Sapete bene che sono un grande difensore della democrazia. Ma ogni cosa ha un suo ruolo, ed anche la democrazia ha situazioni in cui non è applicabile, ed altre in cui lo è. Su una barca ci sono quattro persone. Tre di loro sono d’accordo per far fuori il quarto. E’ applicabile la democrazia, per votazione ? Evidentemente no.
Una partita di calcio. E’ applicabile la democrazia, facendo decidere i falli a votazione ?
Evidentemente no.
E nel campo della ricerca scientifica ?
Ovviamente quando si tratta di decidere se una teoria sia valida o meno, la democrazia non c’entra ed è fuori luogo, perché si tratta di una decisione tecnica. Non decideremo se la Terra è piatta a votazione, o cose del genere. Né si può decidere queste cose sulla base dell’autorità o dell’autorevolezza di chi porta avanti la teoria. Una teoria è vera perché dà risultati “veri”, non perché è sostenuta da personaggi autorevoli. Calcolo che il risultato debba essere X, misuro, trovo X, la misura conferma la teoria (naturalmente non basta una sola misura).
Ma se la misura non è X, allora qualcosa non va (mi riferisco sempre ad una serie di misure, non ad una singola). Sono le verifiche che danno o tolgono valore alle teorie, non le opinioni di persone più o meno qualificate ed autorevoli, o il consenso di molte persone.
Ma contemporaneamente serve che le idee non vengano represse solo perché contrarie al potere imperante. Ed è qui che torna in ballo, nel suo vero ruolo, la democrazia.
Ci deve essere democrazia nella gestione del pensiero, perché la ricerca è come un’indagine di polizia, e se essa viene condotta partendo dalla convinzione (già in partenza) di sapere il colpevole, spesso l’indagine non avrà successo. Devono essere gli indizi (le misure) a guidare l’indagine, mantenendosi pronti a cambiare pista a fronte di prove più evidenti su un altro indiziato (o altri, perché il colpevole potrebbe essere più d’uno), e non è lecito trascurare indizi forti solo perchè contrari alla pista che si sta seguendo.
Il bravo ispettore (ricercatore) manterrà l’animo sgombro da pregiudizi, formando il suo pensiero su ciò che trova man mano.
Naturalmente questo non vuol dire che non abbia una sua idea iniziale, e che non sia lecito, anzi utile, averne una. Ogni idea, che si riveli buona o falsa, è un buon spunto per una verifica. Ed è appunto ai risultati della verifica che va delegata la conferma o la smentita dell’idea. La democrazia è dunque nella possibilità di ricerca, nella discussione, nella trasparenza dei metodi.
Al momento del giudizio essa non ha più senso, ma NON può essere sostituita dall’autorità. Non è con metodi dittatoriali che la scienza va avanti, e la scienza rifugge da dogmi, che son argomenti per le religioni, e non per gli scienziati. Il giudizio è quello della corrispondenza tra i risultati e la teoria.
Una teoria che produce buone previsioni, è accettabile. Una teoria che non ne produce, deve essere corretta o abbandonata, come ammoniva il prof. Catalano di “Quelli della notte”. Eppure, tanta elementare saggezza non sembra godere del giusto consenso.
Ma permettetemi di concludere con un altro aspetto del concetto di democrazia, che sempre più spesso viene sollevato da autorevoli pensatori portatori dell’idea che l’aumento di temperatura media globale del nostro pianeta non sia un momento di una storia con alternanti diminuzioni e aumenti, ma che l’uomo sia tanto colpevole e tanto potente da determinarne una deriva, altrimenti inarrestabile, verso sempre maggiori temperature.
Ebbene, di fronte a questa ipotetica minaccia, tutta da dimostrare, ma data per vera con vasto (ben pilotato) consenso, c’è chi, come James Lovelock, chiede la “sospensione della democrazia”, e chi, come l’autorevole Professor David Shearman, MD, Emeritus Professor of Medicine, University of Adelaide, contributore dell’IPCC1 non solo rigetta la democrazia ma chiama i giovani alle armi, come da questo stralcio, preso dal link citato:
we might begin the process of constructing such real universities to train the ecowarriors to do battle against the enemies of life
…frase che, personalmente, anche dopo il video “no pressure” (un “all gore” movie), trovo piuttosto inquietante (faccio umilmente notare che dal confronto tra le mappe per Stati dell’impronta ecologica e quella sempre per Stati dell’aspetattiva di vita, risulta bene evidente che le vie indicate dagli ambientalisti siano di fatto “contro” la vita, e non a favore).
Aggiungerei le considerazioni sul Nuovo Ordine Mondiale di un personaggio capace di mettere in ginocchio le economie di Stati come Italia ed inghilterra, tale György Schwartz, ora noto come George Soros:
Per quanto riguarda James Lovelock, potete trovare qui il testo integrale della sua intervista2 da cui estraggo la seguente frase:
democracy must be put on hold for the time being
Credo che l’ipotesi, per quanto suggestiva, dell’AGW, sia ancora incerta, ed abbia necessità di maggiori verifiche. Per esempio, non si conosce il ruolo delle nubi, come risulta da qui da cui estraggo questo stralcio
Models continue to have significant limitations, such as in their representation of clouds, which lead to uncertainties in the magnitude and timing, as well as regional details, of predicted climate change
Non credo che una scienza così incerta e discutibile, possa avere la pretesa di prendere il potere al posto del sistema democratico attualmente vigente, per quanto imperfetto. Ma meglio questa democrazia imperfetta che lasciare il nostro mondo nelle mani di una dittatura, per quanto “si dica” tesa a salvare un pianeta che ad altri non sembra in tale pericolo. “Sutor, ne ultra crepidam”, ovvero, “ad ognuno il suo mestiere”: lo scienziato faccia lo scienziato, e lasci la politica ai politici, senza interferire sulle modalità di gestione dell’Ordine Mondiale, e sulla scelta, tutta politica, tra dittatura e democrazia.
Viva la democrazia !
Guido, riprendo dal link IPCC che hai postato, questa frase (che viene subito dopo quella che hai riportato):
Despite such uncertainties, however, models are unanimous in their prediction of substantial climate warming under greenhouse gas increases.
Non ti sembra un buon un esempio di cattiva applicazione della “democrazia” alla scienza?
Veramente mi sembra una cattiva applicazione della Scienza, e ti spiego perché, con una storiella:
Dieci Inglesi videro un Cinese che si soffiava il naso.
Tutti e dieci gli Inglesi erano diversi tra di loro per nascita, cultura e lignaggio, ma tutti e dieci si scandalizzarono per l’inciviltà del Cinese.
Dieci Cinesi videro un Inglese che si soffiava il naso, col suo ricco e profumato fazzoletto ricamato di seta, con le sue iniziali e lo stemma della casata, che ripose con eleganza in tasca..
Tutti e dieci i Cinesi erano diversi tra di loro per nascita, cultura e lignaggio, ma tutti e dieci si scandalizzarono per l’inciviltà dell’Inglese, che s’era messo il muco in tasca !
Cioè,
hanno voglia di essere diversi, ma se partono dalle stesse convinzioni, le loro conclusioni quelle saranno !
Che valore hanno stimato per la sensibilità climatica ?
Hanno tenuto conto, e in che modo, dell’effetto delle nubi (che ricopnoscono di non conoscere) ?
Hanno considerato gli effetti dei raggi cosmici e della variabilità della radiazione solare ?
E potrei continuare.
Diversi, forse, ma gemelli, come ci ricorda il nome di una fortunata band…
Secondo me.
per me la questione del Anthropogenic Global Warming non è una questione di democrazia. Sono d’accordo con Harold Lewis, quel fisico anziano che ha dato le dimissioni dalla American Physical Society: Si tratta di una enorme truffa. Si basa si dati consapevolmente falsificati.
ci risiamo. questa arriva come regalo per la befana, solo un pò in ritardo:
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2011/01/09/visualizza_new.html_1642263913.html
Caro Francesco,
è da un po’ che scrivo sulla differenza tra le misure reali e le simulazioni a computer. Da tempo mi sono convinto (a torto ? a ragione ?) che i modelli a computer siano per lo meno incompleti, e in maniera tale da dare grossi errori.
Per questo quando mi scrivono notizie del genere vado a vedere se si tratta di misure sul campo, e questo aprirebbe un certo scenario, o gioch…ehm, volevo dire “studi” a computer, utilizzando proprio quei modelli, tutti diversi tra di loro, come sono diverse le canzoni di un gruppo specializzato…. che farà tutte mazurke, o tutto hard rock, o quel che ti pare. Canzoni diverse, sarà pure, ma sullo stesso stile, per capirci. Mai canzoni di un filone diverso.
E manco a farlo apposta, cosa ti leggo nella notizia che riporti ?
[ Lo studio, coordinato dall’università canadese della British Columbia, ha utilizzato i dati storici sui volumi di oltre 2.600 calotte glaciali e oltre 120.000 ghiacciai combinandoli con 10 diversi modelli climatici. ]
cioè, per capirci, non dati nuovi, ma dati “storici”. Non misure, ma uso di modelli climatici.
Per me, quindi, questa notizia non aggiunge nulla di nuovo. Per dirla in termini natalizi, è un regalo riciclato di una Befana che ha voluto risparmiare 🙂
Vorrei far notare che moltissime notizie che giungono come fulmini a ciel sereno, se uno non si limita ad una lettura superficiale, ma si interroga su comne sia uscita fuori, con quale base scientifica, risultano poi essere elaborazioni di quei benedetti modelli a computer di cui sopra.
La mia (personale, sia ben chiaro)posizione è nota.
Credo che i modelli a pochi giorni funzionino bene, ma non quelli che vorrebbero predire il clima a distanza di anni.
Infatti la meteorologia ci conferma che entro i 16 giorni le previsioni sono buone (correggetemi se sbaglio), ma oltre sono sempre più incerte, man mano che vorrebbero predire climi sempre più futuri.
(prevengo l’obiezione: è chiaro che si tratta di modelli diversi)
Mi verrebbe da pensare che manchi qualche elemento importante, che alla lunga faccia sentire il suo peso, o che qualche parametro sia stimato in maniera errata. E penserei, tanto per dirne uno non a caso, alla sensibilità climatica, parametro che è nel mirino di vari scienziati scettici, come Roy Spencer e Richard Lindzen.
C’è l’ammissione sulle nubi, e ditemi se sia poco, e, nei siti della NASA, l’ho mostrato in un altro post, ci sono tutta una sfilza di cose che dichiarano candidamente (e onestamente) di non conoscere, o di non conoscere a sufficienza.
In queste comndizioni di incertezza, le previsioni, pardon, gli scenari, a grande distanza di tempo sono da considerare poco più che esercitazioni, ma non certo una base seria per prendere decisioni drammatiche, decisive per l’economia e per la politica (e la libertà) dell’umanità !
Secondo me.
Consent and democracy.
you know well that I’m a great defender of democracy. But everything has its role, and democracy also has situations where it is not applicable. In a boat there are four people. Three of them agree to kill the fourth person. Is this democracy ? No, it isn’t.
A match of football (soccer). Can you decide fouls letting fans vote ? No, you can’t. Obviously not.
And what happens in the scientific research ?
You cannot validate a theory with a democratic system, because it is a technical decision. We’ll not decide whether Earth is or is not flat by voting.
You cannot decide such things on account of authority or authoritativeness of the researcher.
A theory is valid, or it is not, according to its results, not according to the authority of its supporters.
They calculate that the result should be X, they find X, ok (not just one measurement, of course)
But if they don’t find X, then something went wrong (I’m speaking of a series of measurements, not just one) Verification gives value to theories, or takes them away… not opinions of more or less qualified people, or a wide consent !
But at the same time ideas must not be suppressed simply because they are contrary to the mainstream. It is here that democracy plays its role.
There must be democracy in the management of thought, because the research is like a police investigation, and if it is conducted with a prejudicial conviction to know the culprit, the investigation will hardly succeed.
Evidence (measures) must guide the investigation and the detective (the researcher) must be ready to change the track in front of a stronger evidence about another suspect (or others, because the culprit could be more than one), and it is not permissible to ignore strong evidences just because they are against what you believe.
A good inspector (researcher) will keep his (or her) mind free of prejudices, forming his thoughts on what he finds out.
Of course this does not mean that he does not have an original idea, and that it is not allowable, indeed useful, to have one.
Every idea, which turns out to be good or false, is a good starting point for inspection (research).
And it is the results of the checks that should be delegated to the confirmation or refutation of the idea. Democracy is thus the ability to research and debate, in transparency of methods.
At the time of trial it no longer makes sense, but can not be replaced by authority.
It is not through dictatorial methods that science progresses, and science eschews dogma, which are arguments for religion and not for scientists.
The decision is the correspondence between the results and theory.
A theory that produces good predictions, is acceptable.
If it does not produce right results, should be corrected or abandoned.
But let me conclude with another aspect of the concept of democracy, which is increasingly being raised by influential thinkers who are bearers of the idea that the increase in average global temperature of our planet is not a story of alternating increases and decreases, but that man is both guilty and powerful enough to drift out increasing, unstoppable temperatures.
Well, faced with this hypothetical threat, to be proved, but taken for granted by large (well-controlled) consent, there are those, like James Lovelock, who call for “suspension of democracy,” and who, as the authoritative Professor David Shearman, MD, Emeritus Professor of Medicine, University of Adelaide, IPCC contributor, who not only rejects democracy but calls young people to arms, as this excerpt, taken from here:
http://hauntingthelibrary.wordpress.com/2011/01/05/ipcc-green-doctor-prescribes-end-to-democracy-to-solve-global-warming/
[ we might begin the process of constructing such real universities to train the ecowarriors to do battle against the enemies of life ]
… after the video “no pressure” (an “all gore” movie), I find this sentence rather disturbing.
What about the “enemies of life” ? Who are the enemies ?
Look at this map:
http://it.wikipedia.org/wiki/File:World_map_of_countries_by_ecological_footprint_%282007%29.svg
there you can read
[ World map of countries shaded according to their ecological footprint in 2007 (published on 13 October 2010 by the Global Footprint Network). ]
That is, they would want us to follow the models of States like Zambia, while the worst States should be Canada and Australia, in their opinion.
Now look at this other map:
http://en.wikipedia.org/wiki/File:Life_Expectancy_2008_Estimates_CIA_World_Factbook.svg
there you can see life expextancies of the same countries, and you find that in the “model” Zambia life expextancy is under 40 years, while in the worst Canada and Australia it is over 80 years !
Who are, therefore, the real enemies of life ?
I add considerations on the New World Order of a person that can cripple the economies of countries such as Italy and England, this György Schwartz, now known as George Soros :
You can find here
http://www.guardian.co.uk/environment/blog/2010/mar/29/james-lovelock
the full text of the interview of James Lovelock from which I extract the following sentence:
[ democracy must be put on hold for the time being ]
I think that the hypothesis, however attractive, of AGW, is still uncertain, and has need for more testing.
For example, they do not know the role of clouds, as it is clear from here
http://www.ipcc.ch/publications_and_data/ar4/wg1/en/faq-8-1.html
from which I extract this passage
[ Models continue to have significant limitations, such as in their representation of clouds, which lead to uncertainties in the magnitude and timing, as well as regional details, of predicted climate change ]
I do not think that a science which is so uncertain and questionable may have the claim to take the power instead of the currently existing democratic system.
But I prefer this imperfect democracy than leaving our world in the hands of a dictatorship, even if they say they intend to save our planet (that is not in danger).
“Sutor, ne ultra crepidam”, i.e., “let everyone do his own job”:
let scientists be scientists, and leave politics to politicians, without interfering on management of world order, and on the political choice between dictatorship and democracy.
Long live democracy !
Siamo in un paese dove il Bobbio, annoverato tra i padri della Patria,scriveva che la democrazia e’ un bene supremo. In questo stesso paese il termine ‘illuminismo’ e indice stesso della scienza. E sempre in questo stesso paese vi sono fatti storici talmente indiscutibili, perche’ sono radicamento della Repubblica, che ad essi non si puo’ applicare alcuna revisione.
Queste cose prese nei loro corretti contesti sono ragionevoli: ma, in questo stesso paese la memoria storica-culturale-scientifica e’ cosi’ corta da far supporre che la dicitura ‘contesto corretto’ abbia il fiato molto corto.
Cosi’: il Bobbio viene frainteso con l’applicabilita’ della democrazia a tutto (anche ai 4 figli minori che votano contro il parere dei genitori che, essendo 2, ovviamente vanno in minoranza).
Cosi’ che il termine ‘illuminismo’ venga confuso con la rivoluzione e il secolo dei lumi fosse tecnicizzato dalla grande invenzione di Giuseppe Ignazio Guillotin piu’ che dai Diderot.
Cosi’ anche che il termine ‘revisionismo’ sia quella cosa con la quale i cinesi offendessero i russi fino ai tempi degli scontri sull’Ussuri, dimenticando che il metodo fondamentale della storiografia e’ il revisionismo.
I figli di quegli anni esecrabili nei quali nacque tutto questo bel modo di ragionare oggi ci vogliono convincere che alla scienza si applica la democrazia.
E una volta applicata se non sei d’accordo con il risultato zitto e mosca!!!
Altrimenti “ti riterremo responsabile” (Op. Cit.)
Sono sicuro che gli innumerevoli benpensanti che oggi denunciano il radicalismo e i toni forti che dicono sarebbero dietro l’attentato alla Giffords a Tucson, saranno anche i primi a denunciare il radicalismo e i toni duri dei cambioclimaterroristi.
O forse non ne sono poi tanto sicuro.
Ottimo articolo,condivido in tutto