“La verità` mi fa male, lo so…/La verità` mi fa male, lo sai!/Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu/(la verità ti fa male, lo so)/Lo so che ho sbagliato una volta e non sbaglio più/(la verità ti fa male, lo so)/Dovresti pensare a me/E stare piu`attento a te/C’è` già tanta gente che/Ce la su con me, chi lo sa perchè?”
La famosa canzone di Caterina Caselli mi è tornata in mente seguendo sui quotidiani dichiarazioni e commenti relativi al Presidente del Gruppo Intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici (IPCC), successivi all’indagine condotta dall’InterAcademy Council (IAC). Naturalmente nel ruolo della Caselli si può immaginare Rajendra Pachauri, nel “giudice” quello di Harold Shapiro dello IAC, il deplorevole errore può essere ad esempio quello relativo ai ghiacciai dell’Himalaya e la gente che “ce la con lui” sono il crescente numero, secondo i sondaggi, di persone scettiche sulle continua previsione di catastrofi dovute alla parte di mutazione climatica dovuta alle emissioni umane.
Ma torniamo all’accaduto. La revisione del report dell’IPCC era stata chiesta ufficialmente lo scorso marzo dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon e dallo stesso Presidente dell’IPCC, Rajendra Pachauri, per esaminare la qualità del lavoro dell’IPCC e rafforzarne in questo modo la credibilità, dopo una ormai famosa serie di errori messi in luce da persone esterne all’organizzazione. In particolar modo, le conclusioni dello IAC dovrebbero (si vedrà se azioni seguiranno) servire a perfezionare le politiche e le procedure dell’IPCC in vista della pubblicazione del Quinto Rapporto di Valutazione (Fifth Assessment Report – AR5), attesa entro il 2014. Ricordiamo che l’IPCC non è chiamato a svolgere ricerca scientifica, ma “solo” ad effettuare una sintesi di quanto prodotto dall’attività scientifica nel settore riguardante il sistema climatico.
Il risultato “dell’indagine IAC” dai titoli dei quotidiani, e/o i loro siti, è stato così riassunto (l’elenco seguente credo sia rappresentativo, comunque potete effettuare una ricerca su internet), aggiungiamo i link in modo da poter approfondire i contenuti:
- “L’ Onu accusa (e Manda a Casa) gli Allarmisti dell’ Effetto Serra” (Corriere della Sera);
- “Ipcc, il Presidente Pachauri rassegna le dimissioni” (La Repubblica);
- “Basta politica e previsioni ad minchiam” (Il Foglio);
- “Clima: riforme urgenti per il gruppo di esperti Onu” (Quotidiano.net);
- “UN climate panel ordered to make fundamental reforms” (Sydney Morning Herald);
- “Onu: capo Ipcc rimette mandato a stati membri” (Ansa);
- “Clima. Si dimette presidente Ipcc dopo critiche esperti Onu” (La Stampa);
- “Il panel Onu bocciato a metà. Il presidente Pachauri invitato a farsi da parte” (Il Sole 24 Ore);
- “Clima. Onu: serve riforma profonda gruppo esperti Ipcc” (La Stampa);
- “Rapporto bacchetta gli esperti climatici”; dell’ONU” (Swissinfo);
- “Climate panel must ‘fundamentally reform’ to survive” (NewScientist);
- “La bufala del clima” (Il Tempo);
Il Manifesto titola “L’onore ritrovato del Ipcc“, lasciando intendere che da Premio Nobel per la pace 2007, al pari di Martin L. King, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, etc. l’organizzazione in pochi mesi già avesse perso l’onore.
Fino a pochi mesi fa il Presidente Pachauri rispetto alle critiche degli scettici “faceva l’indiano”, ad esempio alle critiche di Lomborg si limitava a rispondergli paragonandolo a Hitler, invece attualmente sembra convertito alla necessità di aprire un dibattito: “Climate panel chief welcomes climate debate“.
In seguito al risultato dei ‘revisori’, guidati dallo scienziato di Princeton Harold Shapiro, l’indiano Rajendra Pachauri immediatamente è sembrato che volesse rimettere il mandato, si è già scritto molto su Climate monitor al riguardo (qui, qui e qui). Sembrava volesse seguire le orme di Yvo de Boer, ex-segretario dell’Unfccc (United nations framework convention on climate change, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei cambiamenti climatici) che si dice fosse stato costretto a dimettersi dall’incarico dopo la deludente conclusione del COP15. Questa non sarebbe stata neanche una sorpresa, visto che di dimissioni di Pachauri già si parla da tempo ad esempio qui. Dopo poche ore si è invece scritto che non si dimetteva ma si limitava a rimettere il mandato agli stati membri, mentre da altre fonti si era informati che il Presidente IPCC a tutto pensava meno che a lasciare prima del nuovo report: “Pachauri not to quit IPCC before 5th report“.
Non vogliamo qui analizzare il documento finale dell’IAC, ma fare delle deduzioni di buon senso da ciò che si legge dai giornali, un po’ come si fa ogni giorno giudicando politici, persone, cricche, partiti, senza leggere tutto l’incartamento processuale, tutte le intercettazioni, etc.
Per farsi un’idea dell’accaduto possiamo paragonarlo, con tutte le schematizzazioni e semplificazioni purtroppo inevitabili, ad un caso clinico complicato in cui avendo risultati di tanti esami e molti pareri medici (talvolta discordanti), si decide di rivolgersi ad un primario che, chiedendo l’aiuto di un gruppo di esperti, scriva un report che tenga conto di tutti i contributi e cerchi però di fare chiarezza. Letto il report finale, esperti esterni al gruppo avvisano che ci sono alcuni errori macroscopici; alla verifica ciò si rileva vero (fatto che può accadere vista la mole di lavoro, ma che dovrebbe valorizzare il lavoro degli scettici come ricchezza invece di vederli sempre e solo dei sabotatori al soldo delle multinazionali). L’effetto inevitabile è che il primario ed il suo gruppo perde credibilità, per questo il direttore generale ed il primario stesso decidono di scegliere una commissione di esperti per valutare il proprio lavoro. La scelgono loro, cosa che non può portare ad invocare una “legge Cirami” globale per il “legittimo sospetto” sul giudizio di cui molto si è discusso in Italia.
Risultato dell’indagine è la conferma degli errori e la bontà del lavoro complessivo, ma si chiede, almeno per me sorprendentemente, di portare delle «riforme fondamentali» nel suo modo di lavorare, di fare previsioni solo quando ha prove solide e non fare pressioni politiche. Il capo del team ispettivo afferma che la logica conseguenza è che il primario si faccia da parte.
Morale, in tutto il mondo “squadra che vince non si cambia” invece presso l’ONU “squadra che vince ha necessità di riforme fondamentali e si dovrebbe cambiare il Presidente”. Inoltre, se l’indagine è stata voluta dal primario, questo dovrebbe essere coerentemente il primo a prendere atto dei risultati e far seguire azioni coerenti con i risultati dell’indagine, invece qui sembra che non voglia saperne di andarsene.
Non so perché ma quando penso a Shapiro (capo del team ispettivo) che legge i risultati a Pachauri (il primario) mi torna in mente la scena del film “Il Marchese Del Grillo” del 1981, con Shapiro nei panni di Alberto Sordi e Pachauri in quelli del contabile (è uno spasso, ma se non avete tempo guardate solo dal minuto 5.11 al minuto 5.55).
Naturalmente sopra ho scherzato, come dicono sempre i politici la colpa è dei giornalisti che inventano e che stravolgono i fatti, sicuramente qualche multinazionale ha complottato, senz’altro Pachauri non ha avuto possibilità di far sentire la sua voce perché gli spazi sui mass-media sono ormai a totale disposizione degli scettici.
Essendo il suo lavoro perfetto e la volontà di mandarlo via solo una montatura dei quotidiani, Pachauri può star tranquillo, altrimenti per salvarsi dalla defenestrazione non rimarrebbe che fare come il Marchese del Grillo nella scena in cui dice che è “morta la giustizia”, nel video immagino Pachauri e Ban Ki-moon rispettivamente impersonati dal Marchese ed il Papa (come sopra, minuto 1.00 – 1.35):
Se proprio si vuole esagerare “nel ritrovare l’onore dell’IPCC” si nomini un’ulteriore commissione che faccia un “processo breve”, poi si rinnovi subito l’incarico all’indiano prima che qualcuno torni alla carica cercando un capro espiatorio per il probabile fallimento della conferenza di Cancun, in quanto “morto un Papa se ne fa un altro” ma di Pachauri è difficile trovarne un altro. A meno che Al Gore, l’altro Nobel, non sia disponibile.
dato che l’ONU ha chiesto la rifondazione dell’IPCC, e ha chiesto di sostituire politici obsoleti con scienziati climatologi, per me l’Italia farebbe bene mandarci Guido Guidi.
Reply
Elmar ti prego, la prendo come una battuta. Io non sono nè scienziato nè climatologo, ma come ho scritto nel primo post di CM, solo uno appena un pochino (molto pochino) informato dei fatti, nel senso che li mastico da qualche anno. Ripeto, bella battuta. 🙂
gg