Il pacco. Un articolo su The Economist, autorevole rivista di prevalente indirizzo finanziario: “How to live with climate change “, che snocciola una fede assoluta nei dogmi dell’AGW, presentandoli tutti come assodati e scientificamente acquisiti.
Il doppio pacco. Sempre lo stesso articolo, che consola i lettori suggerendo che, data l’ineluttabilità di quanto sopra e data la conclamata incapacità del genere umano di porvi rimedio secondo schemi di cooperazione internazionale, ci si debba necessariamente attrezzare per far fronte alla catastrofe.
Il contropaccotto. I commenti dei lettori, un coro di dissenso che definire autentico spasso è decisamente limitativo. da notare che la gran parte dei commenti fornisce elementi di ragionamento a supporto di quanto esposto di gran lunga più razionali di quanto scritto nell’articolo.
In alto a destra sulla pagina campeggia il motto “The Economist – Provoking thoughts“. Forse volevano provocare delle grasse risate? Se in campo finanziario affrontano le analisi con lo stesso atteggiamento dogmatico, non c’è da stupirsi se siamo sprofondati nella recessione economica.
Addendum
Mi è tornata in mente una cosa. A giugno, al Bildeberg meeting, dove si è parlato tra le altre cose di Global Cooling e di cui vi abbiamo dato conto qui:
Hey ciao chi si vede, come va?
nella lista dei partecipanti erano inclusi anche i nomi di alcuni corrispondenti della stampa internazionale, indicati come “rapporteurs”. Erano in due, entrambi di “The Economist”. Senza compiti di riportare, evidentemente, c’era anche il capo della Washington Post Company. Come dire, dove si fanno (nella fattispecie non si fanno) le notizie.
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