Con buona pace dei nostri fantasiosi detrattori, continuiamo imperterriti ad andare a rimorchio, cioè a cercare informazioni in giro, essenzialmente all’estero, perché, tanto per cambiare, anche nel settore del dibattito sul clima che cambia, il belpaese è parecchio indietro in classifica.
Se in Nuova Zelanda sono arrivati alla carta bollata, negli Stati Uniti stanno salendo al Campidoglio. Saranno contente le oche. Il 28 gennaio scorso un agguerrito gruppo di scienziati “preoccupati” ha scritto una lettera alle Camere americane raccomandando di non tener conto delle opinioni di quelli che loro chiamano “negazionisti”. L’8 febbraio scorso un altrettanto agguerrito gruppo di scettici ha risposto con un altra lettera ai membri del Congresso americano, dove tra le altre cose dicono che in realtà sono i loro avversari a non aver capito cosa sta accadendo al clima del Pianeta.
Battaglia in campo aperto quindi. Voi con chi state? Mi sa che finisce che perdiamo tutti, credibilità della scienza in primis, proprio come dice Judith Curry qui.
Concordo pienamente con Guido Guidi: la vittima principale di questo bailamme climatico e delle polemiche tra scettici e sostenitori dell’AWG è la scienza. Rimedio: quello suggerito da J. Curry quando chiede a tutti di fare un passo indietro, di sedersi intorno ad un tavolo e di discutere pacatamente le opinioni di tutti senza preconcetti ideologici.
Ciao, Donato
Ma allora gli scienziati scettici non sono così pochi e di seconda mano come ci vorrebbero far credere, o no?