “Fulco Pratesi (Pres. onorario “WWF”) e il vademecum del perfetto ecologista l’Occidentale”:..«Una alternativa (come ha suggerito l’ecologa Laura Conti) potrebbe essere il creare scatolette di cibo per cani e gatti in cui la CARNE UMANA sostituisca quella di altri animali».
FONTE:http://www.loccidentale.it/autore/dario+giardi/fulco+pratesi+e+il+vademecum+del+perfetto+ecologista.003084
Il centro etico dunque non è più l’uomo ma la biosfera.
L’uomo è parte della Biosfera e dunque le esigenze umane, possono essere sacrificate a quelle che l’uomo vede come esigenze della Biosfera.
Ecco gli “adoratori di Gaia“! ” Sacred Ecology” .
Le affermazioni Lovelock, si evolvono: l’umanità ha la stessa importanza di una ameba, o se si preferisce di un virus.
Non a caso Filippo di Edimburgo fondatore del “WWF” esordisce: “Se rinascessi vorrei essere un virus letale, la crescita dell’uomo è la più grave minaccia per il Pianeta”
Penso a Berlusconi oggi andato sotto i ferri per l’aggressione.. Fatalità Massimo Tartaglia era del “WWF”.
FONTE:http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_dicembre_16/massimo-tartaglia-volontario-oasi-wwf-1602163469444.shtml
Cordialmente
Piero Iannelli
L’intento della cittadina inglese è risibile nei motivi per il quale si cerca il risparmio energetico.
Non so quanto sarà in soldoni, ma di sicuro questo è un post (non il primo) in cui si cerca di confondere il sacro col profano e di dare la propria visione morale su argomenti non attinenti e in maniera del tutto opinabile.
Caro Paolo,
nessuno cerca di confondere il sacro con il profano, non è colpa mia se il clima può essere modificato dall’azione dell’uomo e la morale è la guida secondo la quale l’uomo agisce. Come vedi i temi solo legati anche se a te non piace, come è pur vero che aspetti metafisici sono a monte della fisica. Ad esempio, chi ha dimostrato sperimentalmente che il sistema clima è modellizzabile perfettamente con la matematica? Non ne discutiamo mai anche se si tratta solo di una affermazione, per farti arrabbiare scrivo dogma :-D, in cui crediamo e che è a monte di tutte le nostre discussioni. Il “protocollo di Kyoto” è stato firmato sulla base del “principio di precauzione” che non risultato scientifico ma una “scelta morale”, questo è un tema attinente al clima?
E’ chiaro questo tipo di argomenti sono quasi sempre trascurati nelle discussioni, nelle quali si discute spesso di dove si arriva e quasi mai da dove si parte. Ognuno ha una propria visione morale, anche Te (se ti comporti come se l’avessi anche questa è una scelta di vita), ed il fatto che la mia visione sia opinabile è il motivo che mi porta a scrivere tali post, sono disposto a discuterne mentre altri preferiscono non farlo. Tali argomenti possono essere particolarmente “urticanti” perché al peccato si può essere indifferenti ma la morte è un evento oggettivo ed inevitabile con cui si spera di fare i conti il più tardi possibile, per questo mi scuso se ho turbato qualche sensibilità. Ad inzio secolo ci fu la corrente neopositivista di cui uno dei principali obiettivi fu quello del definitivo superamento della metafisica, ma anche questa è opinabile. Cordiali Saluti.
Fabio,
ti rispondo anche dopo aver letto tua risposta a Maurizio, che è poi ciò che dissi anche la volta precedente.
A me non interessa sapere quale sia la tua opinione su certi argomenti “urticanti”, sul peccato o sulla morte, o su come deve essere consumata una salma (intera).
Per me questo è un blog che riguarda il clima e tutto ciò che attennie, anche in maniera tangenziale, al clima.
Mi piacerebbe, quindi, che questo blog si limitasse al tema e mi lasciasse la certezza di non trovare altri argomenti, sui quali non ho alcuna intenzione d’intervenire se non per dichiarare il mio disappunto.
Oltretutto, per favore, non andare oltre quello che ho detto, in quanto sembra che l’argomento da te buttato nella mischia potrebbe essere “urticante” anche per il sottoscitto o che il peccato potrebbe essermi indifferente o che la morte mi turbi.
Non hai idea di quale sia il mio pensiero nè verrò a dirtelo qui.
Non hai altri posti dove parlare anche di ciò?
Questa è la mia OPINIONE e la mia PREFERENZA.
Io non mi formalizzerei, il recupero del calore (e del denaro impiegato nell’impianto) mi sembra cosa buona e giusta e non lede i diritti del morto e dei vivi. Sicuramente l’impatto ambientale è minore rispetto ad un generatore eolico o fotovoltaico. Voto a favore.
Caro Maurizio,
nel post avevo trascurato degli aspetti per evitare il rischio di cadere nel macabro e cinico, ma visto il commento approfondisco alcuni aspetti fisici. La cremazione non è un sistema ecologico. Tenere il forno per circa 2 ore a temperature di 900-1000°C richiede molta energia, al momento questa può provenire solo da combustibili fossili e non da rinnovabili, inoltre il tutto comporta emissione di anidride carbonica, particolato, diossine, etc (il forno necessità di un sistema controllo fumi, esempio specifiche http://www.ciroldicremation.it/ita/images/stories/pdf/fenice.pdf )
. Si tratta proprio di un “inceneritore” come quelli contro cui si battono spesso le organizzazioni ecologiste (non l’avevo inserito nel post perché altrimenti accusano CM di trovare ogni pretesto per attaccare gli ambientalisti), inoltre per l’efficieza/rendimento tieni conto che nessuno pensa dopo la raccolta differenziata di mandare all’inceneritore la parte organica.
Per questo si sta pensando alla compensazione dell’emissione di CO2 http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=105422 , alla bara ecologica http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_08/bara_ecologica_argentina_8e0a4526-954b-11dd-a444-00144f02aabc.shtml oppure ci sono le proposte per essere ”ecologisti fino alla morte” http://www.vip.it/bio-cremazione-per-essere-ecologisti-fino-alla-morte/ .
L’inumazione invece etimologicamente riporta al processo naturale biodegradabile che crea l’humus, naturalmente quando non c’era l’eccesso di cemento attuale presente nei cimiteri/camposanti.
Concludendo, dal punto vista dell’impatto ambientale la Tua valutazione non mi sembra corretta, lo sono meno le pale eoliche ed i pannelli, anche se è quella che parlando con le persone mi sembra vada per la maggiore. Provocatoriamente posso dire che sarebbe più ecologica l’inumazione “fatta in modo biodegradabile”. Il riscaldamento della piscina appare ecologico perché nel comunicato si parla del solo risparmio energetico, dando per scontata la scelta della cremazione.
Quanto sopra senza alcuna volontà d’imporre una scelta, solo di riflettere insieme su aspetti che di solito mi sembrano trattati molto marginalmente. Saluti e grazie del commento.
Caro Fabio.
Non entro nel merito dei dettagli tecnici della cremazione e, dal mio punto di vista, trovo trascurabile l'”impatto ambientale” di tale pratica, ciascuno poi la pensi come vuole.
Voglio solo dire che, se – “Il consiglio municipale di Redditch (Worcestershire) sostiene che risparmierebbe cosi’ 14.500 sterline l’anno” – arguisco che tale risparmio sia sulle spese di riscaldamento della piscina a cui attualmente provvede con una fonte diversa rispetto al crematorio (un bruciatore a gas per es.).
Il crematorio funzionerebbe comunque (infatti non si tratta di proibire la cremazione a favore di una più o meno ecologica inumazione)ed il calore sarebbe disperso inutilmente, recuperarlo per la piscina è quindi cosa buona e giusta; se invece si vuol fare una “battaglia politica” contro la cremazione non è questa la sede, o no? Quindi ribadisco che è il recupero e non la generazione del calore la parte ecologicamente qualificante nel mio intervento.
Saluti e grazie per la risposta.
Come già avevano intuito gli antichi, e come dimostrò poi Lavoisier, “nulla si crea e nulla si distrugge”, tutto si trasforma, come sottolineò anche un biondo nazzareno facendo notare che il seme muore per far nascere la pianta, e la pianta genera i semi, che fanno nascere altre piante…
Io mi domando da dove esca la sicurezza degli atei che dopo la morte ci sarebbe il nulla…
Ma mi fermo qui, perché una discussione su questo tema sarebbe OT.
oramai siamo all’inverosimile, il materialismo dilagante insieme ad un alta dose di relativismo di alcuni soggetti ci sta sempre più allontanando dalla realtà . Pur di risparmiare, e combattere il riscaldamento globale, ci inchiniamo al dio denaro deturpando anni e anni di civiltà, ma la cosa se pur seria nei contenuti sociali si appresta a ridicole allocuzioni: riflettevo sulla notizia e mi chiedevo prendendo spunto dalla famosa poesia ” a livella” del principe De Curtis A. : sarà stata forse un idea di qualche ambientalista di sinistra che per giustizia sociale ci riduce a fine vita a essere tutti uguali a parità di calore generato ?
ma poi rientro in me e sempre il principe De Curtis mi aiuta a comprenderli:
Perciò, stamme a ssenti…nun fa ”o restivo,
suppuorteme vicino-che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”