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Diario da Can’tCun

Sono tempi difficili, le agende dei capi di governo sono fitte di impegni e bisogna necessariamente stabilire delle priorità. Soltanto un anno fa, a CO2penhagen c’era la fila, e solo quando si è capito che sarebbe finita con un nulla di fatto, abbiamo assistito al fuggi fuggi generale, favorito anche da una quantomai paradossale e ironica inclemenza del tempo.

Quest’anno, al terzo giorno del vertice di Can’tCun, arriva l’annuncio della prima illustre defezione. Lula, il Presidente del Brasile, non esattamente un peso leggero in termini di “responsabilità” ambientale, ha fatto sapere che non si farà vedere ai Caraibi. C’è da capirlo, nessun leader politico muore dalla voglia di partecipare ad un fallimento annunciato. E se invece fallimento non sarà, ci sarà sempre tempo per salire sul carro.

Nel frattempo, quelli che invece ai Caraibi ci sono andati, hanno già iniziato a litigare. Pare che nella bozza di testo proposta da Patricia Espinosa, ministra agli Esteri messicana e chair del vertice, non ci sia traccia delle richieste avanzate nel corso dell’ultimo anno di pre-negoziati da molti paesi in via di sviluppo. Per cui, gli osservatori delle ONG hanno chiesto in una lettera aperta che non si ripeta anche a Can’tCun la pratica dei negoziati separati e segreti, che secondo loro avrebbe pesato non poco sull’insuccesso della COP15.

Momenti di gloria anche per il presidente dell’IPCC, Rajendra Pachauri, che in un improbabile travestimento da Prof. Silente, ha annunciato che nel prossimo rapporto IPCC sarà prestata attenzione anche alla geo-ingegneria, studiando mirabolanti progetti di schermi spaziali e fertilizzanti dei cieli.

Su, coraggio, mancano solo sette giorni.

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Published inCancunIn breve

Un commento

  1. Guido Botteri

    “mirabolanti progetti di schermi spaziali e fertilizzanti dei cieli.”…poveri noi, mi fa male vedere buttare dalla finestra per brioscismo travestito da geoingegneria un mare di denaro, proprio quando la crisi consiglierebbe un’economia prudente e razionale.

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