Con il tipico pragmatismo teutonico e senza mezzi termini, Der Spiegel, alle porte dell’inverno boreale, gela letteralmente le speranze di giungere ad un impiego massivo delle risorse rinnovabili a costi sostenibili. E tutto questo avviene in un paese, la Germania, che ha fatto negli ultimi anni degli investimenti in questo settore uno dei pilastri della sua economia.
Obiettivi al limite dell’utopia? Trasformazione della società dei combustibili fossili in una felice ed ecologica società del domani? Tutto si può fare, ma tutto ha un prezzo, e quello di questa trasformazione è talmente alto da non essere nemmeno quantificabile. Poco male si dirà, l’occidente è ricco e può farcela. Può darsi, anche se alla fine più che verde si tratterà di una società “al verde”, con tutto quello che questo comporta.
Tremila miliardi solo per la produzione di energia in Europa, senza tener conto dei costi per l’adeguamento strutturale delle reti, con conseguente prezzo al dettaglio del bene che più ha contribuito al raggiungimento degli attuali livelli di sviluppo che aumenterà di quattro ordini di grandezza.
Mano al portafogli dunque, del resto, dove sarebbe la novità?
Leggete qui, pubblicato su Der Spiegel e ripreso ieri dal Secolo XIX.
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