Il clima più che soffrire di caldo pare abbia i piedi bagnati. Ho trovato una cosa interessante sul blog di Antony Watts (tanto per cambiare). Da un’analisi accurata fatta con un nuovo tool messo a disposizione da Google Earth, spunta fuori che “appena” 230 stazioni meteorologiche del database del GISS sono mal posizionate nel DB rispetto alla loro posizione reale.
Sapete dove? Nell’acqua, invece che sulla terraferma. E’ importante? Boh, forse sì, se si usa un altrettanto nuovo tool che serve per mappare l’inquinamento luminoso per decidere se quella stazione sia urbana, e quindi il dato da essa proveniente debba essere corretto, oppure rurale, e quindi il dato si possa ritenere esente da condizionamenti areali (Hansen 2010).
Sicchè, una stazione se mal posizionata, può darsi che cada su un’area con scarso inquinamento luminoso quando invece potrebbe essere in area urbana. E se la temperatura su quella stazione è aumentata per effetto dell’isola di calore urbano e io la considero rurale non saranno applicate correzioni. Così la variazione di temperatura -se positiva- sarà da imputare al riscaldamento globale, o a qualunque altra modifica delle condizioni climatiche ad esso riconducibile.
Un’altra cosa interessante, è che questo sistema di analisi delle condizioni areali, è applicato solo alle stazioni sul territorio americano, mentre, per tutto il resto del mondo, il parametro impiegato per definire la natura urbana o rurale di una stazione è la popolazione. Se questo nuovo metodo è efficace, ovvero se lo è più dell’altro, sarebbe opportuno che fosse applicato a tutte le stazioni, al fine di ottenere un database omogeneo.
Per far funzionare il tool di cui parla Watts ci vuole un po’ di applicazione, magari qui su CM proveremo a farlo per le stazioni Italiane, se qualche lettore vuol dare una mano non chiediamo di meglio, e magari poi potremo integrare queste informazioni con quelle che stiamo raccogliendo su milleannidiclima.it.
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