Salta al contenuto

L’osservatorio meteorologico di Monte Cimone

Il Cimone è la vetta più alta dell’Appennino settentrionale ed il luogo d’Italia dal quale è possibile vedere, con un giro a 360°, la porzione più ampia di territorio nazionale; per questo motivo è detto il “faro d’Appennino“. La sua posizione strategica ne ha fatto da tempo un sito importante per le osservazioni meteorologiche, oltre che adatto alle telecomunicazioni e al controllo del traffico aereo.

Questa è la nona stazione ad essere analizzata per il nostro progetto per una rete di riferimento per la climatologia dell’Italia.

Per avere un’idea del contesto ambientale in cui è situata la stazione, niente è meglio che guardare alle centinaia di foto disponibili sulla rete, oltre alle più usuali immagini satellitari messe a disposizione da Google Maps, da Pagine Gialle e da Bing. La storia della stazione è descritta in maniera molto istruttiva in un articolo della rivista di Meteorologia Aeronautica, comprensivo di foto nelle quali è visibile anche la capannina meteorologica; si può apprezzare, allo stesso tempo, il cambiamento che la struttura ha subito nel corso dei decenni.

Seguendo la classificazione adoperata dalla NOAA per stimare i possibili errori nella misura delle temperature, poiché gli strumenti sono posti direttamente sopra l’edificio, Monte Cimone sarebbe classificato come CRN 5. Per quanto riguarda la nostra classificazione, volta a valutare le modifiche nel tempo, visti gli ampliamenti nella costruzione, si propone d’incasellare il sito nella classe 4, quella che contempla modifiche importanti dell’edificio.

Nella figura che segue sono riportati in forma grafica i dati delle medie annuali dal 1951 al 2010 per la temperatura minima, Tn, la massima, Tx, la temperatura media, Tmean, e il DTR (Diurnal Temperature Range), cioè lo scarto tra massima e minima (Tx – Tn).

Poniamo l’attenzione alla curva del DTR (linea lilla). Questa mostra una prima variazione significativa all’inizio degli anni ’80; successivamente, si evidenzia del rumore nel corso dell’ultimo decennio e si termina, dopo il 2005, su valori inferiori all’usuale. In entrambi i casi sembra che le temperature minime aumentino più di quelle massime e, forse, la coincidenza con una delle sopraelevazioni dell’edificio, proprio a ridosso della capannina, potrebbe spiegare la variazione nei primi anni ’80. Da notare anche la diminuzione delle temperature minime durante gli anni ’70, più accentuata rispetto alle massime, registrata anche in un aumento dei valori del DTR. Non sfugge dai grafici anche lo scostamento che si è venuto a creare di recente tra i dati rilevati dai satelliti (curva arancione) e i dati tradizionali (curva verde).

L’anno più caldo sul Cimone è, senza dubbio il 1994 per il satellite ed il 2007 per i termometri tradizionali; l’anno più freddo sarebbe il 1956.

A questo punto mi è parso utile mettere a confronto Monte Cimone con la Paganella, poiché si tratta di due stazioni poste sulle cime di due montagne pressappoco d’uguale altezza e che sono a portata di sguardo l’una dell’altra. E’ vero che il Cimone è un picco abbastanza isolato, lungo la più stretta dorsale appenninica, mentre la Paganella è una cima interna della Alpi, ma, d’altra parte, la loro quota e lo scarto ridotto tra i valori minimi e quelli massimi (4 e 5 gradi rispettivamente) fanno sì che queste siano due stazioni che campionano quasi la libera atmosfera, lì dove si risente meno delle influenze più tipiche dal Boundary Layer, quello strato della bassa troposfera affetto da tutte le perturbazioni generate dalla superficie del pianeta. Per due stazioni di questo tipo, non molto distanti, ci sarebbe d’aspettarsi un andamento nel tempo piuttosto simile, per non dire quasi uguale.

Ecco il grafico con le differenze tra i loro valori (Monte Cimone meno Paganella) :

I primissimi anni non vanno considerati perché sappiamo che la stazione sulla Paganella era in una diversa posizione. La differenza, riferita ai due siti, tra i dati da satellite ci dice che, generalmente, la troposfera sopra il Cimone sarebbe un po’ più fredda di quella sopra la Paganella. Probabilmente questo è un disturbo dovuto alla massiccia presenza delle Alpi, rispetto all’inconsistenza degli Appennini, che “sporca” il segnale satellitare. Infatti, le temperature misurate col termometro, linea verde, ci mostrano che di solito il Cimone è di qualche frazione di grado più caldo della Paganella. In ogni caso, la differenza nei dati satellitari è piuttosto costante, il che indica che le condizioni al contorno non sono mutate nel tempo (e ci mancherebbe altro). I dati dei termometri, al contrario, mostrano delle anomalie negli anni settanta (minime del Cimone più fredde del solito rispetto alla Paganella), cosa che si è invertita in maniera evidente negli ultimi anni della serie, quando al Cimone le minime sembrano troppo alte. Il 2004 del Cimone pare troppo caldo anche per le temperature massime.

Tutto questo discorso, ovvio, parte dal presupposto che la Paganella sia un’ottima stazione di riferimento, giudizio che fu espresso allora quando scrissi il commento su quell’osservatorio. Tra il 1980 ed il 2009 sia le temperature massime sia quelle minime sono aumentate di 1.6° alla Paganella: al Cimone, invece, gli aumenti sono stati di 1.3° e 2.5° rispettivamente, il che rimarca, a mio parere, l’anomalia dei dati di quest’ultima stazione.

Per quanto riguarda le stagioni e i mesi, anche per il Cimone sono più evidenti gli aumenti durante gli ultimi due decenni per i mesi di maggio e giugno. Di rilievo, come pure per la Paganella, l’aumento delle temperature invernali della fine degli anni ’80.

Sul sito di Mille Anni di Clima trovate la scheda completa dell’osservatorio di Monte Cimone, i valori climatici e gli estremi, i dati giornalieri, i grafici e la discussione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published in- Stazioni MeteoAttualitàClimatologiaNews

6 Comments

  1. Francesco

    Per caso qualcuno ha visto l’intervento di Giuseppe Cavarretta su sky tg 24 stasera (cinque minuti fa) ? epico a dir poco !

    • Fabio Spina

      Di che parlava? grazie

  2. francesco salvadorini

    Il link all’articolo della rivista non funziona, peccato.
    Saluti

    • I link almeno stamani sono funzionanti, anche quello alla rivista di Met. Aero.
      Cliccando si accede all’indice, poi ri-cliccando sull’articolo che riguarda il Cimone, si arriva alla versione “zippata” del pdf.

    • francesco salvadorini

      Mi spiace, ma cliccando sull’indice non si scarica il file zippato: “Apture does not have a page at this address. Sorry.”
      Sa se posso recuperarlo altrove?
      Saluti

    • Inviata una copia al suo indirizzo di posta, circa un mega e mezzo di file.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »