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Una definizione di Piccola Era Glaciale

PEG, ovvero Piccola Era Glaciale, ovvero ancora in inglese LIA, Little Ice Age. Tutti ne abbiamo sentito parlare, tutti ne parliamo. I motivi sono presto detti: innanzitutto è un periodo di grandi sconvolgimenti climatici attiguo al nostro, quindi ancora presente nella memoria storica. I segni che questa piccola età glaciale ha portato con sè sono visibili in numerose opere dell’intelletto umano: dai quadri, ai racconti, alle primissime osservazioni di stampo scientifico. Per non parlare di tutto ciò che invece, non umano, è rimasto scritto e impresso all’interno del mondo vegetale e minerale.

Cosa intendiamo per piccola era glaciale? Probabilmente ognuno di noi e, soprattutto, ogni studioso ha la propria definizione. C’è chi la definisce in base al momento storico (dal XIV secolo adl XIX), oppure chi la definisce come una particolare anomalia climatica, o come condizione climatica europea. Qualcuno sostiene che sia stata una condizione climatica globale, e via così.

Esiste un modo per definire in modo corretto e univoco la piccola era glaciale?

Ci viene in soccorso uno studio1 recentissimo che ha avuto proprio la finalità di individuare delle caratteristiche specifiche registrate immediatamente prima dell’inizio della PEG.

Quello che è emerso è che tutti i principali indicatori teleconnettivi abbiano registrato una importante variazione, a livello globale, poco prima che si innescasse la PEG. Quindi parliamo di NAM (Northern Annular Mode), di ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone), di WAM (West African Monsoon) e di ENSO (El Nino Southern Oscillation). Il trend di ciascuno di questi indici ha cominciato a convergere intorno al XV secolo, in concomitanza con una ridotta attività solare (cosa sia arrivato prima, per il momento non è dato saperlo). La vastità di questi indici teleconnettivi risponde, tuttavia, alla domanda circa l’estensione del fenomeno PEG: ci troveremmo di fronte ad un evento non su scala europea, bensì su scala globale, sebbene l’entità effettiva nell’emisfero sud rimanga ancora piuttosto misteriosa.

Un dato di grande interesse, per quanto al momento susciterà qualche controversia, è l’utilità dei ghiacciai come indicatori della PEG: secondo gli autori di questo studio, infatti, i ghiacciai non sarebbero affatto degli indicatori validi. Il motivo risiede nel confronto delle dinamiche glaciali con le temperature medie estive: è emersa una scarsa correlazione tra le basse temperature medie estive e l’avanzamento dei ghiacciai. Lo studio in questione, invece, avrebbe messo in luce la grande importanza assunta dal confronto dei suddetti indici teleconnettivi. Sia in fase di entrata nella PEG, che in fase di uscita, questi indici pare mostrino un andamento convergente. Le teleconnessioni diventano molto più stringenti, sebbene ci dicano gli autori, non è dato ancora sapere il perchè.

Un passaggio cruciale dello studio, con le parole degli autori:

A shared feature in all of the records is that a major shift started 1400AD and terminated 400 years later, at 1800AD. This  interpretation is based on a qualitative 20 evaluation of the presented data. We posit, nonetheless, that this time interval (1400–
1800 AD) delimits the LIA, and that it is possible to explain this near-synchronous shift in terms of changes in broad-scale climate dynamics.

Ovvero, i due shift registrati intorno al 1400 e al 1800, secondo gli autori, delimiterebbero proprio l’inizio e la fine della PEG che, in questo modo, troverebbe un modo univoco per essere individuata e definita.

Andando nello specifico, vediamo cosa è successo ai vari indici:

  • i proxy provenienti da Norvegia e Groenlandia indicano che la NAM entrò in una fase negativa quasi permanente;
  • l’ITCZ ha fatto registrare uno spostamento verso sud;
  • l’ENSO mostra una variabilità piuttosto peculiare in quel periodo;
  • il monsone africano evidenzia, invece, una variazione strettamente connessa all’ITCZ e all’ENSO.

Come abbiamo detto, le cause dell’innesco della PEG sono tutt’ora oggetto di studio: è difficile, allo stato attuale dell’arte, discriminare una eventuale causa interna al sistema climatico terrestre (dovuta alla variabilità di un qualche), da una causa esogena, ovvero una variazione nell’energia emessa dal Sole. Quanto sappiamo può essere riassunto nei seguenti punti:

  • l’inizio della PEG è stato segnato da una riduzione della concentrazione di CO2 e CH4;
  • la PEG è stata attraversata da ben 3 minimi nell’attività solare (Spörer 1450–1550, Maunder 1645–1715, Dalton 1790–1820).

In particolare, per quanto concerne la radiazione solare, è sempre più evidente la connessione tra questa e la nostra atmosfera: a piccole variazioni della forzante solare, corrispondono importanti variazioni nella nostra troposfera e stratosfera2 .

Una ridotta attività solare riesce a spingere la NAM verso la sua fase negativa. A questo si aggiunga una accresciuta attività vulcanica durante il periodo della PEG: questa avrebbe contribuito ad indebolire gli alisei e, in ultima analisi, ad amplificare la fase negativa della NAM.

Ultima, ma non meno importante, è la variazione registrata dalla Corrente del Golfo (CdG), allora circa il 20% più debole rispetto ad oggi3 . Questo indebolimento della CdG venne causato proprio dallo shift verso sud della ITCZ.

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  1. Defining the Little Ice Age; Ø. Paasche, J. Bakke; http://www.clim-past-discuss.net/6/2159/2010/cpd-6-2159-2010.pdf []
  2. Rind, D., Lean, J., Lerner, J., Lonergan, P., and Leboissitier, A.: Exploring the stratospheric/tropospheric response to solar forcing, J. Geophys. Res.-Atmos., 113, D24103, doi:10.1029/2008jd010114, 2008. []
  3. Lund, D. C., Lynch-Stieglitz, J., and Curry, W. B.: Gulf Stream density structure and transport during the past millennium, Nature, 444, 601–604, 2006 []
Published inAttualitàClimatologia

5 Comments

  1. luigi mariani

    Aggiungo a quanto sopra riportato che l’idea secondo cui in una fase “fredda” possano registrarsi estati canicolari con morti per caldo (cito a memoria il 1719) e che viceversa in una “fase calda” non siano da escludere inverni freddissimi (per il 20° secolo cito il 1929 ed il 1985, entrambi caduti in fasi a NAM positiva) è uno dei più grandi contributi venutici dalle ricerche di climatologia storica di Leroy Ladurie. Dovremmo tutti far tesoro di tale evidenza per “difenderci” dal clima europeo, che quando ci si mette…..

  2. Luigi Mariani

    Credo che il fatto di considerare la PEG come una fase monolitica sia poco sensato, per lo meno alla luce delle serie storiche di dati meteorologici e di proxies che ci mostrano una grandissima variabilità interannuale . Questo fu anche il messaggio che lanciò il professor Leroy Ladurie (grande studioso di tale fase) in una conferenza che tenne a Milano alcuni anni orsono.

    Sempre citando Ladurie ricordo che:
    1. la fase di freddo acuto iniziatasi nel 1740 (anno che produsse 200.000 morti per fame in Francia) fu preceduta da circa cinquant’anni di clima mite dominato da una regime circolatorio atlantico (e dunque a NAM positivo)
    2. le serie storiche 1490-1880 delle date di vendemmia della vite in Borgogna riportano come data più precoce il 1526, con vendemmia iniziata intorno all’1 settembre (come paragone il 1816 – anno senza estate – la vendemmia iniziò a fine ottobre).

    Infine se dovessi delimitare la PEG io la piazzerei fra 1550 e 1850 (il 1800 come anno di fine mi pare davvero un po’ troppo anticipato).

  3. alessandro barbolini

    non dimentichiamoci che l,asse terrestre ovvero l,eclittica svolge per una PEG un ruolo molto determinante

    • Guido Botteri

      Caro Alessandro, stai scrivendo con la tastiera americana ?
      Se hai problemi, sulla barra in basso, a destra, dovrebbe esserci un simbolo della tastiera (almeno nel sistema operativo che uso io) e cliccandoci sopra puoi scegliere la tastiera italiana.
      Altrimenti informati, nell’OS (=sistema operativo) che usi tu, come fare per passare alla tastiera italiana.

  4. […] i meccanismi e le teleconnessioni che si misero in moto, prima e dopo la PEG. Buona lettura. Una definizione di Piccola Era Glaciale | Climate Monitor __________________ "Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne" […]

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