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Lo dice la scienza o lo scienziato?

Giovedì scorso abbiamo pubblicato un breve post sull’attivismo in materia di clima, atteggiamento certamente legittimo ma alquanto fuorviante se applicato alla categoria degli scienziati. Oggi Fabio Spina ci propone la sua interpretazione del problema. Buona lettura,

SSP

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E’ passato il giorno 10/10/10 senza che troppi se ne siano accorti, tra i pochi quotidiani che gli hanno dedicato un articolo spicca “Il Manifesto”. Nell’articolo dal titolo “10/10/10, una giornata per il clima” di Marinella Correggia, che crediamo non rientri tra le sparute file degli scettici/negazionisti, colpiscono le qualifiche del noto James Hansen: “fisico della NASA ed attivista climatico”.

Ma che significa “attivista climatico”? Un nuovo green-job? Come s’integra la figura del fisico con quella dell’attivista?

Cerco sul prestigioso sito della Treccani il significato della parola “attivista”, si offrono due possibilità:

  1. Sostenitore dell’attivismo come concezione etica.
  2. Chi svolge intensa attività in seno a un partito o a un sindacato; agitatore politico o sindacale (Ove “partito” crediamo abbia l’accezione di “una parte”, come in un processo l’accusa e la difesa sono “di parte” mentre il giudice è, o dovrebbe essere affinché il tutto funzioni, “sopra le parti”).

Facendo la stessa ricerca per “attivismo” otteniamo sempre due possibilità:

  1. Tendenza a intensificare il lato attivo, creativo, innovativo della vita umana. Più specificamente, concezione etica, fondata sull’idea del supremo valore dell’esplicazione dell’attività vitale, della volontà di vita e di potenza, conglobante in sé ogni altro canone di moralità e di condotta.
  2. L’attività propagandistica svolta dagli attivisti di partiti politici e di organizzazioni sindacali.

In entrambi i casi sembra attagliarsi all’individuo James quanto descritto ai punti 2.

Ora, “Agitatore” significa “a. Chi eccita e infiamma gli animi con idee o dottrine nuove, rivoluzionarie o comunque ricche di fermenti: i grandi a. come G. Mazzini; a. delle masse, anche a fini sindacali o politici.”

Finalmente abbiamo trovato qualcosa su cui scettici/negazionisti ed ecologisti/”fondamentalisti del clima” sono d’accordo: James Hansen non è solo un fisico della NASA, per la lotta ai “cambiamenti climatici” è anche un attivista/agitatore.

Credere fermamente in qualcosa non è negativo, come non lo è essere un attivista: è bello incontrare una persone che s’impegna “anema e core” per una propria idea. Però l’attivista non ha dubbi (almeno fino al momento in cui cambia idea) mentre lo scienziato fa del suo dubbio il limite attraverso cui progredire nella conoscenza. Inevitabilmente quindi l’atteggiamento rispetto allo stesso tema dei “cambiamenti climatici” dovrebbe modificarsi a seconda del ruolo. Il problema nasce per chi ascolta o legge, quando sta parlando lo scienziato e quando l’attivista? Come dirimere tale conflitto d’interessi, pesante come quello di un editore che è anche politico?

In un processo i ruoli sono fondamentali, il giudice ha difficoltà se l’accusa interpreta anche il ruolo della difesa o viceversa. Più in generale, affinché una società civile funzioni non si può pensare che ognuno possa fare contemporaneamente il magistrato, il politico, il giornalista, il sindacalista, la velina, l’opinionista, etc. senza che chi osserva non sia confuso.

Se fate dirigere un Ente che studia la procreazione assistita ad un Vescovo cattolico laureato in biologia attivista pro-life, è lecito domandarsi quali filoni di ricerca finanzierà? Quali aspetti cercherà di far risaltare? Chi avrà le competenze per discernere cosa dice la scienza e cosa lo scienziato?

Naturalmente i dubbi sul Vescovo non valgono per Hansen, siamo sicuri che dopo l’esame di coscienza ogni volta quest’ultimo adotti il giusto ruolo sapendo che sarebbe sbagliato in ogni scelta/interpretazione del fisico contemporaneamente far rientrare le visioni dell’attivista climatico. Anche perché non si tratta di un semplice fisico ma del “capo del Goddard Institute for Space Studies della NASA”, per questo sarebbe corretto che tutti quelli che desiderano un vero rispetto dell’ambiente, comunque la pensino sui cambiamenti climatici, gli chiedessero di specificare ogni volta se parla e/o decide da scienziato o “gruppettaro”.

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