[photopress:Global_Warming_big.jpg,thumb,pp_image]Quanto segue l’ho ricevuto da Marcus, uno dei nostri lettori e non è materiale esclusivo di Climate Monitor. Lo riporto integralmente, con una breve nota finale. Buona lettura.
Abbiamo già più volte sottolineato la strana coincidenza per cui a periodi di bassa attività magnetica solare ( poche o addirittura assenti macchie solari) siano associati storicamente periodi freddi o molto freddi. Viceversa, negli ultimi 70 anni registriamo un continuo aumento termico e un continuo aumento dell’attività solare. La domanda posta più volte è la seguente: come si relazionano i minimi di
attività solare con il calo termico globale terrestre?
Oggi vorrei mettere a vostra disposizione un dato in più. Dagli anni 80 abbiamo valide registrazioni della temperatura troposferica (quella fascia di atmosfera che va dal suolo a circa 18 mila metri di altezza più spessa all’equatore e più misera ai poli). Perchè è importante misurare l’andamento termico della troposfera?
Innanzi tutto perchè se sospettiamo che le rilevazioni termiche delle centraline terrestri siano un pò falsate ( vuoi dalle stesse centraline, vuoi dalle diverse condizioni esterne in cui esse rilevano dati rispetto a 50 anni fa ), forse così potremo ovviare a questo inconveniente.
E’ poi importante perchè ci consente di rilevare le temperature in quella zona di atmosfera maggiormente suscettibile di variazioni se assumiamo per buona ( o da verificare) la teoria del Global Warming di natura antropica o anche detta “serrista”.
Se infatti i gas serra, che si concentrano in questa zona dell’atmosfera, aumentano, dovrebbero anche aumentare le temperature ( questa la teoria dell’IPCC & company) della bassa e soprattutto media atmosfera.
E allora la domanda importante è: cosa registriamo dalla linea dell’andamento termico della bassa e della media troposfera?
La risposta è quantomai sconvolgente: l’andamento termico registrato e disegnato sul grafico mostra una serie di cicli (mediamente in fase crescente).
Sia nella media, sia nella bassa troposfera non si sono registrate termiche crescenti continue. Ma si sono avuti periodi di crescita e periodi di diminuizione termica.
Allora la domanda successiva diviene fondamentale: infatti se diamo per scontato che i livelli di gas serra siano costantemente in crescita ( proprio grazie anche all’intervento umano), dovremmo chiederci come mai si riscontrino dei cicli termici anche nella troposfera che invece dovrebbe ( questo secondo l’IPCC) crescere costantemente.
Ne vien da sè un’altra domanda: SI PUO’ IN QUALCHE MODO ASSOCIARE L’ANDAMENTO TERMICO
TROPOSFERICO CON L’ANDAMENTO DEI CICLI SOLARI?
Questa domanda addirittura appare allo stesso tempo stupida, scontata, retorica, ma efficace!
http://www.ncdc.noaa.gov/img/climate/research/2007/ann/msu2007-pg.gif
http://www.ncdc.noaa.gov/img/climate/research/2007/ann/uah-lower-strat-jan-dec-2007-pg.gif
Dai due grafici si evidenzia la cronometrica coincidenza di picchi termici freddi con i minimi solari del 1985,1996 e del 2007;e si evidenzia la sempre cronometrica coincidenza tra picchi termici troposferici caldi durante l’apice dei cicli solari:1980,1990 e nel 2000. Ergo: ciclo solare verso il minimo e termiche troposferiche verso il basso; ciclo solare verso il massimo e termiche troposferiche verso l’alto.
Maggiore allora sarà la durata di un minimo solare e più basse tenderanno ad essere le termiche troposferiche ( proprio come in questi mesi). Più basse saranno le termiche troposferiche e più basse tenderanno a divenire anche quelle sulla superficie. Quest’ultime tuttavia sono anche in funzione degli oceani e (per quanto riguarda l’inverno) dell’estensione dei poli.
Allora ampliando il discorso possiamo dire che: più lungo sarà il minimo solare e più tempo avrà il raffreddamento della media e bassa troposfera di propagarsi e raffreddare poli, oceani e terre emerse. Il freddo si autoalimenta e genera alte pressioni. Le alte pressioni polari e continentali formano altro freddo. Così s’innescano pericolosi periodi gelidi e, ci scommetterei quanto volete, un lungo periodo di sonnolenza solare ( non necessariamente a livello zero; è sufficiente che il picco solare sia poco intenso) provocherà necessariamente tra qualche mese i suoi effetti.
Nota: L’argomento è interessante, tuttavia forse Marcus lo affronta con troppa rapidità , giungendo a qualche conclusione un pò affrettata. Quella che definisce coincidenza cronometrica andrebbe approfondita e forse la definizione dei grafici segnalati non aiuta molto. La teoria dell’effetto serra, che è tale sia se i gas sono di origine antropica sia se sono di origine naturale, l’abbiamo affrontata qui e qui, con particolare riferimento proprio all’assenza del previsto riscaldamento degli strati medio-bassi della troposfera. Inoltre, pur ritenendo valide le osservazioni di Marcus, penso si debba tener conto del fatto che il sitema, nella sua complessità , non reagisce mai allo stesso modo. Qualcuno è pronto a scommetere che la temperatura tornerà ad aumentare nel breve periodo, altri sono invece convinti del contrario. Tenderei a propendere per questa seconda ipotesi, ma ci sono troppe variabili in gioco per esserne così sicuri. Il sole si farà sentire in un modo o nell’altro. Staremo a vedere.
La teoria dell’influenza solare sul clima trova sul suo cammino numerose contraddzioni ben espresse qui in questo articolo:
http://www.skepticalscience.com/solar-activity-sunspots-global-warming.htm
Sembrerebbe che sul lungo periodo ovvero su decine di anni non vi sia alcuna influenza del sole sul riscaldamento attuale degli ultimi decenni….
Staremo a vedere nel breve periodo ovvero nei prossimi mesi…di certo se evento sarà non passerà inosservato…però, a rigore, per la correlazione c’è bisogno di lunghi periodi, non di brevi periodi….
Ottime segnalazioni Claudio. Speravo che qualcuno sapesse suggerirmi la giusta direzione 😉
Marcus
“Perchè è importante misurare l’andamento termico della troposfera?
Innanzi tutto perchè se sospettiamo che le rilevazioni termiche delle centraline terrestri siano un pò falsate ( vuoi dalle stesse centraline, vuoi dalle diverse condizioni esterne in cui esse rilevano dati rispetto a 50 anni fa ), forse così potremo ovviare a questo inconveniente. ”
Siamo oltre i sospetti, c’è un articolo peer review che lo dimostra:
http://icecap.us/images/uploads/MM.JGRDec07.pdf
McKitrick, R.R. and P.J. Michaels, 2007, Quantifying the influence of anthropogenic surface processes and inhomogeneities on gridded global climate data, J. Geophys. Res. 112, D24S09, doi:10:1029/2007JD008465
cito:
“Concludiamo che i dati della probabile contaminazione porta ad una sopravvalutazione delle reali tendenze nel terreno. Utilizzando il modello di regressione per filtrare le contaminazioni estranee ai cambiamenti climatici la stima 1980-2002 dell’incremento della temperatura media globale sul terreno, si riduce di circa la metà .”
I russi prevedono un raffreddamento climatico, proprio per l’attività solare.
http://www.gao.spb.ru/english/astrometr/index1_eng.html
LONG-TERM VARIATIONS OF THE INTEGRAL RADIATION FLUX AND POSSIBLE TEMPERATURE CHANGES IN THE SOLAR CORE
Kh. I. Abdusamatov Kinematics and Physics of Celestial Bodies Vol. 21, No. 6, pp. 328—332, 2005
Inoltre all’attività del sole è correlata quella dei raggi cosmici, sempre più confermata:
http://secamlocal.ex.ac.uk/people/staff/dbs202/publications/2006/harrison2006.pdf
“Empirical evidence for a nonlinear effect of galactic cosmic rays on cloudsâ€
R G Harrison & D B Stephenson Proceedings of the Royal Society A (UK):
10.1098/rspa.2005.1628 (2006)
http://cc.oulu.fi/~usoskin/personal/CRAS2A_2712.pdf Testo full
I.G. Usoskin, G.A. Kovaltsov, “Cosmic rays and climate of the Earth: possible connection†C. R. Geoscience (2007), doi:10.1016/j.crte.2007.11.001