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Alla caccia dell’inverno

Ma come, inizia oggi l’autunno e già pensiamo alla prossima stagione? Non noi, almeno non ancora. Ci pensa Joe D’Aleo a lasciare tutti al palo e pubblicare un outlook preliminare sulla prossima stagione fredda.

Viste così non sono gran belle notizie. Secondo questa proiezione pare che si possa trattare di un altro inverno difficile, almeno per parte degli USA, per l’Europa e per la Cina. Per queste ultime si parla soprattutto della seconda fase della stagione (cioè quella ancora più lontana).

Chissà, certo che se riuscirà a cadere tana neve come negli ultimi due anni difficilmente si potrà dire ancora che questi sono eventi ai quali non siamo più abituati.

Ad ogni modo, ringraziamo sentitamente D’Aleo, perché ora siamo tutti sollevati dall’ansia di dover dire qualcosa per primi. Possiamo metterci comodi e sposare la sua tesi, oppure attendere con calma che si manifesti qualche segnale un po’ più concreto circa quello che ci attende.

Buona lettura, anzi, buona visione, perché sono quasi tutte immagini e c’è un sacco di blu.

NB: da Icecap.us

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Published inIn breve

7 Comments

  1. alessandro barbolini

    piu avremo un vortice polare spappolato ,piu avremo scambi meridiani con assalti freddi e perturbati ,ovvero tanta neve in italia e 10 gradi di massima in islanda

  2. Filippo Turturici

    Alcune proiezioni vedono però un inizio d’inverno (novembre-dicembre) freddo ed anticipato sull’Europa centro-orientale (inclusa gran parte d’Italia), con correnti fredde e relativamente secche; mentre l’Europa occidentale dovrebbe essere sottoposta a più miti influenze atlantiche, sotto forma però di campi anticiclonici che dalle Azzorre tenderebbero verso la Scandinavia (la cui controparte sarebbero appunto le fredde correnti nord-orientali sul resto d’Europa).
    La differenza forse sta tra Groenlandia ed Islanda, dove D’Aleo vede più probabile un anticiclone “di blocco”, similmente allo scorso inverno, con correnti fredde spostate più a nord sull’Europa, sempre come lo scorso inverno; e dove altri vedono la presenza d’una seppur debole area depressionaria, con un campo anticiclonico atlantico frequentemente spinto verso le Isole Britanniche e la Scandinavia, e correnti continentali verso le Alpi ed i Balcani.
    Guido Guidi cosa ne pensa? In maniera anche solo “sportiva”, senza esporsi ufficialmente!

    • Filippo,
      l’analisi di D’Aleo è per lo più condivisibile, e rientra nella logica di un sistema che sembra aver subito uno switch di modalità climatica. Prima di fare valutazioni operative però (leggi breve periodo climatico stagionale) occorre vedere come si mette il Vortice Polare. In questo senso avrebbe senso (scusa l’allitterazione) tenere sotto controllo la pressione alle alte latitudini (il trend ovviamente). Al riguardo, appena la situazione sarà un po’ più chiara, CM avrà il suo Outlook.
      A senso ti dico che ci potrebbero essere buone probabilità che continui a prevalere una circolazione meridiana-umida frutta di una combinazione AO- e NAO-, seppur meno incisiva dello scorso inverno. Però, ripeto, è presto.
      gg

  3. Pietro

    …però l’assioma che al polo nord farà sempre più caldo non viene intaccato. Vorrà dire che questo Natale invece che andare al mare in Egitto andremo in Groenlandia.

    • Guido Botteri

      Memore di una spedizione che andò a documentare gli effetti dell’AGW nel profondo nord canadese (se ricordo bene) e tornarono in tutta fretta, a causa del freddo che aveva congelato i piedi di una persona della spedizione… ti auguro buon viaggio.
      Non ti assicuro la mia presenza (per carità, mi accontento del calduccio di casa mia, senza andar in cerca dei tepori polari…),
      e da amico ti consiglio di portarti qualcosa per scaldarti, nel caso la realtà superasse e negasse l’immaginazione dei catastrofisti…

    • Filippo Turturici

      Veramente, quelle carte dicono tutt’altro: sul Polo Nord le temperature sarebbero inferiori alla norma (che è comunque piuttosto bassa, per cui un riscaldamento invernale avrebbe scarsi effetti sul ghiaccio, come è anche previsto dai modelli IPCC).
      La Groenlandia, che non è al Polo Nord, anzi arriva addirittura a sud del Circolo Polare Artico nella sua punta meridionale, è invece vista sede d’una consistente anomalia positiva: tuttavia questo fenomeno è piuttosto normale, dato che si prevede un inverno freddo in Europa, ed il relativo riscaldamento dell’isola artica né è normalmente la controparte (come in moltissimi inverni storicamente gelidi). Inoltre, il periodo più caldo della storia meteorologica groenlandese (da quando si prendono i dati nell’isola) credo rimangano ancora gli anni ’20-’30 del XX secolo.

  4. alessandro barbolini

    sarebbero veramente belle notizie ,altro che!!
    meglio seppelliti da tanta neve che camminare con la camicia a 13 gradi di pomeriggio….grande joe

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