E’ uscito (naturalmente giusto in tempo per il vertice di Cancun) l’ultimo report dell’UNDP (United Nations Development Program). Il titolo è “The Real Wealth of Nations“, Il Reale Benessere delle Nazioni.
Chi volesse lo può scaricare da qui, penso sia interessante. Negli highlights che circolano sul web (e anche dai press releases diffusi dal sito ufficiale dell’UNDP) l’accento è naturalmente sulla sostenibilità e sui problemi che nel prossimo futuro potrebbero essere generati dal cambiamento climatico.
Ma c’è qualcosa che non torna. Il report, tornando indietro di un ventennio nella storia dello sviluppo delle popolazioni, scopre che:
The past 20 years have seen substantial progress in many aspects of human development. Most people today are healthier, live longer, are more educated and have more access to goods and services. Even in countries facing adverse economic conditions, people’s health and education have greatly improved. And there has been progress not only in improving health and education and raising income, but also in expanding people’s power to select leaders, influence public decisions and share knowledge.
Gli ultimi vent’anni hanno visto dei progressi sostanziali in molti aspetti dello sviluppo. La maggior parte delle persone è oggi più in salute, vive più a lungo, è più istruita ed ha più facile accesso ai beni ed ai servizi. Anche in nazioni in avverse condizioni economiche, la salute e l’istruzione della popolazione sono migliorate moltissimo. E ci sono stati progressi non soltanto nella salute, nell’istruzione e nel reddito, ma anche nell’accrescimento del potere di scegliere i propri leader, influenzare le decisione pubbliche e condividere la conoscenza.
Ma adesso, c’è il cambiamento climatico in agguato, e l’UNDP auspica un maggiore impegno internazionale, come quello dell’imminente vertice di Cancun “se si deve affrontare ciò che potrebbe essere la più seria minaccia che il mondo abbia mai dovuto affrontare (if we are to face up to what may be the most serious threat the world has ever faced)”.
Alcune brevi annotazioni. Secondo quanto propinato sempre a colpi di report da un’altrettanto influente articolazione delle Nazioni Unite, è proprio nelle ultime decadi che si sarebbe fatta più evidente e tangibile la minaccia del cambiamento climatico, quelle decadi che hanno nel frattempo visto gli enormi progressi di cui sopra. Ma, evidentemente, al futuro, secondo una certa cultura piuttosto comune in ambito ONU, si deve comunque guardare con apprensione, tanto da far completamente dimenticare il passato ed il presente. La fame nel mondo, la guerra nucleare, le guerre mondiali, le pandemie (quelle vere, per carità), la malaria, i totalitarismi, i terremoti etc etc, tutte cosucce destinate ad impallidire di fronte al clima che cambia.
Ma si aspettano veramente che qualcuno ci creda?
…le loro prefezie ci portano fortuna!Avanti con questi summit:CHE
LA NEVE SIA CON NOI(LORO).
Oggi su LA STAMPA
” NEL MEDITERRANEO 7 GRADI IN PIU'”
la profezia dell’Agenzia europea per L’ambiente “Alla fine del secolo diventeremo un deserto”
Questi i titoloni dei nostri quotidiani per farci morire di paura,anche se alla fine con tutta la pioggia e la neve che sta cadendo anche per i piu’ingenui è difficile credere.