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Un anno di Sole

Cari amici e lettori di Climate Monitor, con questo mio post vorrei analizzare in maniera sintetica l’attività solare degli ultimi dodici mesi.

Il sole durante tutto il 2010 ha evidenziato un lento e costante aumento della propria attività sia in termini di macchie solari conteggiate, sia di intensità del flusso solare sulla lunghezza d’onda dei 10,7, sia della tipologia dei flare (brillamenti) e CME (eruzioni solari) osservati; ma scendiamo nel dettaglio.

Macchie solari: Il numero di macchie solari è stato inferiore alle attese delle più recenti previsioni, a questo punto del ciclo solare il numero di macchie ( medio ) previsto doveva essere di circa 48, nella realtà non siamo mai andati oltre le 25.

Inoltre dal 19 di dicembre il Sole è tornato spotless e ad oggi, 26 dicembre 2010, permane ancora in questa condizione, non certo eccezionale ma sicuramente significativa a distanza di circa tre anni dai primi giorni senza macchie solari della transizione tra il ciclo 23 e il 24.

Dalle osservazioni delle macchie solari si nota una netta preponderanza dell’attività dell’emisfero nord rispetto all’attività dell’emisfero sud. Questo dato di sfasamento tra l’attività dell’emisfero settentrionale e quello meridionale è cosa che si ripete ciclicamente sul sole1, ed a volte il ritardo tra la ripresa di attività dei due emisferi varia tra i 4/5 e i 10/14 mesi, mentre le fasi senza macchie solari sono sincrone tra i due emisferi, mostrando un collegamento tra i due. In tutto il 2010 l’emisfero nord è l’unico che ha mostrato segni di ripresa di attività, il ritardo che l’emisfero sud sta mostrando si pone come tra i più forti ritardi registrati dell’inizio delle osservazioni, cosa che qualifica questo ciclo solare come “particolare”. Purtroppo non sono disponibili dati precisi sulla posizione delle macchie solari sul disco in questo ciclo in quanto il diagramma sul sito Nasa non è aggiornato.

Ecco riportato il diagramma della distribuzione delle macchie solari, che purtroppo si ferma a marzo 2010. Come potete notare nei cicli a bassa attività le macchie solari emergono a latitudini inferiori, e man mano che il ciclo procede la latitudine tende a diminuire. Anche per questo motivo attendiamo con impazienza l’aggiornamento del diagramma in questione, in quanto potrebbe darci una rappresentazione grafica di non difficile interpretazione sull’intensità futura del ciclo solare 24.

Flusso solare a 10,7 cm: anche il flusso solare sulla lunghezza d’onda dei 10,7 cm si mantiene al di sotto delle ultime stime di NASA e NOAA. Infatti, la media mensile non ha mai superato il valore di 85 mentre, secondo le previsioni, dovrebbe essere intorno al 100.

Brillamenti (solar flare): i brillamenti solari sono originati, nella maggior parte delle volte, dalle macchie solari sia in fase di accrescimento, sia mentre esse regrediscono. In questo anno l’attività dei solar flare è stata estremamente bassa. Lo strumento che meglio ci aiuta a osservare i brillamenti non è l’osservazione diretta del disco solare, che ci permette di individuare solamente i cosiddetti brillamenti ottici ma utilizzare i satelliti geostazionari dotati di sensori per la radiazione X puntualmente emessa durante un brillamento. Ecco qui riportato il grafico del satellite NOAA che monitora ogni minuto la radiazione X.

Come potete notare il sensore satellitare rileva unicamente la radiazione di fondo da 3 giorni, infatti, la nostra stella si presenta priva di macchie da una settimana e le letture della radiazione X rimangono a valori basali. Durante i passati mesi abbiamo assistito a episodi relativamente isolati di brillamenti solari. Il maggiore è stato un brillamento di Classe M a fine novembre (le Classi le trovate sull’ordinata sinistra del grafico A,B,C,M,X).

Eruzioni Solari (CME): Durante l’anno appena trascorso solo poche eruzioni solari ( CME coronal mass ejection ) si sono verificate sulla nostra stella e nessuna ha avuto serie ripercussioni sul nostro pianeta. Le eruzioni solari sono strettamente monitorate perché il plasma lanciato nello spazio durante un CME è fonte di pericolo per gli astronauti in orbita, per le telecomunicazioni a livello globale e rappresenta un rischio per la stabilità delle reti elettriche.

Alcuni lanci di agenzia hanno generato un po’ di confusione ma per ora la situazione rimane tranquilla. Devo tuttavia riferirvi che negli ultimi 3 mesi la formazione di filamenti a livello della corona e le eruzioni solari hanno registrato un incremento considerevole, vedremo l’evoluzione di questa attività nei prossimi 4-8 mesi.

In conclusione: l’attività solare è stata inferiore alle attese e proprio alla fine dell’anno abbiamo registrato una inattesa sequenza di giorni senza macchie sul disco solare. Non possiamo ancora stabilire a che punto ci troviamo del ciclo 24, ciclo che giorno per giorno non smette di stupire e di distinguersi dai cicli degli ultimi 50 anni, che per il sole rappresentano meno del tempo di un respiro per un essere umano. Noi cerchiamo risposte nella quotidianità a dinamiche che si estendono nell’ordine di grandezza delle migliaia di anni. Il nostro punto di vista deve tenere sempre presente le scale temporali dei fenomeni naturali, anche se per nostra natura e personale interesse cerchiamo risposte utili al nostro presente e non solo prospettive per il nostro futuro.

Buon Anno a tutti Voi.

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Bibliografia

  1. K. J. Li1,2, H. F. Liang3 and W. Feng4, The Phase Shifts of the PairedWings of Butterfly Diagrams Research in Astron. Astrophys. (http://www.raa-journal.org/docs/papers_accepted/ms335.pdf )
  2. I grafici provengono dal sito NOAA www.swpc.noaa.gov
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Published inAttualitàNews

3 Comments

  1. giovanni pascoli

    Mi permetto di fare un commento sulle conclusioni da lei scritte:

    “Il nostro punto di vista deve tenere sempre presente le scale temporali dei fenomeni naturali, anche se per nostra natura e personale interesse cerchiamo risposte utili al nostro presente e non solo prospettive per il nostro futuro.”

    Questa frase è estremamente importante ed emblematica rispetto allo stato attuale del mondo scientifico e delle sue scelte strategiche, nonché fondamentale per comprendere queste scelte e il motivo per cui in questo momento la scienza sia in un vortice di decadenza.
    Lei dice giustamente che forse per indole, per natura, per educazione ( per tutti questi ed altri fattori?) l’uomo è portato a cercare risposte per il suo presente ed immediato futuro. Concordo pienamente e aggiungo che in questa corsa frenetica alla ricerca di risposte purtroppo l’uomo trova e inventa risposte anche là dove non ce ne sono e anche per questioni che forse risposta non hanno.
    Il punto di partenza oggettivo ed immutabile è proprio il fatto che i fenomeni naturali hanno scale spazio temporali proprie e indipendenti dai capricci e dalle soggettività umane. Purtroppo questo assunto viene sempre totalmente dimenticato proprio da quella fetta di società (il mondo scientifico) che invece dovrebbe esserne sempre lo strenuo difensore dagli attacchi interessati dei mondi politici, sociali ed economici, questi si piegati spesso alle soggettività umane e a ben altri interessi. Purtroppo quello a cui si assiste oggi è proprio il mischiarsi, piegarsi, assoggettarsi del mondo scientifico a interessi di altri tipo, molto umani e poco etici, rispetto ai pilastri della scienza e della conoscenza.
    Per fare un esempio di cui ho già parlato altre volte, basta vedere come il mondo della scienza e della ricerca universitaria sia sempre più assoggettato al potere (baronati in senso lato) e al denaro. Quest’ultimo strumento quasi di ricatto che permette di mandare avanti certi studi a discapito di altri, che monetizza e quantifica anche la ricerca scientifica, tramite la monetizzazione delle pubblicazioni su riviste specializzate che permettono, in base al loro numero di accedere a programmi di finanziamento e mantenimento di progetti di ricerca. Per questo motivo nel momento in cui ricerca e scienza sono assoggettate a denaro, interessi economici e politici (le tre cose vanno braccetto) si perdono gli scopi nobili della ricerca della verità e della descrizione dei fenomeni.
    In questa situazione diventa facile allora stravolgere, capovolgere e rovesciare come un guanto principi, valori e finalità. La scienza è al servizio di questi interessi e pur di ben servire modifica la realtà per renderla più simile ai desideri dei finanziatori, compiendo un vero stupro etico morale. In questo contesto la scienza fabbrica modelli per spiegare e prevedere i fenomeni naturali, modelli che si adattano alle paure e ai soldi dei loro finanziatori, in un processo in cui se poi il modello non rispecchia la realtà invece di modificare il modello si modificano e manipolano i dati (con precisione o oggettività matematica) fino a quando questi non combaceranno con i modelli e con i desideri dei committenti.
    Questo procedimento fa si che per l’interesse di alcuni uomini che ricoprono cariche istituzionali e rappresentano poteri economici ci inventiamo queste risposte apparentemente utili al nostro presente e al nostro futuro, dimenticando che queste risposte non valgono nulla (ma ci rassicurano come le risposte di un cartomante o gli oroscopi) perché in qualche modo dal nulla sono state create per soddisfare capricci e non derivano invece da un attento studio e osservazione dei fenomeni naturali. Questa purtroppo è la storia dell’IPCC (organismo nato per trovare QUALI (e non SE) interventi antropici influenzassero il clima. Questa è la storia del mondo scientifico-accademico degli anni 2000, dove si pubblica di tutto di più, solo per allungare la lista e ottenere più soldi ma dove in realtà il valore del 99% delle pubblicazioni è pari a zero.
    In ogni casi i fenomeni naturali continueranno con le loro modalità e i loro tempi indipendentemente dai capricci umani e solo l’uomo sarà l’artefice della sua presa di coscienza e della consapevolezza che a volte si deve accettare il fatto di “sapere di non sapere” e di sapere che l’unica risposta possibile a certe paure e congetture è “che non esiste risposta”.
    Troverà uno schemino ( fatto da un dottorando) che riassume tutto questo in maniera simpatica e un po comica al seguente sito

    http://www.pensee-unique.fr/methode.html

    • Egr. Giovanni,

      la ringrazio per l’articolato commento e il contributo da lei dato alla discussione riguardante il corretto uso del metodo scientifico, spesso non utilizzato a dovere. Così, come non utilizzate a dovere, sono le pubblicazioni scientifiche a volte strumento per aumentare il proprio prestigio, invece di essere mezzo per condividere con i colleghi e con il mondo le proprie scoperte.

    • Alvaro de Orleans-B.

      Magnifica ironia!
      Auguri,
      Alvaro

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