AMBIENTE: CANI E GATTI INQUINANO PIU’ DI UN SUV
15:04 18 AGO 2010
(AGI) – Roma, 18 ago. – Quanto costa, in termini di inquinamento, mantenere un cane? Moltissimo: come o piu’ di un Suv. Un paradosso? Forse, ma in termini di consumi di risorse, gli animali domestici hanno un elevato impatto sull’ambiente. A fornire i sorprendenti dati sui nostri amici a 4 zampe e’ il nuovo numero di Focus, il mensile diretto da Sandro Boeri, in edicola a partire da questa settimana. Riportando i risultati di una ricerca neozelandese, emerge che per nutrire un cane di media taglia sono infatti necessari 164 kg di carne e 95 kg di cereali all’anno: tradotti in impronta ecologica (la parte di territorio necessaria per produrre il cibo e smaltire i rifiuti) equivalgono a 0,84 ettari di terreno. L’impronta ecologica di un Suv, invece, e’ pari a 0,41 ettari: una stima che conta l’energia necessaria per la sua costruzione e per guidarlo per 10 mila chilometri l’anno. Insomma, il migliore amico dell’uomo sembra avere un impatto sull’ambiente superiore a quello di un veicolo altamente inquinante. Non solo, l’impronta ecologica di un cane supera addirittura quella di molte nazioni: 0,8 ettari e’ l’impronta ecologica media dell’Asia. Fra dieta e gadget, dunque, un cane “occidentale” consuma piu’ di quanto faccia una parte dell’umanita’. Non va molto meglio per i gatti, il cui impatto in termini di inquinamento (0,15 ettari) coincide con l’impronta ecologica prodotta da un’automobile di piccole dimensioni. Le ragioni di un simile spreco di energia e di risorse sono da ricercare nell’economia industriale che gravita intorno agli animali da compagnia: allevamenti intensivi di carne rossa per i cani di grossa taglia, impianti per la produzione di cibi per gatti e altri piccoli animali, lo smaltimento dei rifiuti (le lettiere per i gatti, per esempio, non tutte biodegradabili), la produzione di articoli “superflui” come cappottini invernali e giocattoli di plastica. La via d’uscita? Per i cani, una dieta priva di carni rosse, per i gatti una dieta a base di scarti di pesce. E, per i padroni, una vita piu’ ecologica a consumi ridotti.
I lettori di CM mi perdoneranno se ho voluto ripetere il concetto, infatti avevamo intercettato l’articolo di focus già qualche giorno fa (qui). Si dice che una notizia possa aspettare mesi ed essere completamente ignorata, salvo poi improvvisamente prendere a camminare da sola. Gli inglesi dicono “it has legs” (ha le gambe). In questo caso ne ha addirittura quattro, quante quelle di Fido, novello perfido inquinatore.
Questa alzata d’ingegno in realtà risale all’autunno del 2009, e CM l’aveva commentata così. Poi compare su Focus dopo undici mesi e poi l’AGI ne fa un lancio d’agenzia qualche giorno dopo, riprendendola proprio dal settimanale. Perciò poi qualche quotidiano ci scriverà su qualcosa e la partita di giro sarà conclusa.
Sarà perché di come funzioni il mondo delle news ne so poco, ma le agenzie non dovrebbero essere quelle che offrono gli spunti? Ma li cercano sui rotocalchi che a loro volta li riciclano dopo un anno? Mi sembra che su questo argomento ci sia più scarsità di novità che nel settore delle risorse, altrimenti non ci propinerebbero sempre la solita classica minestra riscaldata, non vi pare?
Io ho 4 cani (3 pointer e 1 setter) e 2 gatti; mi sorge qualche dubbio, forse sono più intelligenti loro dei ricercatori neozelandesi che hanno calcolato l’impronta ecologica. Sicuramente non abbaiano senza motivo come fa qualcuno sui giornali…
saluti