Il 29 ottobre 2010 su CM è stato pubblicato “Le previsioni con le gambe corte ed il naso lungo” sull’errore di programmazione dei laureati in medicina il Italia. Il 22 Gennaio 2011 la problematica ha avuto ampio risalto “conquistando” la prima pagina del “Corriere della Sera”(vedi qui). Oltre l’articolo a pagina 19 con tutti i dati e le informazioni relative al caso, è interessante il breve commento relegato alla pagina 58, da cui estraggo alcune frasi:
“[…]Il risultato della programmazione sbagliata e del numero chiuso difeso con una raffica di inaccessibili test mette l’Italia nella condizione d’importare, presto, nuovi medici. Le opportunità negate ai tanti giovani scartati alle prove di ammissione delle facoltà diventeranno occasioni di lavoro per altri protagonisti del mercato globale, come già avviene negli Stati Uniti o in Gran Bretagna. […] A furia di stringere gli accessi per favorire l’assorbimento e la piena occupazione della pletora uscita dagli anni della liberalizzazione post ’68, si è creata una strettoia con effetti preoccupanti per il sistema ospedaliero nazionale […] Sono troppi si diceva; adesso, sono troppo pochi[…]”.
Tanti dubbi giusti, ma una domanda rimane sempre trascurata: chi ha sbagliato la previsione che ha giustificato le scelte politiche? Siamo di fronte ad una problematica enormemente più semplice rispetto al clima. Possibile che in quest’ultimo campo arriviamo a prevedere i centesimi di grado tra 100 anni e invece abbiamo sbagliato a prevedere la necessità di figure mediche in un paese demograficamente e socialmente “statico” come l’Italia a distanza di un decennio?
Aggiungo un commento da addetto ai lavori il problema non è tanto la carenza di laureati è la strettoia ancora più forte che emergerà per il taglio di 3 anni fa ( governo Prodi ) confermato quest’anno ( governo Berlusconi )ai posti di accesso alle scuole di specialità. Tra anni fa sono stati aumentati gli stipendi , da fame, degli specializzandi e per fare quadrare i bilanci? Soluzione rapida ed efficace: diminuire i posti!!!!
Il dramma è che le scelte politiche che tu ricordi sono state fatte tutte “PER IL BENE” dei giovani, sulla base delle previsioni “scientifiche”, per evitare che rimanessero disoccupati. Tutto fatto a fin di bene!