Ben due anni fa ci siamo trovati a commentare le vicissitudini in chiave cambiamenti climatici del ghiacciaio della Patagonia Perito Moreno, sciogliendo (mi pare calzi a pennello) ogni dubbio circa gli ingiustificati allarmi di prematura scomparsa che avevano all’epoca riempito le pagine dei giornali e quelle della rete.
Oggi scopriamo non solo di aver avuto ragione, ma anche che tali vicissitudini costituiscono un bel busillis per chi si occupa di studiare e spiegare queste cose, perché pare che nonostante il barbecue cui questo povero pianeta è soggetto, il Perito Moreno sia in ottima salute, anzi, si può dire che il nostro sia addirittura in giovane età (si fa per dire naturalmente) perché continua imperterrito a crescere.
Certo, ogni tanto perde un pezzo, come tutti i ghiacciai che si rispettino, ma questo rientra nella normale evoluzione delle lingue di ghiaccio che dai monti scendono a valle o, come nel caso di questo ghiacciaio, direttamente a mare nel lago Argentino.
Nonostante difficilmente questa notizia possa trovare ospitalità sui media che in genere con le faccende climatiche ci vanno a braccetto, perchè trattasi a tutti gli effetti di una notizia che aumenta il livello di incertezza in quello che viene quotidianamente venduto come un fatto assodato -leggi si scioglieranno prima o poi anche i gelati nei banconi-, vale la pena dare un’occhiata a quello che succede nel resto del mondo, che pare sia invece preoccupante anziché no.
L’unica fonte affidabile, una volta escluso il pur rispettabile esame finestra di quanti per loro fortuna godono della vista dei ghiacciai dalle finestre di casa o sono usi andarci a fare delle arrampicate, è la banca dati del World Glacier Monitoring Service (WGMS) (qui altri dati ufficiali):
- In declino 16,671
- Stazionari 10.621
- In avanzata 1.180
- Senza dati 38.093
- In declino 14,84%
- Stazionari 10,25%
- In avanzata 2%
- Stazionari + in avanzata 12,25%
- In regresso +/- 86,5%
- Senza nessun dato 65%
In conclusione dei ghiacciai di cui esiste una qualche misurazione il 14,84% sono in ritirata, quelli stazionari o che aumentano sono il 12,25% degli altri 65% non si sa nulla… ma guarda caso si considerano tutti questi (il 65%) in fase di fusione rapida anche se non si hanno dati reali. Cosí non sono tanto pochi i ghiacciai stabili o in aumento, il 12,25%.
Letti così questi dati non chiariscono di certo il problema, e di sicuro non significa che per alcuni “sorvegliati speciali” non siano stati misurati regressi decisamente significativi. Significa però, una volta di più, che anche in quella che viene sempre definita come “evidenza incontrovertibile” esistono dei livelli di incertezza enormi, ove per incertezza non si intende difficoltà a leggere i dati, si intende proprio non averli.
Come risolvono serenamente il problema i custodi del Perito Moreno che non vuol saperne di perire? Con una frase a dir poco dirimente:
“We’re not sure why this happens,” said Andres Rivera, a glacialist with the Center for Scientific Studies in Valdivia, Chile. “But not all glaciers respond equally to climate change.”
“Non siamo sicuri del perché questo accada”, dice Andres Riveira, un glaciologo del Centro per studi scientifici della Valdivia, Cile. “Ma non tutti i ghiacciai rispondono allo stesso modo al cambiamento climatico.”
Per cui il fatto che un ghiacciaio così grande non dia segni di arretramento non intacca minimamente quanto si assume in partenza e cioè che il clima cambia e cambia pure male. La colpa, ne siamo sicuri, è del ghiacciaio. Da notare infine che l’allarme del 2008 lo lanciò il direttore del parco del ghiacciaio, uomo di provata lealtà ma di scarse credenziali in materia e fu ascoltato da mezzo mondo (qui, qui e qui). Oggi la notizia la danno gli esperti del settore e se non ci fosse la parete del ghiacciaio a fare l’eco non la sentiremmo nemmeno.
da dilettante ma appassionato ogni tanto vi leggo… era un pò che non lo facevo e forse non ho fatto così male visto che mi è capitato di leggere che il Perto Moreno “finisce direttamente a mare”. Basta andare su un Wikipedia qualsiasi per sapere che finisce nel lago Argentino….
Cordiali Saluti
Reply
Svista mia di cui mi scuso. Grazie.
gg
Questa del Perito Moreno che risorge, dopo essere perito (omen nomen), è una notizia che mi riempie il cuore di gioia, e, trattandosi di una “dolce” notizia, mi ispira una canzone, parafrasando il grande Zucchero (chi più dolce di lui).
Baila Moreno
Creo en los milagros desde qu’el hielo
en este mes no hace boom, boom.
Era tan sexy, en el caer al mar,
mis ojos ya se levantan al cielo.
Y debe haber un caos dentro de ti
para que brotes de un helero que baila.
Infierno y paraiso dentro de ti,
la luna es un sol mira como brilla.
Baby the climate is on fire
Seamos fuego en el cielo,
llamas en lo obscuro… what you say
Baila, baila Moreno
bajo de esta luna llena,
Under the ice light
Under the ice light
ps
chiedo scusa alle persone serie se ogni tanto esce fuori la mia anima scanzonata shelburniana.
gli unici ghiacciai che sono in contro tendenza sono in effetti il perito moreno e i ghiacciai della scandinavia,poi ci sono gli effetti collaterali evidenti dell,uomo nel kilimangiaro dove la deforestazione contribuisce a fare cadere meno neve sulle alture del monte
Io leggo di 1180 ghiacciai in avanzata: oltre ad aggiungere quelli della Nuova Zelanda, credo che ce ne siano molti altri in “controtendenza”!
Viceversa, ne abbiamo 16671 in declino contro 38093 senza dati, dei quali dunque non si può dimostrare nulla: la tendenza principale è quella, allo scioglimento, ma non è corretto farne una regola generale.
Ed i 10621 stazionari, come li definiamo? Se controtendenti, si rischia di sminuire fortemente la “tendenza”.
Caro Alessandro, come appartenente alla categoria umana, mi sento di rivendicare persone di altissimo livello culturale e artistico, (a richiesta ne potrei citare migliaia ed anche di più, ma credo che sia inutile e banale) oltre a miliardi di persone che, a mio parere, vivono una degnissima vita.
Non so a quale specie appartenga chi continua ad attaccare la specie umana, e se le cose stanno come io penso che stiano, e non siamo già stati invasi da alieni che si celino tra di noi (lo escluderei) allora anche chi attacca l’uomo dovrebbe ricordarsi di farne parte.
Quindi non vedo cosa c’entri la deforestazione con la CO2, e mi sembrano due attori indipendenti, anche se con qualche interferenza tra di loro (la CO2 fa bene alle foreste, e le foreste assorbono CO2).
Terrei a mettere in evidenza questa indipendenza dei due problemi.
Dici “si scioglieranno prima o poi anche i gelati nei banconi”
beh, proprio nei banconi ancora no, ma di gelati che si sciolgono ancor prima della prima leccata ne abbiamo un premiato esempio (ha preso 2 Oscar, 2 ! ed un premio nobel) nel film vaticinio di al gore, dove si squaglia istantaneamente il gelato di una bimba, ed arriva subito un adulto a spiegarle che è colpa del global warming… un cartone animato, naturalmente, come quello degli orsi scemi che annegano, ma sarebbe stato molto difficile girare quelle scene dal vero, anzi impossibile. Meno difficile, anzi facilissimo, vincerci il premio nobel. Ma un giorno qualcuno dovrà spiegarmene il perché, e dimostrarmi che le motivazioni avevano senso.
Ma io so aspettare, e noto con piacere che sembra che non dovrò aspettare poi così tanto come immaginavo qualche tempo fa…
Secondo me.
Secondo me bisognerebbe anche un po’ smitizzare questo premio Nobel. Ricordiamoci che il giullare (uso il termine con estremo rispetto, sia ben chiaro) ha vinto il Nobel per la letteratura!!!
Il NObel per la Pace non ha mai avuto molta credibilità. Basta dire che lo hanno vinto Chamberlain e Arafat e hanno ricevuto nomination Stalin e Mussolini.
Il giullare Dario Fo….volevo dire.