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E intanto la Loop Current scoppia di salute…

I lettori più attenti lo ricorderanno, alcuni mesi fa abbiamo pubblicato un commento ad una news pubblicata sul sito dell’Associazione Italiana di Geofisica che metteva in luce dei presunti effetti piuttosto preoccupanti della fuoriuscita di petrolio nel Golfo Del Messico sulla Loop Current, la corrente di calda che molti ritengono essere il “motore” della Corrente del Golfo.

Qui, il primo commento: Deepwater Horizon, la marea nera ed il clima.

Al nostro commento seguì una interessante discussione ed un fitto scambio epistolare con il Dott. Gianluigi Zangari, autore degli spunti di ricerca contenuti nella news. Alcuni mesi dopo, più precisamente ad agosto, essendoci ripromessi di controllare periodicamente la situazione, siamo tornati a vedere quale fosse lo stato di salute della Loop Current. Un bel respiro di sollievo, e la conferma delle perplessità che avevamo sollevato già nel nostro primo commento, accompagnarono la scoperta che dei presunti effetti disastrosi su questa corrente non vi fossero molte tracce, anzi, a dir la verità di tracce non ce n’erano proprio.

Qui, il secondo commento: La marea nera ed il clima, ci aggiorniamo

In quella sede però, abbiamo avuto modo di commentare anche un piccolo giallo rimasto tutt’ora insoluto, ovvero la sostituzione nel dataset delle immagini giornaliere del comportamento della corrente gestito dall’Università del Colorado, delle immagini relative ai “giorni incriminati”, allora oggetto dell’analisi del Dott. Zangari.

Nonostante avessimo provato a chiedere informazioni più dettagliate sull’avvenuto ai gestori del dataset, ancora oggi non sappiamo perché quei dati siano stati modificati.

Evidentemente, siamo destinati a restare nel dubbio. Questo però non impedisce, ora che sono trascorsi più di sei mesi dall’episodio della fuoriuscita del petrolio, di andare a consultare nuovamente il dataset per controllare “come si sente” la Loop Current.

Quelle che seguono sono immagini prese a distanza di dieci giorni l’una dall’altra per il mese di ottobre e per l’inizio di novembre. Vediamo.

Allora, di distacchi non se ne vedono, almeno nell’ultimo mese e mezzo. Il rischio paventato nel lavoro che ispirò il nostro primo commento era quello che potesse avvenire una separazione “definitiva” di un vortice piuttosto che la prosecuzione delle normali dinamiche di questa corrente, che consistono in periodici allungamenti verso il centro del golfo, distacco della sommità della corrente come fosse una goccia d’acqua e successiva ricostituzione della corrente principale, mentre il vortice che si è staccato va a spasso per il golfo separandosi in tante piccole circolazioni derivate, delle quali, se si fa attenzione alle immagini, si ritrova traccia anche in questo ultimo periodo.

Il problema dell’inquinamento delle acque del golfo, indicato originariamente come causa principale della possibile alterazione della Loop Current, può dirsi risolto nelle cause, mentre ci vorrà un bel po’ prima che terminino le operazioni di bonifica. A quanto pare, però, il disastro ambientale avvenuto non ha prodotto alcun effetto sulla Loop Current. Il pericolo di una sua interruzione con conseguente alterazione della CdG non c’era, non c’è, e, con riferimento alla fuoriuscita di petrolio dall’incidente della Deepwater Horizon non ci sarà perché, come avevamo ipotizzato nel nostro primo commento, la formazione ed il successivo distacco del vortice avvenute successivamente all’incidente, rientrano nella normale e documentata storia della Loop Current. Meglio così.

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Published inAttualitàNews

Un commento

  1. Mi voglio autocitare e mostrare a tutti quanto sono bravo a fare previsioni.
    Si a fare la previsione che chi fa previsioni di questo tipo è sicuramente in errore 🙂
    Ecco il commento di allora:

    “Scusatemi se sono sempre un po’ polemico, ma l’unica cosa che mi viene da dire è che il dott. Zangari ha avuto il suo momento di celebrità.
    Ormai ho abbastanza esperienza (e un po’ di presunzione) per nasare lo strano odore che fanno questo tipo di previsione, soprattutto se poi sono condite da un po’ di disastri futuribili.
    Tra poco, quando tutto sarà rientrato come al solito nella normalità, ci saremo scordati di Zangari e non lo chiameremo a rispondere delle sue errate previsioni. Se anche lo facesse, qualche buon motivo per avere sbagliato l’analisi sarà sempre possibile trovarlo.”

    Almeno Guido non si è scordato di quella previsione.

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