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Very likely sì, ma cosa?

Una buona parte della discussione sul cambiamento climatico, ovvero sul ruolo che il mainstream scientifico riserva alla CO2 nell’evoluzione delle dinamiche del clima, ruota attorno all’attribuzione delle probabilità che l’aumento delle temperature e conseguenti cambiamenti del clima siano da ascrivere alle attività umane, ovvero pricipalmente all’aumento della concentrazione di CO2. Per l’IPCC tale attribuzione non lascia spazio a molti dubbi, si tratta di oltre il 90%, come scritto nel Summary for Policy Makers del 4AR con l’ormai celebre “very likely”.

Con questo, soltanto tre ani fa, si intendeva mettere la parola fine al dibattito, dichiarando “settled” una scienza che probabilmente deve invece ancora cominciare.

Questa che ho appena iniziato, non è la solita filippica dello scettico, cui ormai -purtroppo- temo che i lettori di CM siano abituati, e dalla quale i suoi detrattori penso siano invece per loro fortuna ormai immuni. E’ semplicemente quanto mi è venuto in mente quando l’amico Fabio Spina mi ha segnalato i contenuti di un nuovo lavoro di alcuni ricercatori della Columbia University, che attribuisce non già alla CO2 il ruolo di forcing dominante dei cambiamenti di circolazione atmosferica avvenuti nell’emisfero sud nella seconda metà del secolo scorso, quanto piuttosto al depauperamento dello strato di ozono.

Nell’abstract leggiamo che questa modifica della composizione chimica della stratosfera polare, avrebbe avuto un impatto 2/3 volte superiore a quello dell’anidride carbonica, estendendo i suoi effetti alla struttura e dimensione della Cella di Hadley, principale motore della redistribuzione del calore nella circolazione generale emisferica, alla posizione del Getto Polare e all’espansione verso le latitudini polari delle zone aride sub-tropicali.

Non si parla molto di temperature, forse sarebbe stato chiedere troppo, ma è difficile che tali modifiche alla circolazione emisferica possano essere scollegate dallo stato termico dell’atmosfera, per cui quanto riportato nell’abstract è chiaro: per i cambiamenti climatici dell’emisfero sud nella seconda metà del secolo scorso sarebbe stato molto più decisivo l’assottigliamento dello stato di ozono dell’incremento della concentrazione di CO2.

Ora, se per la CO2 siamo ancora fermi al very likely, per l’ozono che locuzione si potrà usare, “super very likely”?

Da leggere, lo trovate qui.

E leggendo magari provate a rispondere a questa domanda: ma dove stavano tutti questi mentre si scriveva il 4AR 2007? Riflettevano sul consenso?

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Un commento

  1. Fabio Spina

    Vedrai che tra qualche anno gli stessi scienziati diranno che le loro “vecchie” dichiarazioni sono esatte perché la CO2 è confermato che c’entra con il modificarsi del clima, poi “iper very likely”c’entrano anche il Sole, l’ozono, oceani, le nubi, umidità, biosfera, suolo, etc. Vedrai che gli stessi diranno che il sistema climatico è complesso e non riducibile alla sola CO2, ma questa contribuisce. Dagli tempo, la teoria dell’effetto serra è recente, è dell’800.
    Ciao

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