Che tempo farà a Cancun il prossimo novembre? Difficile che sia sereno visto il “clima” che si è respirato all’ultimo vertice preparatorio appena conclusosi a Tianjin. Nulla di fatto, praticamente tutte le parti in causa sono rimaste sulle proprie posizioni.
La Segretaria generale dell’UNFCCC in un incredibile slancio di ottimismo ha considerato il fatto che nessuno abbia fatto passi indietro rispetto a CO2penhagen come un piccolo successo. Visto che allora non si era deciso nulla, registriamo che qualsiasi numero moltiplicato per zero fa sempre zero.
SHANGHAI – Si sono conclusi con luci ed ombre i negoziati sul clima di Tianjin, in Cina. I 177 paesi e organizzazioni intervenuti hanno portato a casa pochi risultati, facendo emergere ancora forti le divisioni fra paesi ricchi e poveri sulle responsabilità per il taglio delle emissioni. Per Christiana Figueres, segretario generale dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc), l’incontro di Tianjin ha gettato le basi per importanti decisioni che saranno poi prese nel vertice di Cancun della fine dell’anno. Sul tavolo, alcuni elementi operativi di finanza, tecnologia e capacità costruttive per rinforzare il protocollo di Kyoto ed arrivare in Messico con soluzioni che aiutino soprattutti i paesi più poveri ad approvvigionarsi di energie pulite così da ridurre drasticamente le emissioni dannose. I delegati non sono riusciti a trovare un accordo sull’allocazione del primo fondo di partenza pari a 30 miliardi di dollari per aiutare i paesi in via di sviluppo, decisione che la Figueres ha detto sarà presa in Messico.Vicino invece l’accordo sull’approvazione di un fondo finanziario a lungo termine per affrontare i cambiamenti climatici, i cui dettagli saranno discussi a Cancun. Lo Unfccc ha visto di buon grado il fatto che tutti i paesi, anche se nelle discussioni sono stati fatti pochi progressi rispetto al protocollo di Kyoto, non sono tornati indietro su posizioni precedenti al vertice di Copenhaghen. L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno parlato di “progressi limitati” al vertice cinese e sperano in un risultato migliore in Messico. Per L’Ue soprattutto in questioni come la trasparenza e le promesse di riduzioni le discussioni sono state povere.
Ad allontanare le parti, soprattutto le posizioni della Cina, distanti da tutte le altre dei grandi paesi. La Cina infatti, è rimasta ferma sulle sue posizioni insistendo nell’affermare che tocca ai Paesi sviluppati assumersi la responsabilità di massicce riduzioni delle emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera. La Cina, che attualmente è il Paese con le maggiori emissioni di gas inquinanti del mondo, si considera un Paese in via di sviluppo e si rifiuta di fissare obiettivi fissi e verificabili per la loro riduzione. Questa posizione ha fatto dire a Jonathan Pershing, inviato speciale americano sul clima, che “non abbiamo ancora trovato una strada per il successo”, rimandando tutto al vertice messicano di fine anno, pur riconoscendo gli sforzi cinesi in termini di investimenti su programmi di energia rinnovabile e nuove infrastrutture. Il 14 ottobre intanto ci sara’ un incontro in sede comunitaria per definire la posizione dell’Unione Europea al vertice di Cancun. La riunione, ha spiegato il direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini ”si prospetta in salita per l’Italia.”Non ci sara’ una posizione italiana distinta da quella Ue” ha precisato. L’Italia, ha annunciato Clini, chiedera’ di ”non aprire una seconda fase” del protocollo di Kyoto, con l’elevazione dei tagli della Co2 dal 20% al 30% che ”non e’ una opzione utile al negoziato”.
Nella peggiore delle ipotesi sarà una bella gita al mare. Qualcuno sa dove si prendono i biglietti?
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