Appena qualche giorno fa abbiamo gettato sul tavolo un nuovo elemento di discussione, ovvero gli effetti che l’attuale contingenza economica fortemente negativa potrebbe avere sull’acceso dibattito attorno ai presunti cambiamenti climatici di origine antropica. E’ certamente troppo presto per fare qualunque genere di considerazione che vada oltre le possibilità cui abbiamo già accennato nel post.
Però è interessante rilevare che la nostra idea non è stata proprio balzana, visto che pur in una chiave di lettura piuttosto diversa, si riscontrano analoghe considerazioni in merito alle quantità di anidride carbonica presenti in atmosfera anche altrove.
La Fondazione Edo Ronchi ha deciso di farsi – e farci – un regalo, presentando un documento con una serie di riflessioni in ordine all’adempimento del Protocollo di Kyoto, scoprendo – chi l’avrebbe mai detto – che le emissioni sono aumentate stabilmente piuttosto che diminuite e che quella timida tendenza alla riduzione riscontrata proprio nel nostro paese è figlia della crisi piuttosto che dei provvedimenti. Questo leggiamo dalle parole di Gianni Silvestrini, presidente del Kyoto club: “Il recupero degli ultimi anni deriva dall’aumentato prezzo dell’energia, da inverni poco rigidi, dall’arrivo della recessione e, per finire, anche dai primi risultati delle politiche di efficienza energetica e di incentivazione delle rinnovabili”. Ora, considerato che nel documento si azzardano anche delle previsioni circa gli obbiettivi che l’Italia potrebbe raggiungere ed escluse doverosamente le eventuali riduzioni derivanti dall’impiego di fonti rinnovabili, speriamo caldamente che tali previsioni non si avverino, altrimenti vorrà dire che il prezzo dell’energia tornerà ad aumentare, che gli inverni saranno poco rigidi (a meno che non ci dia una mano il global warming) e che la recessione continuerà a torturarci.
Questo ed altro nell’articolo di oggi sull’inserto Scienze del Corriere della Sera.
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