Ora che il summit e’ iniziato, di cosa sentivamo maggiormente la mancanza? Ovviamente di un qualche annuncio a sfondo oppressivo intimidatorio: entro il 2060 le temperature potrebbero aumentare di 4 gradi centigradi. L’Artico sara’ senza ghiacci e gli oceani ci sommergeranno (proprio ieri se n’e’ parlato qui su CM). Tuttavia, ci avvertono gli scienziati, ormai potrebbe essere troppo tardi per porre rimedio allo stato delle cose, anche attraverso le politiche piu’ severe.
Quanto deciso a Copenhagen non servira’ nemmeno a tenerci sotto i 2 gradi. Quattro, cinque, sette gradi entro il 2100. A seguire catastrofi, soprattutto gli oceani che cresceranno da mezzo metro fino a due metri sebbene, ci fanno sapere, e’ improbabile che si vada oltre il metro. Ma il metodo lo conosciamo bene, intanto ci mettono dentro anche i due metri e perche’ no, i famosi 7 metri apocalittici derivati dalla fusione totale della Groenlandia.
Le foreste moriranno e tantissime altre cose simpatiche, che ormai conosciamo a memoria.
Ad ogni modo e’ indicativo che l’anno scorso per il COP 15 iniziarono mesi prima con questa tarantella, mentre oggi hanno cominciato quasi in contemporanea al summit.
La temperatura in quest’ultimo decennio non ha preso l’ascensore, per salire su dritta, dritta.
Qual’è il problema ? Basta ridurre i tempi, ed alzare i gradi di aumento, e questo a fronte di un periodo che non ha messo in evidenza quei cataclismi che ci raccontano.
La gente si lamenta per la neve ? Non c’è problema, un’aggiustatina ai dati, una sberla alle boe, ed ecco pronti per l’anno più caldo di sempre.
Sui siti scettici compaiono decine e decine di notizie di nevicate, e record di freddo battuti, ma da qualche parte, lontana da testimonianze umane, un caldo infernale sta bruciando i ghiacci del pianeta, rendendoli bollenti, per compensare le nevicate che bloccano treni, auto ed aeroporti…
🙂