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Molta siccità e molto bias ideologico

Bene, esce una nuova ricerca di paleoclima, a pubblicarla è Science. La riprende Science Daily e ci scrive su un commento. Come è d’abitudine, si raccolgono nel commento le dichiarazioni “off the records” degli autori, ovvero il loro pensiero in un contesto meno formale di quello richiesto nel testo di una pubblicazione scientifica.

Del resto, chi meglio di un autore può spiegare i retroscena e le implicazioni di un lavoro di ricerca? E infatti, Curt Stager, lead author del lavoro intitolato “Catastrophic Drought in the Afro-Asian Monsoon Region During Heinrich Event 1”, lo fa, chiarendo il suo pensiero.

Quelle che avrebbero individuato studiando numerosi campioni sedimentari provenienti dall’Africa equatoriale e dell’Asia meridionale, sarebbero le tracce di una siccità definita catastrofica per dimensioni spaziali e temporali, occorsa 16-17.000 anni fa. Se la memoria non mi inganna vuol dire più o meno nella fase iniziale dell’attuale periodo interglaciale. E infatti, diversamente da quanto si sapeva sin qui, gli autori annoverano tra le possibili cause di questo evento non solo il movimento verso sud della zona di convergenza intertropicale, ma anche e soprattutto il suo indebolimento, che sarebbe stato causato dal massiccio scioglimento delle calotte polari, in particolare quella settentrionale (guarda un po’ non è dato sapere perché solo quella) il cui conseguente sversamento di acqua dolce e fredda nell’Atlantico settentrionale avrebbe a sua volta innescato il cambiamento nei meccanismi di redistribuzione del calore sul Pianeta e condotto alla siccità.

Il discorso fila. A non filare sono il titolo e il sottotitolo di Science Daily: “Ancient Catastrophic Drought Leads to Question: How Severe Can Climate Change Become?” e “How severe can climate change become in a warming world? Worse than anything we’ve seen in written history, according to results of a study recently appearing in the journal Science.” Perché? Perché chi li ha scritti non ha letto il resto o forse ha scritto prima quelli e poi il pezzo, con i primi a generare il secondo. Verso la fine dell’articolo leggiamo un virgolettato di Stager:

“There’s much less ice left to collapse into the North Atlantic now,” […] “so I’d be surprised if it could all happen again–at least on such a huge scale.”

“C’è molto meno ghiaccio rimasto da sciogliersi nel Nord Atlantico ora,” […] “sicché sarei sorpreso se dovesse accadere di nuovo–almeno su una scala così ampia.”

Il ragionamento è chiaro. Le condizioni tra l”inizio e la fase avanzata (se non finale) di un interglaciale sono radicalmente diverse. Le parole di Stager non sono rassicuranti, sono obbiettive ma troppo poco catastrofiche evidentemente.

Così alla luce di queste dichiarazioni Science Daily sintetizza nel sottotitolo che il cambiamento climatico in un mondo che si sta scaldando potrà essere estremo più di quanto si sia mai visto nella storia scritta del mondo, (scritta dove, nei sedimenti?) aggiungendo nel corpo, per fortuna di Stager senza virgolette, che l’autore, che immaginiamo con il capo chino e l’espressione preoccupata, spera di essere nel giusto considerato l’impatto che un evento del genere potrebbe avere in quelle che oggi sono tra le zone più densamente popolate del mondo. Lo speriamo contriti anche noi, a capo chino e con l’espressione preoccupata.

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Published inAttualitàNews

10 Comments

  1. Maurizio

    Anche questa è spettacolare!

    http://www.terradaily.com/reports/Has_The_Earths_Sixth_Mass_Extinction_Already_Arrived_999.html

    “If you look only at the critically endangered mammals – those where the risk of extinction is at least 50 percent within three of their generations – and assume that their time will run out, and they will be extinct in 1,000 years, that puts us clearly outside any range of normal, and tells us that we are moving into the mass extinction realm…. If currently threatened species – those officially classed as critically endangered, endangered and vulnerable – actually went extinct, and that rate of extinction continued, the sixth mass extinction could arrive within as little as 3 to 22 centuries…. So far, only 1 to 2 percent of all species have gone extinct in the groups we can look at clearly, so by those numbers, it looks like we are not far down the road to extinction. We still have a lot of Earth’s biota to save….

    It’s very important to devote resources and legislation toward species conservation if we don’t want to be the species whose activity caused a mass extinction….

    …The modern global mass extinction is a largely unaddressed hazard of climate change and human activities…

    ——————–

    PS: Leggo sempre con piacere l’ottimo Pascoli, ma la lunghezza dei suoi interventi spesso è per me un fattore di dissuasione.

    • giovanni pascoli

      chiedo scusa x la prolissia (!?) è che mi risulta difficile essere conciso e sintetico descrivendo problematiche complesse che hanno risvolti “multidisciplinari”, anche perchè il mio pensiero è il frutto non solo di studi prettamente scientifici ma anche di esperienze “umane” e osservazioni legate al mondo accademico, del lavoro e a soggiorni in paesi europei e extraeuropei.
      Spero di essere stato bre…

    • Carissimo omonimo – Nature vuole 32 bruscolotti per far leggere l’articolo sulla sesta estinzione. Se il 75% delle specie non valgono per NPG quattro soldi da strozzinare ai lettori, si vede che alla sesta estinzione non ci crede davvero nessuno.

  2. giovanni pascoli

    MI permetto ancora un breve commento sui titoli di Science e Science daily. Cosa dobbiamo aspettarci dai cambimenti climatici futuri?. Beh in base alla mole di dati geologici sui cambiamenti passati dobbiamo solo aspettarci il peggio del peggio per un motivo semplicissimo. Le variazioni climatiche del passato ci mostrano variazioni tali che al confronto di quello che stiamo vivendo oggi ( innalzamento dei mari centimetrico, anomalie di T dell’ordine di centesimi di grado) le vere variazioni climatiche e ambientali sono di proporzioni colossali. Insomma noi ci stiamo facendo tanti problemi su delle variazioni talmente piccole ed insignificanti che rispetto ai veri cambiamenti climatici possono essere considerate delle costanti e non delle variabili. L’errore dell’uomo o meglio della formamentis umana prodotto dell’attuale tipo di società e di cultura è quello di non riuscire a vedere l’enormità e la complessità di queste variazioni, di non riuscire a leggerle correttamente. A questo va aggiunto il fatto che l’uomodella nostra società si sente mediamente spocchioso e onnipotente al punto da mettere se stesso al centro dell’universo un po come veniva fatto in epoca medievale ( chiaramente con miti e paure differenti) e per questo si sente artefice del suo destino e di quello dell’universo. COn questo non voglio negare gli scempi ambientali che l’uomo fa e continua a fare quotidianamente nonchè le violenze nei confronti delgi altri essere viventi del pianeta, dagli uomini alle piante voglio semplicemente dire che non affronta i problemi per quelli che sono realmente e rimanda tutto ad un’unica cause ad un male unico ed assoluto la CO2, esattamente come si rimanda tutto il amel dell’umanità al diavolo. Il risultato è che l’uomo oltre a non affrontare e risolvere gli oggettivi problemi ambientali sanitari e di qualità della vita che provoca con l’uso sconiderato ed animalesco delle risorse si troverà ben presto a dover risolvere altri problemi, esterni ed indipendeti da lui legati ai cicli naturali del pianeta .

  3. giovanni pascoli

    Il Periodo al quale fa riferimento l’articolo corrisponde grossomodo alla fine dell’ultimo stadio glaciale principale ( anche se poi ve ne sono stati altri importanti come lo yougher dryas circa 11-12’000 anni fa). Noi attualmente stiamo vivendo il picco “caldo” di uno stadio interglaciale quindi le condizioni climatiche e ambientali dell’Heinrich1 dovevano essere diametralmente opposte a quele attuali e ogni paragone con l’epoca attuale mi sembra fuori luogo. In particolare l’estensione dei ghiacci continentali, marini e polari dell’epoca non poteva essere minimamente paragonabile al’estensione attuale e per tanto anche le modalità e le conseguenze degli scioglimentei non possono essere paragonate con l’attuale.
    In linea generale , checchè ne dicano gli esperti AGW per i quali è possibile tutto ed il contratio di tutto purchè dimostri di essere catastrofico e antropico, i periodi glaciali sono anche periodi di maggiore siccità in quanto: 1)c’è meno acqua a disposizione essendo essa sotto forma di ghiaccio, 2) le temperature più basse non favoriscono l’evaporazione e 3)la ridotta attività solare apporta minore energia termica al sistema. Al contratio i periodi caldi si caratterizzano in genere per un aumento delle precipitazioni proprio per un’inversione dei caratteri sopra citati. Chiaramente sottolineo l’ennesima volta come questi siano discorsi “teorici”, “semplicisti” e in qualche modo prettamente “matematici” e che devono essere presi per quel che valgono , cioè delle semplificazioni della realtà e della complessità di questi fenomeni naturali utili per schematizzare e generalizzare. Questo significa che sicuramente durante questi periodi glaciali ci saranno state stagioni, annate, decenni particolarmente caldi e/o piovosi cosi come ci sono stati periodi freddi durante i picchi di “caldo” interglaciale (la little Ice age è un esempio di tutto ciò).
    Inoltre per corretteza, visto che oggi ci sentiamo tutti globalizzati e frenetici, e quindi pensiamo che tutto debba essere globalizzato e frenetico vorrei precisare che
    1) A proposito di globalizzazione: questi eventi di freddo caldo siccità piovosità, insomma di variabilità climatica non avvengono tutti all’unisono esattaente come ancora al giorno d’oggi ci sono due emisferi in cui in uno è estate e nello stesso tempo nell’altro è inverno, come al giorno d’oggi nevica in un settore e nell’altro splende il sole , da una parte fa freddo e dall’altra caldo, li piove e la è secco. So di dire delle banalità, ma purtroppo mi sembra che in questo delirio pseudoscientifico in cui tutto è frutto di modelli fatti su computer e dati di laboratorio che consistono nel trasformare in numeri qualsiasi cosa, anche rocce e sedimenti, forse ci si sta un po distaccando dalla realtà a discapito della virtualità. Un po come dei ragazzini davanti ai videogames. Anzi peggio, come dei ragazzini talmente assuefatti e frullati dai videogames da non trovare nulla di interessante nel mondo reale che li circonda e che esiste al di fuori dello schermo che fornisce loro la tanto amata realtà virtuale.
    2)A proposito di frenesia: non so se ci si rende conto del fatto che si parla di eventi che avvengono su scale di tempo fra loro incommensurabili ma le si tratta come se fossero parenti strette. SI parla di secondi e anni luce come se non vi fosse nessua differenza. I dati climatici diretti di cui disponiamo sono di un periodo di 200 anni scarsi circa, le testimonianze umane del passato abbracciano circa 1000 anni ( in modo estremamente frammentario, dipersivo e suporattuto qualitativo). Le previsioni dell IPCC sono per i prossimi 50-100 anni. GLi eventi di cui parliamo hanno cicli e durate un po diverse: le ultime glaciazioni principali e i periodi interglaciali 10-30mila anni, brevi periodi glaciali 1000-2000 (youngher Dryas) gli episodi istantanei alcune centinaia di anni ( little ice age). in questo contesto che significato hanno le previsioni dell’IPCC? per me nessuno, sono pura aria fritta, euqivalgono alle previsioni che passano al tg regionale fatte al mattino per l’ora di mezzogiono ( grazie mi basta guardare il cielo).

    Vorrei fare un ulteriore appunto sul “tempo”. Non ci dimentichiamo mai che i dati geologici non ci danno dei valori puntuali e regolari, la scala dei tempi geologici non è quella del tempo assoluto dettata dall’orologio (secondo minuto ora ) ma è quella del tempo relativo legata al succedersi degli eventi. Se ci sono 10 eruzioni io non ho il dato sull’ora e giorno dell’eruzione ma ho il dato sulla quantità di lava eruttata sul tipo di lava e altro. Le dieci eruzioni le vedo non perchè ci sono scritte sopra 10 date diverse ma perchè le 10 fra di loro si differenziano e perchè tra l’una e l’altra vi sono dei periodi di quiescienza che vengono registrati come interruzione di un dato continuo. Nulla so direttamente sulla loro durata temporale è l’uomo che lo stima in maniera indiretta, inoltre l’errore della stima può essere maggiore delle stesse durate delle previsoni ( EX 10’000 anni +- 1000 anni). Lo stesso vale per le glaciazioni per i periodi di sedmentazione e di erosione ecc.ecc. Più vado indietro nel tempo e più questa percezione del tempo assoluto diventa vaga e incerta se guardiamo ad esempio le glaciazioni principali vediamo che più si va indietro nel tempo e più la durata di esse aumenta, perchè? Semplicemente perchè in realtà non è mai esistita una glaciazione unica ma vi sono stati dei cicli ch emi hanno portato a dei periodi glaciali e altri che mi hanno portato a dei periodi caldi all’interno di questi cicli vi sono periodi a loro volta relativamente più caldi e più freddi. Se questi eventi sono del presente noi riusciamo a registrarli e monitorarli in continuo, man mano che andiamo nel passato il monitoraggio diventa sempre più discontinuo e a intervalli sempre più distanti per cui può succedere che tra un intervallo e l’altro di assenza di dati siano successi degli eventi che non sono stati registrati, inoltre verranno registrati man mano che si retrocede nel tempo solo gli eventi di maggiore intensità o discontinuità.
    In questo contesto questi eventi sono un po come dei frattali, riproducibili all’infinito su scale spazio temporali diverse e allo stesso tempo nell’infinitamente piccolo (eventi orari o giornalieri) e nell’infinitamente grande ( eventi geologici spalmati su Ere) si comportano un po come gli atomi e la materia. Nel piccolo domina la meccanic quantistica del caos e nel grande domina la meccanica classica matematicamente perfetta. Pero sappiamo che una è un’emanazione dell’altra o meglio le due sono la stessa cosa ma viste da un punto di vista spazio temporale differente. Noi stiamo cercando di spiegare, modellizare e prevedere la meccanica classica usandodati e regole della meccanica quantistica,o meglio mischiando a nostro piacere interesse le due. Rispetto allo studio del clima e dei fenomeni ad esso legati siamo un po come fossimo agli albori della fisica macroscopica e microscopica ma ci senrtiamo in realtà grandi esperti grazie alla matematica e ai computer.

    L’articolo dimostra una volta di più ( ma bisogna avere la mente libera da preconcetti e basata su basi corrette) che le variazioni climatiche naturali sono tali e di tale entità che all’uomo non resta che cercare di prevenrle ed adattarsi riducendo le conseguenze e gli impatti negativi che essa potrà avere sulla nostra società e sul nostro sistema di vita, piuttosto che di giocare al piccolo dio artefice del clima e della sua variabilità che potrebbe cambiare il corso degli eventi ( naturali) se solo lo volesse.

    P.S: tutto il mio discorso fa rferimento chiaramente al QUATERNARIO, quanto detto già troppo semplicificato e generalizzato non può essere unsato nè come termine di confronto, dibattito o polemica con quanto emerge dai dati geologici delle ere o dei periodi precedenti al quaternario.

  4. antistrafalcione

    la storia scritta equivale agli ultimi 6000 anni; la scrittura è stata inventata probabilmente dalla cultura Vinca, nella valle del Danubio fra il 5400 e il 4000 aC; ora se qualcuno può mi indichi casi più sconvolgenti di quelli previsti da Science in questo periodo di 6000 anni, o taccia (possibilmente se non per sempre almeno per i prossimi post)

    Reply
    Ah, sì sì, il messaggio è chiarissimo. E’ evidente che quello che si voleva fare è un riferimento storico e non l’ennesimo tarlo “unprecedented”. Resta il dubbio su come mai il riferimento sia stato così vago invece di scrivere con precisione quanto da te ricordato.
    Quanto all’opportunità di tacere o meno direi che basta un click in meno. 🙂
    gg

    • giovanni pascoli

      scusa o non riesco a capire il senso di quello che hai scritto, potresti spiegarti meglio?

    • Guido Botteri

      Scusa, ma che quei segni siano una “scrittura” (la c.d. scrittura Vin?a) è cosa ancora controversa, e tutta da stabilire.
      Potrebbero essere semplicemente simboli esoterici, usati da stregoni, come in fondo erano alcune bellissime raffigurazioni di animali, antichissime, preistoriche, usate a scopo magico in occasione di battute di caccia, come un po’ il sacrificio di Ifigenia (o, il suo assassinio, come bisognerebbe forse dire più esattamente, secondo me) che avrebbe dovuto procurare una buona traversata alla flotta achea diretta a Troia.
      Simboli, quindi, atti ad impressionare il “cliente”, millantando un potere magico che non si poteva avere (come Calcante non poteva barattare con nessuno la morte dell’innocente Ifigenia con una bel tempo sull’Egeo…), ma che era rappresentato (il millantato potere) da simboli strani, dotati di “poteri soprannaturali” (secondo gli stregoni).
      Questa per me è la spiegazione più semplice…non necessariamente quella più vera, perché la verità non la conosciamo, e abbiamo ancora troppo pochi dati per conoscerla, almeno fin quando qualcuno non sarà in grado di “tradurre” quella “scrittura”, spiegandone lessico e grammatica…
      Che poi quella sia stata una tappa sulla via della scrittura (qualcuno parla addirittura di “protoscrittura”), questo non ci piove, com’è vero che anche il semplice disegnare un animale è anch’esso una di quelle tappe…. ma non è “scrittura”.
      Secondo me.

    • Guido Botteri

      Alcuni di questi simboli sono quasi sicuramente delle cifre numeriche, come
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      (si avevano anche il 6…)
      in ogni caso si tratta di una questione interessante di cui seguire gli sviluppi futuri
      per cui io, prudentemente, aspetterei ulteriori scoperte.

  5. Non è cosí difficile da comprendere…fino a ieri eravano sommersi dallo “unprecedented”. Adesso hanno scoperto che unprecedented non è, per cui per autogiustificarsi devono trovare un altro appiglio catastrofista. Nel bailamme viene perduto il concetto che la CO2 porti alla catastrofe, ma non importa, basta che questa catastrofe possa essere preannunciata e tutto è a posto.

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